Pomeriggio memorabile per la storia della cultura varesina quello di domenica 28 settembre. In un Salone Estense colmo di melomani e appassionati, è stato assegnato il premio "Francesco Tamagno 2025" al tenore Fabio Armiliato. La targa, con un bassorilievo in bronzo raffigurante il leggendario tenore a cui è dedicato il premio e Villa Tamagno, è stata consegnata dall'Assessore alla Cultura, Prof. Enzo Laforgia, in rappresentanza della Città di Varese.
Armiliato ha voluto regalare al pubblico varesino "L'ultima canzone" di Tosti, una malinconica romanza da salotto del 1906, che ha fatto risuonare a Palazzo estense la straordinaria e squillante voce dell'artista. Il tenore è poi stato intervistato dal presentatore dell'evento Davide Colombo, e ha ripercorso tutta la sua carriera: gli studi, il debutto del 1984 nel Simon Boccanegra di Verdi, gli anni del Metropolitan di New York, il rapporto con Franco Corelli, l'incontro con il soprano Daniela Dessi e l'inizio del loro sodalizio artistico e personale, che li ha consacrati come una delle più importanti coppie del melodramma.
La premiazione si è tenuta nell'ambito di un concerto lirico, che ha visto esibirsi tre allievi del Maestro, con grandi classici come il mozartiano "Là ci darem la mano" e "La calunnia" dal Barbiere di Siviglia, fino a brani davvero rari, come "Di sposo, di padre" dall'opera Salvator Rosa del compositore brasiliano Gomes o "O ma lyre immortelle" dalla "Sapho" di Gounod.
Il soprano Elena Dragone Malakhovskaya, il mezzosoprano Mariateresa Federico e il basso Franco Rio Castro, con la loro arte e tre voci importanti, hanno impreziosito un pomeriggio musicale in cui la lirica è stata indiscussa protagonista. Grande successo per il pianista Marco Cadario, da tanti anni ospite degli eventi organizzati dagli Amici della Lirica, il quale, oltre all'attività di accompagnamento, ha stupito i presenti con un pezzo virtuosistico del compositore Sigismund Thalberg.
Al termine del concerto, per rendere omaggio a Francesco Tamagno, di cui ricorrono i 120 anni dalla scomparsa, il premiato ha sorpreso tutti cantando una delle più difficili arie del repertorio lirico: "Dio, mi potevi scagliare", dall'Otello di Giuseppe Verdi, di cui Tamagno fu primo interprete. Straordinario successo per Fabio Armiliato che è stato apprezzato, oltre che per le sue doti canore, per la personalità, la simpatia e per il suo lato umano, che lo ha portato a commuoversi durante la cerimonia di premiazione.
Il premio è stato istituito nel 1981 dagli Amici della Lirica, come ha ricordato il Presidente Antonio Monti, organizzatore e promotore dell'evento.




















