Dalla cascina agricola e dalla povertà alla maglia rosa, conquistata al cospetto del grande Bernard Hinault: la storia di Panizza Vladimiro detto Miro dimostra che anche la classe operaia è destinata al Paradiso. Corridore dal carattere focoso, orgoglioso, indomito, Miro brilla nell’albo d’oro della Corsa Rosa per il numero record di Giri conclusi (16), nove dei quali entro i primi dieci, per le sei maglie rosa e le due tappe conquistate. Memorabili anche certe sue cavalcate al Tour de France e altre vittorie come la Milano-Torino del Centenario.
Ricordarlo a 80 anni dalla nascita è cosa buona e giusta. E il Binda Cycling Festival (promosso dall’associazione Tre Valli Varesine APS e dalla Società Ciclistica Alfredo Binda) lo farà sabato 18 ottobre alle ore 11 nella nuova sede della Binda di via Carrobbio 2 a Varese con l’evento di presentazione del libro-biografia scritto da Paolo Costa “Miro Panizza - Campione tra i campioni” (edizioni Macchione).
Il caro Miro, enfant du pays tradito nel 2002 dal suo cuore generoso, sarà raccontato da Franco Balmamion, Mario Lanzafame, Giuseppe Fezzardi, Franco Cribiori, Ezio Moroni e tanti altri campioni che l’hanno accompagnato come avversari o coequipiers, ciclisti di un’epoca romantica in cui nelle corse il fattore umano prevaleva nettamente su quello scientifico.
Il libro ricostruisce la storia di un campione nato in campagna, alle Fornaci di Fagnano Olona, trasportandoci in un piccolo universo locale di persone e situazioni che costituiscono a tutti gli effetti parte delle nostre radici, un’identità che il ciclismo ha contributo a plasmare. Una disciplina sportiva dove sono presenti tensione, caccia ai limiti, sofferenza, rivalità e amicizia, il bene e il male. È il bello del ciclismo: si corre, si vince e si perde da soli (a volte insieme) e sulla strada si incontrano complicità e trappole. Come nella vita.
Il bello del ciclismo è che anche i perdenti affascinano, bussano all’anima e vi trovano un posto per sempre. E Miro Panizza ha vinto (non esageratamente), ha perso, ma soprattutto ha saputo metterci il cuore, tutto il cuore. Tanto che spesso la circostanza per lui finiva in lacrime. Miro era uno tosto, capace di grandiosi slanci di generosità. Ne è un esempio la Casa di Miro, che ancora oggi in quel di Rodero (Como) assiste persone disabili e che il gruppo dei Bindun, fondato da campioni ed ex campioni compreso Panizza, contribuì a far nascere.
L’ultimo appuntamento con il Binda Cycling Festival sarà sabato 25 ottobre alle ore 11 quando andrà in scena la presentazione del libro “Fausto, il mio Coppi-Storia di un amore in salita nel diario della moglie Bruna” con l’autrice Luciana Rota e Marina Coppi. Sarà l’occasione per rivivere storie e personaggi di un’epoca speciale e indimenticabile dello sport e del nostro Paese.
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