Non si è certo sottratto al confronto, Pierfrancesco Majorino, candidato presidente per centrosinistra e Movimento 5 stelle alle prossime elezioni regionali, a Gallarate nella serata del 17 gennaio. Prima un aperitivo con iscritti e simpatizzanti del Partito democratico, poi la visita a una residenza per anziani, infine l’incontro alle Acli, in una sala gremita (presenti, fra gli altri, il presidente Carlo Naggi, la consigliera comunale Margherita Silvestrini e il consigliere regionale Samuele Astuti).
Domande iniziali del giornalista Stefano Tosi, poi largo alle sollecitazioni del pubblico. Risposte ampie e dettagliate. Vincere è difficilissimo, ha sintetizzato Majorino, ma non impossibile. «Perché si notano le difficoltà del centrodestra dopo 28 anni al governo. Perché loro sono divisi. Credo nel laboratorio che abbiamo creato. E non dimentichiamoci che il centrosinistra governa già in tanti comuni, piccoli, medi e grandi, in Lombardia».
Battaglia dei sondaggi: «Quasi tutti dicono che davanti c’è Fontana e al secondo posto ci sono io. Poi ce n’è qualcuno che dice che Letizia Moratti vincerà anche in Lazio…». Niente confronto, sembra, con il governatore uscente, Attilio Fontana, nonostante la volontà di Majorino. «Sa – il parere del rappresentante del centrosinistra – che dovrebbe affrontare questioni scomode. Per esempio sulla sanità. Anche sull’ospedale unico Busto Gallarate». A intervento inoltrato: «È possibile che le case di comunità stiano arrivando come così? Due in un posto, nessuna in un altro, servizi esistenti con su la nuova etichetta “casa di comunità”…».
Fondi europei, sociale (fra i cavalli di battaglia nella campagna di Majorino c’è la messa a disposizione di «…15mila case popolari di Regione Lombardia, vuote»), inclusione, ambiente (parla di negazionismo, da parte del governo regionale, sul riscaldamento climatico, di “lavoro green”, di stop al consumo di suolo e del fatto che senza la scossa dei giovani non ci sarebbe stato il “Green Deal”). Ancora, di trasporto: «Su rotaia ma serve anche quello su gomma. E bisogna rivoltare come un calzino il Trasporto pubblico locale».
L’affermazione più forte: «Il centrodestra ha fatto crescere il disincanto. I cittadini si sono abituati a non aspettarsi niente dalla Regione». Conclusione, ovvia: «Dall’altra parte ci sono quelli della conservazione, noi siamo quelli del cambiamento».