Sentiamo spesso parlare di specie aliene, o alloctone, alcune presenti anche nell'ecosistema della provincia di Varese, ma di cosa si tratta in realtà? Ne parliamo con l’agronomo Eugenio Gervasini, che collabora con il Sistema europeo di informazione sulle specie aliene del JRC del Centro Comune di Ricerca di Ispra.
Con il termine di specie aliene si intendono quegli organismi che sono stati introdotti dalla loro area di origine in continenti diversi, nel nostro caso in Europa, per mezzo delle attività umane, per l’utilizzo in agricoltura, in acquacultura, attraverso il commercio internazionale e il turismo.
Qual è la situazione attuale dottor Gervasini?
Nel secondo dopoguerra, in seguito all’aumento del traffico commerciale, l’introduzione intenzionale, per l’allevamento o la coltivazione, o accidentale dovuta all’infestazione delle merci, si è osservato un aumento dell’arrivo di nuove specie animali e vegetali, contenuto solo in parte dall’azione legislativa e dall’attività di controllo alle frontiere delle autorità incaricate della vigilanza su animali e vegetali in importazione. Le nuove specie, spesso dotate di notevoli capacità di sopravvivenza, adattamento e competizione, si diffondono e prevalgono sulle specie native, danneggiando la biodiversità. Questo può anche causare la riduzione della capacità dell’ambiente di fornirci delle funzioni essenziali, definite con il termine servizi ecosistemici, come ad esempio la produzione di cibo e altre risorse naturali, la purificazione dell’aria e dell’acqua, la protezione del territorio da alluvioni, sino ai valori estetici e culturali. Le specie aliene sfruttano le condizioni di difficoltà degli ecosistemi causate dalle attività umane.
Per quanto riguarda la provincia di Varese cosa possiamo dire?
Il territorio della provincia di Varese è caratterizzato dalla presenza di vaste aree naturali e seminaturali, laghi, corsi d’acqua e zone umide di elevato valore per la presenza di una ricca biodiversità, ad esempio la Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano, patrimonio UNESCO, che comprende anche il Parco Lombardo della valle del Ticino e il Parco Campo dei Fiori. Uno degli ambienti più interessato dal problema delle specie aliene è quello acquatico. Se consideriamo ad esempio i laghi, ed il lago di Varese in particolare, molti sono gli esempi di pesci alieni: il persico sole, il lucioperca, il persico trota introdotto a fine ‘800 nei laghi di Monate e Comabbio, i due piccoli pesci gambusia e pseudorasbora, il carassio, il pesce gatto, il pesce siluro. Sono presenti anche il gambero rosso ed il gambero americano. Va sottolineato che alcune specie sono state introdotte da parte di pescatori, alla ricerca di prede più interessanti per la pesca sportiva.
Quali sono altre specie aliene presenti nel lago?
Nel lago sono presenti anche due importanti specie aliene: la ludwigia, o porracchia, dai fiori gialli. È una specie di interesse europeo e forma grandi masse galleggianti, che devono essere rimosse con cura evitando di lasciare porzioni di pianta che possono ricostituire i popolamenti. Il fior di loto, forma grandi e vistosi popolamenti sia nel lago sia nella palude Brabbia e viene contrastato con il taglio. Nel lago Maggiore sono presenti anche le piante acquatiche lagarosiphon e eolodea. Di recente nel lago di Varese è stata segnalata la presenza di un piccolo organismo del gruppo Briozoa, Pectinatella magnifica, nelle zone di Schiranna, Calcinate del Pesce e Bodio Lomnago, che sviluppa colonie e forma masse traslucide gelatinose. E’ importante segnalare l’arrivo nel lago Ceresio della cozza Quagga, che può causare danni alla biodiversità e anche alle infrastrutture.
Quali azioni si possono mettere in campo per affrontare questo problema e preservare il territorio?
Per affrontare in maniera coordinata il problema delle specie invasive aliene l’Unione Europea ha adottato il Regolamento 1143/2014 per attuare misure di prevenzione, allerta rapida, eradicazione e contenimento di specie considerate particolarmente pericolose per la biodiversità europea. La valutazione scientifica di dossier specifici ha permesso di includere nella lista europea 114 specie, 65 animali e 49 piante, per le quali le autorità competenti degli Stati Membri attuano un monitoraggio sistematico e stabiliscono priorità di intervento, anche per mezzo di collaborazioni transfrontaliere. E’ importante anche sviluppare e sostenere iniziative che favoriscano l’aumento della resistenza (resilienza) degli ecosistemi per favorire le specie native, ricostituendo e potenziando le connessioni ecologiche tra aree naturali, interrotte da edificazioni e infrastrutture. In questa direzione molto utile è il supporto legislativo fornito dal recente regolamento Europeo sul ripristino degli ambienti naturali (Nature Restoration Law). E’ però altrettanto importante favorire dei comportamenti personali e consumi consapevoli e sostenibili, per ridurre il nostro impatto negativo sugli ecosistemi e sulle specie native che li popolano. Le amministrazioni pubbliche, provinciali e comunali, devono considerare il problema delle specie aliene all’interno del territorio di competenza, fornendo indicazioni e supporto per l’attuazione delle necessarie misure di contrasto e attuando misure coerenti e coordinate con i territori confinanti.
Quale ruolo rivestono le persone?
Le persone hanno un ruolo importante nel facilitare la diffusione delle specie aliene, attraverso l’acquisto, fornendo loro cibo, scambiandole o rilasciandole nell’ambiente. Per questo è importante aumentare la loro consapevolezza su questo tema e le loro conoscenze, attraverso l’educazione scientifica ed il coinvolgimento nel monitoraggio e la raccolta di dati sulla biodiversità, con la Citizen Science, e nella gestione, attraverso i molti progetti a livello locale che mirano al contenimento delle specie invasive e alla tutela della biodiversità nativa. Il contributo che le associazioni di tutela ambientale e dei volontari nella diffusione delle conoscenze e nella partecipazione delle persone è vitale. Persone e associazioni possono svolgere il ruolo di “sentinelle del territorio” e osservando segnalando tempestivamente cambiamenti negli ecosistemi.
Come e dove si possono approfondire questi temi?
Molti sono i programmi di informazione e educazione, svolti da autorità nazionali e dalla Regione Lombardia (Naturachevale della Regione Lombardia https://naturachevale.it/wp-content/uploads/2021/07/Invasioni-aliene-in-Lombardia-2019.pdf). Molto attivi in questo senso sono anche i Parchi presenti sul territorio della provincia di Varese. Il JRC gestisce il Sistema Europeo di informazione sulle specie aliene, EASIN https://easin.jrc.ec.europa.eu/easin, mettendo a disposizione informazioni scientifiche e dati sulla loro distribuzione in Europa. Sono a disposizione numerosi strumenti anche online, quali il corso “Hai visto un alieno” del JRC (https://academy.europa.eu/courses/have-you-seen-an-alien). Ho personalmente svolto relazioni di introduzione al tema delle specie aliene a studenti di scuole primarie, secondarie, e università, e in occasioni di eventi di divulgazione scientifica.










