Riceviamo e pubblichiamo la nota del capogruppo di minoranza Furio Artoni (Azione Civica per Luino e Frazioni) riguardante i lavori di via Pascoli:
C'è qualcosa di tragicamente ironico nel vedere una città che si autodefinisce "la città dei bambini" programmare lavori che di fatto impedirebbero l'accesso alle scuole di Voldomino proprio ai bambini. O forse dovremmo dire: c'è qualcosa di coerentemente grottesco, se consideriamo che quelle orme rosse dipinte sui marciapiedi – pensate per segnare il passaggio gioioso dell'infanzia – sono ormai diventate il simbolo perfetto di un'amministrazione che blocca iniziative.
L'avvocato Andrea Pusceddu, Presidente della Scuola dell'Infanzia di Voldomino, ha sollevato una questione che definirei elementare, se non fosse che evidentemente l'elementare è diventato un concetto troppo complesso per chi governa Luino. Nei prossimi giorni verrà interdetto l'accesso a Via Pascoli per un mese intero, onde procedere a lavori manutentivi su un muro transennato da anni. Durante l'anno scolastico. Con un asilo e una scuola elementare operative.
Luino è una città amministrata da persone che evidentemente considerano i bambini una variabile trascurabile nelle equazioni della gestione pubblica. Curioso, per la "città dei bambini".
Ma la questione non è solo logistica, è drammaticamente più seria. Come ha sottolineato giustamente l'Avvocato Pusceddu, la chiusura totale della via impedirebbe l'accesso a qualsiasi mezzo di soccorso. Parliamo dell'incolumità di decine di bambini e dei residenti. Parliamo di sicurezza elementare, quella che dovrebbe essere il minimo sindacale .
E qui viene il punto dolente: nessuno ha consultato il Presidente dell'Asilo. Nessuno, si presume, ha consultato la dirigente della Scuola Elementare. Si è deciso di procedere come se quelle due istituzioni fossero fantasmi burocratici, fastidiosi ingombri in una via che evidentemente serve solo a far passare ruspe e operai.
La domanda sorge spontanea: questa maggioranza di sinistra, così attenta ai simboli e alle narrazioni – le orme rosse, i convegni sulla città dei bambini, le foto di rito davanti alle scuole : siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che tra lo slogan e la realtà c'è un abisso che neanche un mese di lavori stradali potrebbe colmare?
Perché vedete, cari amministratori, dipingere orme rosse è facile. Programmare un cantiere considerando la sicurezza dei bambini richiede competenza e quella banale cortesia istituzionale che si chiama "consultare chi di dovere". Cose che, evidentemente, scarseggiano.
Quelle orme rosse sui marciapiedi resteranno solo quello che sono diventate: il segno di un blocco, di un'immobilità decisionale mascherata da buone intenzioni. E la "città dei bambini" rimarrà solo un bel titolo per qualche depliant turistico, mentre i bambini veri continuano a essere dimenticati nelle decisioni che contano davvero.
Come diceva Leo Longanesi, "in Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco". In questo caso, l'arabesco si chiama Via Pascoli chiusa, e la linea più breve sarebbe stata consultare chi nelle scuole ci lavora tutti i giorni. Ma forse era chiedere troppo.
Furio Artoni Azione civica - Stati generali del centro destra














