La distanza tra Varese e Melbourne è pari a quella che sussiste tra le prospettive biancorosse esistenti allo scoccare della primavera 2020 e quelle che invece si stanno aprendo ora.
Semplicemente enorme. A coprirla è stato, è e sarà Luis Scola.
Luis il campione arrivato all'improvviso, poi amministratore delegato, poi ancora proprietario, con l'acquisizione del 51% delle quote: tutti passaggi intermedi per diventare fautore, oggi e infine, di una svolta epocale.
Ad aspettare la Pallacanestro Varese ci sono ben 10 milioni di euro. Due subito, gli altri spalmati in 5 anni. Li garantirà Ross Pelligra, imprenditore australiano chairman di Pelligra Group, colosso immobiliare aussie. Come? È da stabilire: potrebbe avvenire in parte tramite sponsorizzazione e in parte attraverso l’entrata nel capitale, pur senza togliere la maggioranza all’ex giocatore argentino.
In cambio di che cosa? Semplice: della completa gestione del palazzetto Lino Oldrini. E nelle mire ci sarebbe - non potrebbe essere altrimenti - anche lo stadio Franco Ossola e quindi la trasformazione dell’intera area sportiva di Masnago.
Gli australiani di Pelligra sono arrivati in città: la loro offerta potrebbe essere resa pubblica in modo particolareggiato già nei prossimi giorni, se non ore. Non si vuole perdere tempo, anche se, per la stessa Varese, farsi trovare pronta a ricevere la proposta è di per sé una corsa contro il tempo…
Non solo, infatti, c’è un consorzio Varese nel Cuore da avvisare e compattare nella decisione di cedere ulteriori quote. Non solo c’è da presentare adeguatamente l’offerta al cda societario (Scola è tornato mercoledì sera dall’Australia). C’è soprattutto da capire se la strada verso gli investimenti strutturali che il nuovo gruppo ha in mente sia completamente percorribile.
E non si tratta tanto di tastare la predisposizione del Comune di Varese proprietario degli impianti, difficilmente non favorevole a un domani così orchestrato, quanto piuttosto di evitare che il progetto si impigli nelle reti burocratiche italiane, purtroppo sempre tese.
In soldoni: o a Pelligra viene fatta intravedere la strada dritta davanti, oppure potrebbero sorgere degli intoppi significativi.
È il Lino Oldrini il centro del suo interesse, non la Pallacanestro Varese. Quest’ultima, però, godrebbe di un destino inaspettato, perché i 10 milioni in 5 anni sarebbero a suo diretto beneficio, aggiuntivi - quindi - rispetto a quanto gli investitori metterebbero sul piatto per le riqualificazioni impiantistiche. E chi lo ha detto che l’Enerxenia Arena verrà semplicemente completata, ovvero che i contributi dei nuovi si limiteranno a “finire” il progetto che i finanziamenti regionali (già da tempo confermati) sono in procinto di impostare? E se venisse invece ricostruita ex novo, così come lo stadio? E se il Comune ne cedesse prima la proprietà - dietro un corrispettivo che verrebbe poi reinvestito in altre opere pubbliche - direttamente in mani australiane?
Quel che è già certo è di chi siano queste mani e quali credenziali abbiamo. Pelligra Gruop è una società immobiliare fondata nel 1960 e rimasta sempre in capo alla famiglia Pelligra, di origine siciliane: in azienda, oggi, è appena sbarcata la quarta generazione. Il presidente - il già citato Ross Pelligra, 42 anni - fa parte della terza e insieme ad altri tre fratelli prosegue il lavoro iniziato dal nonno e continuato dal padre, entrambi nati in Italia, precisamente a Solarino, in provincia di Siracusa.
La company ha fatto fortuna con proprietà commerciali, industriali e residenziali, principalmente nello stato di Victoria, lo stesso in cui ha peraltro sede, vicino a Melbourne. Ma i suoi affari sono dislocati in tutta l’Australia (così come all’estero, per esempio nelle Filippine e in Cina) e si sono concentrati anche sull’impiantistica sportiva: recentemente Pelligra ha infatti acquisito la Titanium Security Arena di Adelaide, casa degli Adelaide 36ers, promettendo di rivitalizzarla con un piano da 30 milioni di dollari. Sempre nella stessa città, il gruppo è diventato proprietario della franchigia di baseball dei Giants.
Sarebbe lungo enucleare tutte le operazioni del sodalizio, ma per quantificare le possibilità dei Pelligra basta citarne una: l’acquisto nel 2019 di due vecchi stabilimenti Ford, sostenuto con un impegno iniziale di riqualificazione di ben 500 milioni di dollari.