Continua a tenere banco la vicenda dell’installazione dell’antenna 5G ad Arcisate, nel rione della Motta. Installazione che è stata recentemente autorizzata dalla nuova giunta comunale (leggi QUI).
A prendere parola, stavolta, è Arcisate Oggi e Domani, il gruppo di minoranza guidato da Gian Luca Cavalluzzi, ex sindaco, in carica ai tempi dell’avvio del processo burocratico che ha portato all’installazione dell’antenna. Lo fa riportando la cronistoria della vicenda, «senza alcuna polemica, ma con un intento prettamente chiarificatore».
La vicenda inizia nell’ottobre del 2023, con il bando PNRR tramite cui la società Inwit si è aggiudicata la realizzazione dell’infrastruttura nel Comune, a cui è seguita una videoconferenza tra il sindaco Cavalluzzi e un funzionario comunale con un rappresentante del Ministero per la Trasformazione Digitale.
«In questa sede il Comune ha spiegato che non c’erano aree pubbliche disponibili per la posa dell’impianto, così INWIT SPA si è detta costretta a contattare direttamente, ma soprattutto privatamente, alcuni proprietari di terreni utili allo scopo».
Il Comune è quindi stato escluso dalla ricerca, secondo la ricostruzione offerta da Arcisate Oggi e Domani, ricevendo una richiesta ufficiale di posa dell’antenna il 13 gennaio 2025, con specifica del luogo interessato. Il Comune avrebbe dovuto qui limitarsi ad autorizzare a procedere con i lavori, in quanto la società Inwit aveva raggiunto, in maniera autonoma, un accordo con un privato.
Ma, come ben noto, il giorno successivo, il 14 gennaio 2025, la giunta è crollata, e la questione è stata dunque affidata al Commissario.
Fino ad arrivare al 5 giugno, giorno di insediamento del nuovo sindaco Centorrino e della sua giunta.
«Si evidenzia dunque che seppur è vero che la nuova amministrazione sia stata eletta “in un momento molto avanzato del progetto”, è altrettanto vero che le strade percorribili erano ancora due: o si prestava acquiescenza (come è stato deciso di fare) o si negava l’autorizzazione avviando un dialogo e rischiando un eventuale ricorso».
Per parlare della questione è stata convocata un’assemblea pubblica, in cui, secondo Arcisate Oggi e Domani, «tutte le rimostranze mosse dagli Arcisatesi intervenuti non siano state ascoltate e né l’alternativa di negare il permesso né le proposte relative ad altri spazi meno impattanti siano state prese in considerazione. Lo si ribadisce: è stata una libera valutazione della nuova amministrazione, e non un obbligo calato dall’alto, decidere se autorizzare la posa dell’antenna ovvero, per il momento negare il permesso di costruire. Lo spazio di manovra era ridotto, ma l’alternativa sarebbe esistita».
«In buona sostanza, si sarebbe potuto opporsi all’installazione - conclude il messaggio del gruppo di opposizione - Ci sarebbero stati verosimilmente ricorsi, controricorsi, pareri legali da chiedere e, evidentemente, soldi da spendere. La nostra posizione sarebbe stata questa. Pur ritenendo la copertura del segnale necessario alla cittadinanza e nella consapevolezza che le stazioni vengono considerate dalla norma nazionale come opere di interesse pubblico e di urbanizzazione primaria, è fondamentale che gli operatori rispettino i criteri e i principi di un’installazione consapevole che minimizzi l’impatto estetico e ambientale ed è dovere dell’amministrazione tutelare i suoi cittadini e il suo territorio».