Villa Mylius: la piscina è “pronta”, la Villa no. E ce ne vorrà…
A esito di un’altra vivacissima commissione congiunta Bilancio e Lavori Pubblici del Comune di Varese è stato reso noto lo stato di uno dei cantieri più complessi (il via nel 2021) aperti e condotti dall’amministrazione che da due mandati sta facendo capo a Davide Galimberti.
A relazionare davanti ai commissari l’assessore Andrea Civati, che ha in primis confermato una notizia che già girava nell’aria da settimane: la celebre piscina del Porcinai, uno dei gioielli del luogo, è in fase di collaudo e farà presto parte - completamente restaurata - del compendio pubblico della Villa, anche se non ci sarà un vera e propria “apertura” alla frequentazione esterna (per il momento non verrà riempita). Il restauro è stato conservativo, estetico, non funzionale
È il primo traguardo raggiunto, senza la richiesta di varianti e di nuove spese.
Non così si può purtroppo dire della storica ex dimora degli eredi Mylius, andata incontro - come spesso accade per le riqualificazioni che insistono su beni così vetusti e ammalorati - a imprevisti e grattacapi: «Fatti imprevisti e imprevedibili su un progetto del 2013…». Al momento - ha continuato Civati - è piuttosto corposo l’elenco degli interventi ancora previsti sia all’interno che all’esterno dell’edificio, tanto da far slittare la data di fine lavori dall’estate 2025 all’inizio di marzo (precisamente il 9) 2026.
La Villa, una volta pronta, verrà gestita dalla Fondazione Marchesi, come previsto originariamente.
Le spese in più da sopportare a causa di varianti e ritardi dovrebbero aggirarsi intorno ai 360 mila euro, in un progetto che complessivamente si aggira sui 6,4 milioni di euro, finanziati principalmente da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.
Il “rapporto” dell’assessore, inizialmente stringato, ha subito acceso - come del resto ieri sera a Palazzo Estense (leggi QUI) - i toni della discussione politica, certificando la sempre più difficile convivenza tra la maggioranza e l’opposizione, soprattutto quella “personificata” dalla Lega.
Il vicecapogruppo leghista Stefano Angei e la collega Barbara Bison hanno affermato di essere «preoccupati per il ritardo. La nuova data ci lascia di stucco, c’è davvero qualcosa che non va in questo cantiere», cercando di carpire il maggior numero di informazioni possibili senza peraltro sempre ottenerle, “rimandati” da Civati alla relazione loro consegnata precedentemente al consesso.
Eugenio De Amici (Fratelli d’Italia) e il collega Salvatore Giordano, dal canto loro, hanno chiesto conto di eventuali errori progettuali.
Le parti politiche cittadine contrapposte sono riuscite poi anche a bisticciare sul regolamento delle commissioni e sui tempi e modi degli interventi dei commissari, con tanto di urla - l’un contro l’altro armati - del PD Mattia Capriolo e del già citato Giordano, oltre a schermaglie più contenute tra la presidente della Commissione Lavori Pubblici Maria Paola Cocchiere e Barbara Bison.