«Mi dispiace molto, perché proprio in questo momento che venivo da due gol consecutivi, fermarmi ora... Ma penso solo a recuperare e rientrare in campo prima possibile». Alessandro Piu, ospite a Stadio Aperto, non si lascia certo abbattere dall'infortunio (LEGGI QUI), questo fulmine a ciel sereno che ieri si è abbattuto su di lui, sulla Pro Patria e su tutti i tifosi. Tanti i messaggi di solidarietà arrivati per l'attaccante tigrotto, reduce da due gol pesanti nelle ultime due partite.
Fulmine a ciel sereno, perché all'inizio non era emerso il problema che poi purtroppo si è reso evidente ieri con gli esami medici. Ma Alessandro, classe 1996, non si lascia abbattere. Non lui che - ha raccontato - a 13 anni ha afferrato le valigie ed è andato a Empoli, lasciando la famiglia: il calcio, nato come un sogno dirompente, era diventato un lavoro e bisognava diventare grandi. Cinque anni in un convitto.
Alessandro che ha bruciato le tappe, perché già ha vissuto la serie A: «Che emozione la prima partita». E che è già stato convocato nell'Under 21: ora il tifosissimo Daniele De Grandis gli "ordina" di farsi arruolare nella nazionale che prenderà parte ai Mondiali.
Il calcio come un divertimento, sempre, anche quando è una cosa seria. E il sangue freddo, che uno si costruisce a suon di gol e non solo. Piu incassa con gratitudine i messaggi di sostegno inviati dai tifosi, risponde sulla sua esultanza, presa in prestito da Correa: quel gesto che "grida" il ghiaccio nelle vene.
«Ho sentito subito la fiducia della gente, della società, dell'allenatore - racconta a proposito dell'arrivo alla Pro Patria - Qui conoscevo già Sportelli, ma tutto il gruppo è fantastico».
Il gruppo che domenica, senza di lui, andrà a sfidare la Giana, avversaria a cui prestare estrema attenzione. No, in realtà non senza di lui: perché un tigrotto non abbandona i suoi compagni. «Sarò là in tribuna a tifare».
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