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Gallarate | 18 agosto 2022, 13:02

Gallarate: ultimo saluto a don Giovanni Ciochetta, il prete che parlava ai giovani, nella polvere e nel caldo

Funerale nella “sua” Cajello. Chiesa gremita, fedeli raccolti anche nel vicino salone dell’oratorio. L’arcivescovo Delpini: «L’ho conosciuto e ammirato». I parrocchiani: con i ragazzi fino all’ultimo

L'arcivescovo celebra il funerale di don Giovanni Ciochetta

L'arcivescovo celebra il funerale di don Giovanni Ciochetta

Immerso nella polvere e nel caldo: l’arcivescovo Mario Delpini ha ricordato così don Giovanni Ciochetta, parroco di Cajello, Gallarate. Piazza ingombra di auto, chiesa gremita, persone a seguire le esequie sullo schermo allestito nel vicino salone dell’oratorio, pieno. Un ricordo che ha colto nel segno, quello di Delpini. Per capire il carisma dell’uomo di fede e scoprire il segno lasciato nella comunità, bastava ascoltare le voci dei parrocchiani, porre qualche domanda : «Fino a quando ha potuto è stato qui, in oratorio. A pranzare con i ragazzi. Negli ultimi giorni era affaticato, si vedeva. Ma c’era».

Il Consiglio pastorale ha ricordato, a inizio cerimonia, l’umiltà del sacerdote, le origini contadine dell’uomo, inevitabilmente collegate a uno stile di vita sobrio, la tensione al cielo e «…i piedi piantati a terra. Il tuo non voler apparire è stato un modo per starci accanto. Sei stato per noi un vero pastore».

Umiltà ricordata anche da Delpini, a partire dall’esperienza personale: «Ho conosciuto don Giovanni ai tempi del Seminario, l’ho visto operare, l’ho ammirato. Sempre al lavoro, con il compito affidato al prete. Lui, prete operoso». Segno tangibile del suo modo di stare fra le persone, la maglietta dell’oratorio posata sulla bara.

A margine, il vicesindaco Rocco Longobardi ha sottolineato l’attenzione ai giovani del sacerdote, il sapere parlare ai ragazzi. «Sembra una cosa normale, semplice – ha sottolineato - invece credo che chiunque abbia figli o nipoti, soprattutto in età adolescenziale, sappia che trovare un linguaggio che ci permetta di entrare in dialogo vero con loro sia complicato e rischi di restare un contatto di superficie. Se tutti quelli che hanno conosciuto don Giovanni sottolineano come sua prima caratteristica quella di aver saputo mettersi in comunicazione con i giovani, significa che questo sacerdote ha tracciato una strada importante».

«Siamo qui per ringraziarlo – ha sintetizzato Delpini – siamo qui a ringraziare il prete operoso sull’altare e nel cortile». Dalla lettura evangelica, Giovanni: «Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Eredità impegnativa e gioiosa di un sacerdote.

Stefano Tosi

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