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Territorio | 17 aprile 2020, 17:55

Coronavirus, da Malnate testimonianza choc: «Mio suocero sospetto positivo costretto a tornare a casa dall'ospedale in taxi»

Il racconto di una donna che, in questi giorni, si è trovata con due familiari alle prese con l'emergenza Covid-19. Un vortice da cui sembra essere difficile riemergere: «Mia suocera sta sempre peggio e nessuno a oggi l'ha visitata. Mio suocero in attesa dell'esito del tampone costretto in strada a cercare un taxi»

Coronavirus, da Malnate testimonianza choc: «Mio suocero sospetto positivo costretto a tornare a casa dall'ospedale in taxi»

Potenzialmente contagioso si è visto costretto a tornare in taxi dall'ospedale. È solo una delle tante disavventure, certamente la più surreale, che una coppia di coniugi malnatesi, alle prese con il Coronavirus, ha dovuto affrontare in questi giorni di emergenza.

Una situazione assurda. Entrambi ammalati - prima la moglie che poi ha contagiato anche il marito - la famiglia è finita in un vortice da cui sembra essere difficile riemergere. Le traversie sono state raccontate dalla nuora, che chiede di restare anonima, fortemente esasperata dalla situazione caotica nella quale è precipitata.

Tutto ha avuto inizio l'8 aprile quando la signora malnatese ha scoperto di essere infetta: «Quel giorno - racconta la nuora - le hanno fatto il tampone e purtroppo veniamo a sapere che è positiva. La chiamano il giorno dopo dicendole che ha il  Covid-19. In quel momento non aveva grossi sintomi se non la tosse e così la dottoressa le dice che si poteva aspettare».

Ma il quadro clinico con il trascorrere del tempo è peggiorato: «Nel frattempo i sintomi si sono aggravati, con tosse forte e dolori su tutto il corpo. Chiamiamo la guardia medica e le prescrivono antibiotico. Lunedì mattina visto che la situazione non migliorava, anzi, abbiamo ricontattato quelli che si occupano del Covid che le hanno prescritto altre medicine, in particolare antistaminici e antimalarici. La terapia produce grande sofferenza per gli effetti collaterali. Ancora oggi nessuno l'ha visitata».

Il contagio si è poi diffuso tra le mura domestiche: «Mio suocero ha cominciato ad accusare problemi di salute importanti. In particolare tosse persistente e febbre alta. Chiamiamo il 112 dopo il consiglio della dottoressa di portarlo in ospedale. Rimane qualche ora in ospedale, dal pomeriggio alla sera, e viene poi dimesso come presunto Covid poiché sapremo solo nelle prossime ore l'esito ufficiale del tampone, ma ovviamente si tratta solo di una questione burocratica perché sappiamo benissimo che è Covid. Per tornare a casa - racconta la donna - gli consigliano il taxi».

Potenzialmente infetto si è trovato in mezzo alla strada con un cellulare di vecchia generazione, impazzendo nel tentativo di contattare un taxi. «Purtroppo lui - racconta la nuora - non è molto tecnologico. Si è trovato solo in mezzo alla strada a chiamare il taxi perché era il servizio meno costoso. Mi chiedo: vogliamo evitare il contagio e poi li facciamo tornare in taxi?».

«Mio suocero è stabile - continua la testimonianza - Mentre mia suocera sta sempre peggio. Nessuno a oggi l'ha visitata e quindi saremo costretti a chiamare di nuovo l'ambulanza nella speranza però che, una volta dimessa, non debba tornare anche lei con il taxi».

Pino Vaccaro

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