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Economia | 05 dicembre 2025, 19:40

Oltre il fallimento: la nuova grammatica dell’errore spiegata da Pelligra alla Liuc

Alla Liuc e online un nuovo incontro del ciclo “Errare humanum est” dedicato al ruolo creativo dell’errore. Protagonista Vittorio Pelligra, economista dell’Università di Cagliari, che ha guidato il pubblico in un viaggio tra scienza, giudizio e fallibilità umana. Il percorso, promosso dal Centro Pastorale Frassati e dalla Sec, continua con due nuovi appuntamenti a dicembre e gennaio

Oltre il fallimento: la nuova grammatica dell’errore spiegata da Pelligra alla Liuc

Alla Liuc e anche online è andato in scena un nuovo appuntamento del ciclo “Errare humanum est”, un percorso che invita a guardare all’errore non come una caduta da evitare, ma come una lente attraverso cui leggere la condizione umana. L’iniziativa è promossa dal Centro Pastorale Frassati Liuc in collaborazione con la Scuola di economia civile di Loppiano, con l’obiettivo di esplorare la precarietà, il fallimento e il loro potenziale generativo.

Pelligra e la domanda che divide la scienza

Venerdì 5 dicembre l’ospite è stato Vittorio Pelligra, ordinario di Politica economica all’Università di Cagliari, con una relazione dal titolo “Perché sbagliare non sempre è sbagliato. La nuova economia dell’errore generativo”.
Pelligra ha accompagnato il pubblico in un viaggio avvincente nella storia del pensiero scientifico, partendo dalla Vienna dei primi del ’900, dove si riteneva che solo ciò che può essere verificato in laboratorio possa definirsi scienza. Da qui ha introdotto il celebre paradosso del “tacchino induttivista” raccontato da Russell: un tacchino nutrito ogni mattina alla stessa ora sviluppa una convinzione apparentemente razionale, che però si rivela tragicamente falsa la vigilia di Natale. Un esempio che mette a nudo i limiti dell’induzione.

Popper e la rivoluzione della fallibilità

Il racconto si è poi spostato su Karl Popper, che propose un nuovo criterio per distinguere scienza e pseudoscienza: la falsificabilità. «Le teorie scientifiche - ha spiegato Pelligra - vivono perché possono essere messe alla prova e smentite. Al centro della scienza non c’è la certezza, ma la fallibilità». Un ribaltamento che restituisce dignità all’errore come motore del progresso.

Errori, giudizi e cervelli affamati di energia

L’economista ha poi descritto le numerose forme dell’errore umano: errori di pianificazione, di esecuzione, consapevoli o inconsapevoli, errori cognitivi e di giudizio. Ha citato il celebre studio sui giudici che, nelle sentenze di libertà vigilata, risultavano più severi con l’avvicinarsi dell’ora del pasto. Un esempio potente per mostrare quanto fattori apparentemente irrilevanti possano deviare le nostre decisioni.

A incidere è il modo in cui funziona il nostro cervello, diviso tra un sistema rapido e intuitivo e uno lento e razionale. Le euristiche, strategie mentali utili per orientarsi nella complessità, possono però generare errori come l’eccessiva sicurezza, la disponibilità di ricordi facilmente accessibili o la tendenza a giudicare per somiglianza.

Cambiare le decisioni si può

Pelligra ha sottolineato come uno degli errori più diffusi sia ignorare il valore conoscitivo dell’errore stesso. Migliorare la qualità delle decisioni è possibile: cambiando il decisore, modificando l’ambiente in cui si decide, utilizzando tecniche di decision analysis, sviluppando nuove competenze e ricorrendo a strategie di nudging, debiasing o counter-biasing.

I prossimi appuntamenti del ciclo

Il percorso “Errare humanum est” proseguirà mercoledì 10 dicembre con Rossana Andreotti, che indagherà come viviamo l’errore nel mondo del lavoro tra limite, colpa e apprendimento.
Venerdì 23 gennaio 2026 sarà invece il turno di Don David Maria Riboldi con un incontro dedicato al complesso rapporto tra cattolici e “rieducazione”, un itinerario storico e culturale che promette nuovi spunti di riflessione.

L.Vig.

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