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Storie | 14 luglio 2020, 19:30

“Donna Felice” compie un anno: «Radici, diritti sociali, libertà. Dentro una tazzina di caffè»

Il progetto della storica torrefazione Felmoka parte da Malnate e arriva fino alle donne del Brasile, unendo gusto e cambiamento. A raccontarlo è Talia Miceli, nipote del fondatore Felice Volpe: dal viaggio a Minais Gerais all’omaggio al nonno, una… miscela di emozioni tutta da scoprire

Un dolce ritratto della famiglia Felmoka: le figlie Emanuela ed Elena e la nipote Talia insieme al nonno Felice Volpe, fondatore dell'azienda malnatese, scomparso un anno fa

Un dolce ritratto della famiglia Felmoka: le figlie Emanuela ed Elena e la nipote Talia insieme al nonno Felice Volpe, fondatore dell'azienda malnatese, scomparso un anno fa

Una storia che parte dall’altra parte del mondo e arriva fino nelle nostre case e consuetudini, legando gusto e diritti civili. L’iniziativa si chiama “Donna Felice” ed è promossa dalla Felmoka, storica torrefazione di Malnate, che ha deciso di prendersi cura dei diritti sociali delle donne che lavorano nelle coltivazioni di caffè, andando in Brasile per toccare con mano la materia prima e soprattutto il valore umano che sta dietro ad una tazzina di caffè.

A raccontarci l’iniziativa - e farne un bilancio alle porte del primo “compleanno” - è Talia Miceli, responsabile marketing e comunicazione della Felmoka, project manager di "Donna Felice" e nipote di Felice Volpe, il fondatore, che nel 1960 trasformò il suo sogno in realtà: aprire la sua azienda. Azienda che, 60 anni dopo, è un punto di riferimento per gli amanti del caffè di tutta Italia. 

«Il nostro progetto vuole creare lavoro attraverso il lavoro. Noi non facciamo altro che vendere dei prodotti acquistando una materia prima che ci costa di più, ma che scegliamo deliberatamente di acquistare a prezzi superiori perché sappiamo che produce una serie di cambiamenti e crea opportunità che in alcuni paesi, ancora, non esistono». 

«Una donna indipendente è libera. E felice»

Alla base c’è dunque un concetto di (grande) solidarietà: Felmoka ha deciso di trattare prodotti selezionati ma, al fianco della qualità della materia prima, ha posto un focus importante sulla qualità di vita di chi sta “alla base della catena” con il suo lavoro. «Tutto è nato nel Natale del 2018, grazie alla collaborazione con un nostro fornitore di caffè crudo, “Spiga trading”, che ci ha presentato questo caffè proveniente dal Brasile che viene coltivato da un’associazione internazionale che si chiama “IWCA”, (International Women’s Coffee Alliance). L’associazione tutela il lavoro femminile e dà opportunità a tutte quelle donne che ruotano attorno alla filiera produttiva del caffè di potersi formare ed avviare una produzione propria».

Donne in Brasile. E a Malnate: «In azienda oggi ci siamo io, mia mamma e mia zia - prosegue Talia - Ci siamo subito innamorate dell’idea e inizialmente abbiamo acquistato una fornitura di 60 kg di questo caffè crudo, decidendo di sostituire la miscela che usavamo precedentemente con questa nuova. Così, l’estate scorsa, ad agosto, è nata ufficialmente la linea di caffè “Donna Felice”: la miscela in grani per la moka e per la macchina “Espresso”, il caffè americano e quattro capsule compostabili compatibili con il sistema “Nespresso”». 

“Donna Felice” è dunque prossima a spegnere la sua prima candelina e Talia, senza nasconderne la gioia, ci racconta quanto questo progetto abbia già cambiato la prospettiva delle donne impegnate nella coltivazione: «Oggi, a poco meno di un anno dal lancio del marchio, siamo assolutamente soddisfatte degli ottimi risultati che stiamo avendo soprattutto nei contesti lavorativi delle donne nei loro paesi d’origine, dove stanno acquisendo sempre più libertà. Una donna felice è una donna libera, e una donna è libera quando acquisisce indipendenza economica».

Un nome che unisce passato e futuro

La scelta di “Donna Felice” per questa linea di prodotti non è ovviamente casuale. Il nome lega passato e futuro, unendo due contesti in uno solo: “Felice”, come il fondatore dell’attività, le radici, le fondamenta; e “Donna”, come un tempo che deve ancora venire ma che già sta arrivando, permettendo di emanciparsi a quelle donne che si trovano in condizioni lavorative precarie in paesi dove la strada per i diritti civili è tuttora in gran parte da percorrere. 

Il ricordo di Talia, così, non può che andare al nonno, mancato nel 2019 a 82 anni: «Tra noi due esiste un legame imprescindibile e sottolineo che esiste, al presente, perché lui rimarrà sempre nel mio cuore: mi ha insegnato così tanto che qualsiasi parola non sarebbe sufficiente per ringraziarlo - si emoziona, ed emoziona, Talia - Quando qualcuno ti trasmette una cosa in cui credere allora quel qualcuno è speciale, perché lui stesso mi ha reso felice, e soprattutto mi ha fatto capire cos’è la felicità». 

«Quei bimbi che ballavano sotto la pioggia: indimenticabili»

Quando si parla di caffè non si può non parlare del Brasile, primo produttore al mondo. E per questo Talia - insieme alla mamma Emanuela, Ceo dell’azienda, e alla zia Elena, responsabile amministrativa, figlie del fondatore Felice - ha intrapreso un viaggio nel cuore delle coltivazioni dei piccoli alberi tropicali che prendono il nome di Coffea, precisamente a Minas Gerais, uno stato del sud-est brasiliano, recandosi direttamente sui campi di lavoro, incontrando di persona le donne protagoniste dell’iniziativa

Un viaggio indimenticabile (che potete vivere nelle immagini e nelle parole del video e della galleria fotografica che trovate in basso): «È stata un’esperienza sensazionale. La cosa che mi ha più segnato è stata la fortissima connessione che queste persone hanno con la loro terra, perché il loro lavoro e le loro vite cambiano letteralmente in base alle condizioni atmosferiche. A dimostrare ciò è un episodio al quale abbiamo assistito l’ultimo giorno del nostro viaggio, durante la festa di fine raccolto: cominciò a piovere e i bambini corsero a ballare sotto la pioggia urlando di felicità; una gioia irrefrenabile, derivante dal fatto che lì l’acqua non scendeva dal cielo da cento giorni. Un momento magico, in cui non ho potuto trattenere le lacrime». 

«In quella tazzina c’è il nostro caffè. E tutto ciò in cui crediamo»

Abbiamo voluto raccontare una storia emozionante che non parla solo di caffè, ma che si occupa delle persone, del fattore umano, perché questo prodotto noi lo usiamo spesso per svegliarci, ma altri invece lo usano sempre per vivere.

Così, per concludere, non troviamo nulla di meglio rispetto alle parole di Talia, che riassumono la filosofia di Felmoka e del suo progetto “Donna Felice”: «Crediamo nelle radici, che nessuno vede e che permettono all’albero di crescere; crediamo nel potere delle idee, che sono il motore di tutte le rivoluzioni; e crediamo nelle donne, che unendo menti e cuori possono cambiare il mondo. Questo è tutto ciò che è contenuto in una tazza del nostro caffè, oltre al caffè». 

 

Andrea Galizia

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