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Storie | 03 novembre 2020, 09:00

Nicoletta Romano, lo stile, lo charme, il savoir faire e la forza del carattere di un talento indiscutibile

Intervista al direttore responsabile del mensile "Living is Life": «Non parliamo solo di design ma di una Varese che non ci si aspetta, bella, intrigante e raffinata»

Nicoletta Romano, lo stile, lo charme, il savoir faire e la forza del carattere di un talento indiscutibile

I tempi cambiano in fretta ma certe cose rimangono immutate. La classe in una donna come Nicoletta Romano non è una conquista ma una dote innata, dove l’educazione ricevuta e l’ambiente in cui ha vissuto hanno fatto il resto.

Giornalismo, letteratura, cinema, arte e design sono solo alcuni dei suoi campi di interesse, per non parlare poi delle interviste esclusive a personaggi illustri e la collaborazione con il magazine Avenue. Nicoletta Romano è una donna dalle nobili qualità che chiunque le si avvicina percepisce immediatamente. Conosce le regole della vita e sa agire di conseguenza senza esagerare, riuscendo a discutere di qualsiasi argomento senza mai perdere la sua compostezza. Ha un’enorme cultura che non ostenta mai e questo la rende ancor più carismatica. Per chi ancora non la conoscesse, Nicoletta Romano è una donna che nel corso della sua vita non ha mai avuto paura di confrontarsi, di difendere le sue idee e di urlare al mondo intero il suo amore per la libertà di espressione nell'ambito del giornalismo e della scrittura.

L'abbiamo intervistata per conoscere meglio i segreti del suo successo professionale.

Come è stato il suo esordio nel giornalismo?
Dopo aver conseguito la laurea in Letteratura Cinematografica e Televisiva all’ULB, Università di Bruxelles, dove ho vissuto per lungo tempo dividendomi tra la capitale belga e Parigi, ho iniziato a collaborare con la rivista L’événement che oggi non esiste più. Sempre alla ricerca di nuove esperienze professionali sono approdata poi alla rivista newyorkese “Avenue”, dove ho scoperto il vero valore della meritocrazia, cosa che purtroppo nel nostro paese è quasi totalmente assente. Per me è stata una cosa meravigliosa essere valutata solo per le mie qualità professionali senza dover mercanteggiare o elemosinare qualcosa. L'esperienza a New York come corrispondente europea ha rappresentato una vera svolta nella mia vita.

Il difficile ruolo di essere donna nel giornalismo.
Essere donna in ambito professionale e soprattutto nel giornalismo richiede molto coraggio, purtroppo esistono ancora troppi ostacoli per una crescita. La disparità di genere in questo settore è ancora attuale, nonostante si stiano facendo molti sforzi per equiparare le mansioni. Purtroppo questa disuguaglianza esiste tuttora e mettersi in gioco, equivale ad inoltrarsi costantemente in un’avventura che richieda sfide continue. Senza contare poi l'impegno nella vita privata.

Lei ha fatto una serie di interviste esclusive con personaggi del calibro di Buzz Aldrin, Jane Birkin, Hanna Schygulla, Giorgio Albertazzi e molti altri nomi importanti: perché non ha scelto la carriera televisiva?
Primo perché nessuno me l'ha mai proposto, io non sono brava ad andare a bussare alle porte a chiedere favori. E’ il mio grande difetto in questa società, non sgomito e non vado a chiedere favori per orgoglio, e forse questo mio comportamento ha rappresentato un grande freno nel mio percorso professionale. D'altro canto, mi piace scrivere. La scrittura per me è la base di tutto. Il mio primo desiderio è stato sempre quello di poter diventare scrittrice, infatti, la creatività mi ha sempre affascinata.

Ci parli del suo rientro in Italia
Il rientro in Italia, dopo numerosi anni vissuti all'estero, è stato in verità abbastanza scioccante, perché ho trovato una grande chiusura, che non ricordavo. Purtroppo è venuto a mancare improvvisamente mio papà e sono dovuta tornare all'ovile di gran carriera e per l'appunto, a VareseNonostante mio padre fosse un avvocato molto stimato per le sue grandi doti forensi e per il fatto che avesse aiutato molte persone in ambito giornalistico, io, ingenuamente, mi sono rivolta a coloro che sapevo avevano beneficiato di questo supporto per poter essere introdotta nell'ambiente professionale ed ho trovato invece molta diffidenza e porte chiuse. In pratica mi sono dovuta reinventare e devo ringraziare solo me stessa se sono arrivata dove sono arrivata. Ahimè, fa parte del carattere varesino provare diffidenza verso le novità ed è un gran peccato perché la città di Varese ha molto da dare. Pertanto, ho iniziato a collaborare con diverse testate nazionali quali Chi, Gente, Io Donna, AD e molte altre. Inoltre, ho fatto parte anche del “Progetto Perseo”, indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sezione Editoria, un progetto multimediale condiviso da Italia, Francia e Spagna. Poi, il caso ha voluto che alcuni anni dopo, ormai integrata nella comunità varesina, incontrassi il mio attuale editore, Giuseppe Vuolo, che di fatto accettò un mio progetto: realizzare una rivista sui generis sulla falsariga di “Avenue”. Una rivista che parlasse sì del locale ma che spaziasse anche altroveCon lo stesso editore ho pubblicato un romanzo, “Naxamena”, edito da Living Edizioni e una raccolta di novelle “Storie di questo e dell’altro mondo” edito da Quirici. Ultima mia fatica “Diario di una Quarantena”, sempre per Quirici Edizioni.

Living is Life” non solo magazine di architettura e design, ma anche di vita mondana e gossip.
Living is Life nasce come magazine di architettura e design dedicato al mondo dell'habitat e al mondo "tout court" di Varese e provincia e non solo... Il nome di questo mensile incorpora la parola “living” che è intesa come spazio ma anche come vivere e “life” che ricorda la mitica rivista “Life”. Si tratta di una testata studiata fino nei minimi particolari che si adatta alla realtà varesina e che nel corso di 15 anni ha avuto successo anche grazie a innumerevoli servizi fotografici sugli eventi mondani e di alcuni vip. Infatti, nel nostro mensile non parliamo esclusivamente di case, di architettura e di design, ma anche di una Varese che non ci si aspetta, molto bella, intrigante e raffinata.

Quali sono i suoi progetti futuri?
Sicuramente terminare un romanzo a cui sto lavorando da un po' di tempo, forse troppo tempo, ma soprattutto espandere la notorietà dell'evento “Varese Design Week”, un appuntamento internazionale, che promuove design, cultura e territorio. La rassegna, nata nel 2016, mi coinvolge moltissimo e insieme alle altre ideatrici Silvana BarbatoSilvia Giacometti e Laura Sangiorgiauspichiamo possa rappresentare sempre di più un momento di attenzione verso il mondo del design e della cultura, che nella nostra vision è volto a stimolare l’interesse non solo degli addetti ai lavori ma di un pubblico più ampio, curioso e interessato al bello, alla ricerca del gusto e alla rivalutazione della città nei suoi luoghi più significativi.

Maurizio Losorgio

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