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Territorio | 29 aprile 2025, 08:27

Bloccata in ascensore per 50 minuti all’ospedale di Cittiglio: «Ero nel panico, salvata dai vigili del fuoco»

Una donna residente in Valcuvia, ha raccontato ai colleghi di Luinonotizie.it i lunghi minuti di paura vissuti sabato scorso, ringraziando 118 e Vigili del Fuoco: «Spero che episodi simili non capitino più a nessuno. Grazie in particolare a Giada che è rimasta sempre fuori a parlarmi in attesa che arrivassero i soccorsi»

L'ospedale di Cittiglio

L'ospedale di Cittiglio

Sabato 26 aprile una donna si è recata all’ospedale di Cittiglio per una visita di routine. Tutto sembrava procedere regolarmente, fino a quando, al momento di utilizzare l’ascensore, è rimasta bloccata all’interno della cabina.

«Sono stati 50 lunghissimi minuti», racconta la signora, una donna residente in un paese della Valcuvia, ancora provata dall’accaduto. Dopo aver azionato ripetutamente il campanello d’allarme, senza però ottenere risposta, l’unico modo per farsi sentire è stato urlare e colpire le porte dell’ascensore.

Fortunatamente, tre operatori del 118 presenti nei pressi hanno udito le richieste di aiuto. «Mi hanno sentita solo perché urlavo e picchiavo sulle porte», spiega. Il sistema d’allarme interno, infatti, non era percepibile dall’esterno e, durante tutto il tempo di attesa, la donna non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte della ditta incaricata della gestione degli ascensori, nonostante la voce registrata all’interno della cabina lasciasse intendere un monitoraggio in corso.

Nel frattempo, a causa dell’assenza di segnale telefonico, sono stati proprio i soccorritori esterni a contattare l’azienda responsabile. La risposta ricevuta non ha contribuito a rasserenare la situazione: «Ci vorrà almeno un’ora prima che arriviamo», avrebbe riferito l’operatore.

«A quel punto i miei angeli del 118 hanno deciso di chiamare i pompieri, perché io all’interno non stavo più bene», prosegue la donna. In breve tempo i vigili del fuoco di Ispra sono intervenuti e hanno liberato la signora, provata dal forte stress, che ha poi dovuto essere trattenuta per ulteriori controlli al Pronto Soccorso a causa di ripetuti attacchi di panico.

«Mi chiedo come si possa avere una gestione simile in un ospedale», conclude la donna, riflettendo su quanto accaduto. «Se ci fosse stata una donna incinta pronta a partorire, o un anziano?», si domanda, sottolineando l’importanza di interventi tempestivi in situazioni di emergenza. Nel suo racconto, non manca però il riconoscimento per chi ha agito con prontezza: «Vorrei ringraziare i ragazzi del 118, in particolare Giada, che è rimasta sempre fuori a parlarmi, e i pompieri di Ispra che in 10 minuti sono arrivati».

Da Luinonotizie.it

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