Più di 50 ore in sella, lungo un percorso di oltre 750 chilometri a tagliare lo stivale italiano in orizzontale dall’Adriatico al Tirreno e ritorno, per 10.700 metri di dislivello totali. È l’avventura che hanno affrontato Emanuele Pizzato e Matteo Pegoraro, che hanno partecipato a inizio maggio alla Race Across Italy, la gara di ultracycling che si tiene annualmente nel centro Italia e che richiama gli appassionati della disciplina delle lunghe distanze.
I due hanno affrontato la gara nella categoria di coppia senza supporto. Significa, questo, che Emanuele e Matteo hanno viaggiato senza un’automobile alle loro spalle che gli fornisse cibo e vestiti, ma hanno pedalato con un bagaglio in spalla (dal peso di almeno 7 chili) per tutti i 768 chilometri di tragitto.
Il percorso ha preso il via da Silvi, provincia di Teramo, sul mar Adriatico, e ha attraversato gli Appennini del centro Italia fino a scendere a Formia, provincia di Latina, sul mar Tirreno. Da lì ritorno, passando da Roccaraso, e tornando a Silvi, sede anche dell’arrivo.
Emanuele e Matteo hanno chiuso in 50 ore e 36 minuti. Non male per due atleti amatori che hanno iniziato solo da un paio d’anni a cimentarsi con il ciclismo su distanze di questo tipo. Senza contare le difficoltà logistiche della specialità, come ad esempio passare dai 30 gradi delle località di mare agli 0 dei 1.400 metri d’altura delle notti appenniniche.
«Un’esperienza unica, soprattutto avendola fatta senza supporto - racconta Emanuele - Soprattutto quando sei da solo in alta montagna, fa freddo, non c’è nessuno, sei senza riapro e devi scendere il prima possibile. La notte è il momento più difficile ma anche il più caratteristico di questo tipo di gare. Le difficoltà sono tantissime, ma è un’esperienza unica: confrontarsi con la notte, la fatica, la disperazione…».
Chiaramente, una gara del genere non si improvvisa, dal punto di vista fisico e mentale: i due, infatti, hanno preparato la propria partecipazione assieme a Stefano Galante, trainer e responsabile dell'area fitness dell’Acinque Ice Arena.
«Ovviamente abbiamo lavorato sulla forza e abbiamo curato l’alimentazione - continua Emanuele - L’approccio all’evento è una parte molto divertente della gara. È difficilissimo preparare un evento di questa distanza se si ha poco tempo: allenarsi vuol dire non solo andare in palestra, ma anche fare ore e ore in bici».
Evidentemente l’esperienza è stata di quelle da ripetere, visto che Emanuele stesso non esista a sbilanciarsi: «Di sicuro lo rifaremo».