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Valceresio | 20 maggio 2025, 11:18

Cavalluzzi: «Sintomatico che chi ha fatto crollare la giunta non ci sia alle elezioni. Se i cittadini lo riterranno opportuno, mi ridaranno fiducia»

A poco meno di una settimana dal verdetto delle urne, parola a colui che è stato l’ultimo a ricoprire la carica di sindaco di Arcisate: «Qualcuno ha venduto la mia testa per avere posti prestigiosi, ma è rimasto a bocca asciutta. Non ho paura del giudizio dei miei concittadini, lasciamo che a decidere chi deve amministrare siano le persone, e non i giochetti di pochi. Questa squadra nasce dalla volontà mia, di Paolo Demo e di Arianna Miotti, abbiamo trovato persone valide che non guardassero al loro orticello e alla propria volontà di emergere»

Gian Luca Cavalluzzi, candidato sindaco con la lista Arcisate Oggi e Domani

Gian Luca Cavalluzzi, candidato sindaco con la lista Arcisate Oggi e Domani

A poco meno di una settimana dal voto che eleggerà il nuovo sindaco di Arcisate, parla Gian Luca Cavalluzzi, l’ultimo a ricoprire la carica, e che si ripresenta ora alle urne dopo il crollo della sua giunta di gennaio.

Lo fa con una squadra che lo vede affiancato a Paolo Demo e Arianna Miotti, fedelissimi reduci dell’amministrazione precedente e una schiera di nuovi entrati. Su quanto accaduto a gennaio, il commento è netto: «Se i cittadini lo riterranno opportuno, mi daranno ancora fiducia».

Gian Luca Cavalluzzi, candidato per Arcisate Oggi & Domani, nonché ultimo sindaco in carica. Sono passati quattro mesi dal crollo della giunta: ripensandoci a freddo, come ha vissuto la vicenda e che cosa le rimane oggi di quanto accaduto?
Sono stati mesi molto difficili. Purtroppo le tensioni interne, le invidie e le gelosie che si sono paventate fin dai primi giorni successivi alla mia rielezione hanno condizionato la situazione. La mia grande rabbia è che qualcuno ha venduto la mia testa per avere posti prestigiosi. Alla fine, quelle stesse persone sono rimaste a bocca asciutta. Ora sono pronto a ripartire con una squadra dove non prevalgono personalismi.

Lei ha deciso di rimettersi in gioco, appellandosi al giudizio dei cittadini, mentre chi ha agito per far crollare la giunta non si è presentato alle elezioni. Cosa significa questo secondo lei?
Questo è abbastanza sintomatico della situazione. Io non ho paura del giudizio dei miei concittadini: se lo riterranno opportuno mi daranno ancora fiducia. Altrimenti, starò serenamente all’opposizione. In questo modo, lasciamo alle persone decidere e non sono i giochetti di pochi a dire chi deve amministrare Arcisate. Io ho il coraggio di metterci la faccia. Senza paura.

Quanto è stato grave, secondo lei, il commissariamento per un Comune attivo e vivace come Arcisate?
Il commissariamento di un’amministrazione blocca molte delle attività che non siano di ordinaria amministrazione. Il Commissario ha fatto comunque un grande lavoro confermando l’assunzione degli agenti della Polizia Locale, i concorsi previsti, ha approvato i bilanci... Chiaro che su alcune scelte più “politiche”, giustamente, non ha proceduto. Faccio un esempio che vale per tutto: la commissione mensa per le scuole, al momento, è sospesa con grave danno per le famiglie. Senza poi dimenticare che alcune manifestazioni non hanno ricevuto il patrocinio con vantaggio economico da parte del Comune.

Si presenta alle elezioni con una squadra composta da alcuni fedelissimi e da nuove entrate. Come è nata questa squadra?
La squadra è nata dalla volontà mia, di Paolo Demo e di Arianna Miotti. Abbiamo lavorato per trovare persone che non guardassero al loro orticello e alla propria volontà di emergere. Ci sono persone valide che vogliono davvero il bene del paese e della comunità senza guardare ad appartenenze politiche. È un gruppo molto unito e compatto dove basta guardarsi negli occhi per capirsi.

Una sua elezione significherebbe dare continuità a quanto fatto negli ultimi cinque anni e mezzo. Lo sente come un punto a suo favore?
Direi che quello che è stato fatto dal 2019 al 2024 è sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi sei mesi, direi che c’è stata una impasse dovuta ai rapporti tesissimi all’interno del gruppo di maggioranza. Quindi sì, credo che sia un punto a favore.

Redazione


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