Politica | 20 dicembre 2025, 11:05

Artoni (Stati Generali Centro Destra Luino): «La tassa sulla salute dei frontalieri è un pacco di Natale»

Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere di minoranza di Azione Civica e candidato sindaco: «Il vero problema? Medici e infermieri scappano in Svizzera per stipendi tripli. La soluzione? Pagarli meglio. Con quali soldi? Con quelli degli stipendi d'oro dei dirigenti sanitari. Invece no. Meglio una tassa ingiusta, inapplicabile e dannosa»

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Furio Artoni consigliere di minoranza di Azione Civica per Luino e Frazioni e candidato sindaco per gli Stati Generali del Centro Destra Luino sul tema della tassa sulla salute dei frontalieri:

E’ di pochi giorni fa il decreto di attuazione della tassa sulla salute ai frontalieri , da 30 a 200 euro al mese. E’ Natale e come accade durante le feste, arrivano i pacchi natalizi. E che pacco! C'era una volta un Paese con un problema: gli ospedali di confine perdevano medici e infermieri, sedotti dagli stipendi elvetici.

Prima mossa: tagliare 40 milioni ai comuni di frontiera. Secondo atto: marcia indietro tra le proteste. Sono stati bravi a emendare una legge già  chiara. Come dice un mio amico prima graffiano la loro auto poi l’aggiustano e pretendono un premio: applausi. Terzo atto: applicare una tassa sulla salute per i frontalieri. Risultato: rischiamo di mandare a carte quarantotto cinquant'anni di rapporti con la Svizzera.

La mozione contro la tassa sulla salute è stata  presentata in consiglio comunale a  Luino, e approvata. Primo comune che ha preso una decisone netta contro questa che è una tassazione ingiusta e incostituzionale. La legge prevede che i 60.000 italiani che lavorano in Svizzera paghino tra 30 e 200 euro al mese per usare il servizio sanitario nazionale. Come si calcola lo stipendio "netto svizzero"? Mistero. Chi controlla? Nessuno. Chi fornisce i dati? La Svizzera dovrebbe, ma – sorpresa – non è obbligata e non lo farà. Perché mai dovrebbe aiutarci a tartassare i suoi dipendenti?

Nel 2020, dopo anni di negoziati, Italia e Svizzera firmano un accordo: i frontalieri pagano tasse ridotte all'80%, Berna versa alle nostre regioni il 40% del gettito. Decine di milioni l'anno, soldi veri, automatici. Passa un anno e l'Italia, con grazia, decide unilateralmente di stravolgere tutto. Inventa una tassa che gli accordi non prevedono, viola il principio "niente doppie imposizioni", e si stupisce se a Berna storcono il naso. La tassa dovrebbe "sostenere il servizio sanitario delle aree di confine". Le stesse aree che già ricevono la compensazione svizzera per quello scopo. È come incassare l'affitto e poi chiedere un supplemento per averlo riscosso.

Il vero problema? Medici e infermieri scappano in Svizzera per stipendi tripli. La soluzione? Pagarli meglio. Con quali soldi? Con quelli degli stipendi d'oro dei dirigenti sanitari. Invece no. Meglio una tassa ingiusta, inapplicabile e dannosa. Tutto fuorché toccare le centinaia di dirigenti che guadagnano più del Presidente della Repubblica. I rischi: migliaia di ricorsi. Sospensioni dei giudici. Bocciatura della Corte Costituzionale. La Svizzera congela la compensazione. Le regioni restano con meno soldi. Governo in marcia indietro.

Ma avremo dimostrato che quando si tratta di pasticciare nei rapporti internazionali, violare accordi appena firmati, inventare tasse inapplicabili e scontentare tutti senza risolvere nulla, noi non temiamo confronti. Come mi raccontava il mio amico Stefano: il carrozziere continua a graffiare l'auto e a  bucare le gomme e noi paghiamo il conto dopo che l’ha riparata e magari pretendono che gli diciamo che sono stati bravi. Complimenti e applausi.

Comunicato Stampa


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