Varese | 13 maggio 2025, 18:01

Sono 8,3 i miliardi di risparmi inviati in patria dagli immigrati in Italia nel 2024: 110 milioni dalla provincia di Varese

Un quarto del totale è destinato a Bangladesh e Pakistan. Dalla Lombardia 1.816 milioni di euro di rimesse nel 2024, nel nostro territorio la crescita in dieci anni dei risparmi inviati dagli stranieri nei loro Paesi d'origine, dal 2014 al 2024, è del 63,2%, rispetto all'anno precedente dell'1.5%

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

Secondo i dati della Banca d’Italia elaborati dalla Fondazione Leone Moressa, nel 2024 il volume delle rimesse inviate in patria dalle famiglie immigrate in Italia è stato pari a 8,3 miliardi. Inoltre, utilizzando il modello della Banca d’Italia per la misurazione delle rimesse informali, si può stimare un flusso “invisibile” compreso tra 1,2 e 3,7 miliardi di euro, che porterebbe il volume complessivo tra 9,5 e 12,0 miliardi.

Per quanto riguarda la provincia di Varese, nel 2024 in totale le rimesse sono state pari a 110 milioni di euro, con un aumento del 63,2% rispetto al 2014 e del 1,5% rispetto al 2023. 

Stabilizzazione post-Covid. Il volume delle rimesse ha registrato un aumento tra il 2017 e il 2021. È ipotizzabile che i valori del 2020 e del 2021 siano stati influenzati dalle misure di limitazione della mobilità internazionale, che hanno ridotto le rimesse “invisibili” e quindi aumentato quelle formali. Già dal 2022, a seguito della ripresa post-pandemica, si può ipotizzare che siano tornate ad aumentare anche le rimesse “invisibili”, determinando un riequilibrio dei flussi finanziari.

Bangladesh e Pakistan le principali destinazioni. Nel 2024, il Bangladesh si conferma la prima destinazione con 1,4 miliardi di euro, pari al 16,9% del totale. Seguono Pakistan e Marocco, rispettivamente con 600 e 575 milioni. Questi tre Paesi registrano tutti un trend fortemente positivo negli ultimi dieci anni.

Boom della Georgia, scomparsa la Cina. Le rimesse verso la Georgia sono passate da 91 milioni a 501 milioni in dieci anni (aumento di più di cinque volte), nonostante una popolazione residente in Italia di appena 30 mila abitanti. Fuori dalle prime 20 posizioni troviamo invece la Cina, con appena 4 milioni di euro inviati in patria nel 2024, a fronte di una popolazione di oltre 300 mila residenti. Fino al 2013 la Cina era la prima destinazione delle rimesse, con picchi di oltre 3 miliardi inviati nel 2011 e 2012.

Valori pro-capite. Rapportando le rimesse alla popolazione straniera in Italia, mediamente ciascun cittadino immigrato invia in patria 131 euro al mese. Tra le prime 20 comunità straniere presenti in Italia, i valori pro-capite massimi si registrano tra i cittadini del Bangladesh (604 euro mensili pro-capite). Anche Pakistan e Filippine registrano valori superiori a 300 euro mensili pro-capite. Sotto la media, invece, i Paesi più vicini come quelli del Nord Africa e dell’Est Europa, in cui è ipotizzabile un peso significativo delle cosiddette rimesse “invisibili”.

Il dettaglio territoriale. Oltre un quinto delle rimesse parte dalla Lombardia (1,8 miliardi). La seconda Regione è il Lazio, con 1,3 miliardi. Segue l’Emilia-Romagna, con quasi 830 milioni inviati nel 2024. A livello di singole province, Roma supera il miliardo di euro inviato nel 2024; segue Milano, con 911 milioni. Quasi un quarto di tutte le rimesse italiane parte da queste due città. Seguono Napoli e Torino, rispettivamente con 424 e 266 milioni di euro.

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, «l’invio di denaro verso i Paesi d’origine è uno degli strumenti attraverso cui i migranti sostengono i mezzi di sussistenza, rafforzano le economie e contribuiscono direttamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). I dati evidenziano una forte diversità tra i diversi Paesi di destinazione, con una vitalità maggiore tra le comunità asiatiche. Rilevante il peso dei flussi “invisibili”, favoriti dai viaggi verso i Paesi vicini e dai nuovi strumenti digitali».

Redazione

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Mi chiamo Jacopo Piol, varesino di nascita ma internazionale per vocazione. La passione per la finanza mi ha condotto in tutta Europa, dove ho affinato le mie conoscenze e costruito la laurea in Economia. Oggi ho 40 anni, sono un papà e la famiglia è il mio primo pensiero, nella vita e nel lavoro. I miei clienti hanno attività, sono liberi professionisti, sono padri e madri. Il mio compito è occuparmi del loro benessere; per farlo ascolto, conosco, poi agisco: a guidarmi è la responsabilità. Il segreto è avere un piano, un obiettivo: ecco perché il mio motto è #joinplanning, unisciti a pianificare.

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