Il re del Cuvignone è tornato a casa. Quando la passione per la bicicletta, l'amore per la propria terra e il senso della sfida trovano un punto d'incontro perfetto, ecco apparire Martino Caliaro in piedi sui pedali spingere verso la vetta: è accaduto ieri, sabato 26 aprile, dopo le 13.
Detentore dei record di scalata di una salita che Martino ha trasformato nel suo Mortirolo in onore dall'amatissimo Pantani, come testimoniano ancora le scritte sull'asfalto con il suo nome, questa simbiosi unica tra l'atleta di Laveno - si è sempre ciclisti anche quando lo si fa sempre e "solo" per amore - e il Cuvignone si è così rinsaldata un anno e mezzo dopo quella che era stata l'ultima scalata ai 1.036 metri del passo tra Valcuvia e Luinese.
Insieme a Martino, ecco un compagno di scalata molto speciale come lo zio Stefano, cioè colui che 25 anni fa per la prima volta lo aveva condotto sul Cuvignone, tra panorami e scorci fantastici con vista lago. Perché il ciclismo è questo - un'impresa, una fatica, un viaggio in famiglia nella natura - e Martino ne è il perfetto esempio.
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Ciclismo | 27 aprile 2025, 08:48
LA STORIA. Il re del Cuvignone è tornato a casa. Quando il ciclismo è amore, fatica, natura, famiglia
Il lavenese Martino Caliaro, che ha stabilito il record di scalate di una rampa verso il cielo trasformata nel suo personalissimo Mortirolo in onore dell'indimenticabile Pantani, è tornato sul luogo di mille sogni ed emozioni. Insieme allo zio che glielo aveva fatto scoprire 25 anni prima. Ecco l'esempio di tutti i valori incarnati da questo sport

Martino Caliaro è tornato sul suo Cuvignone insieme allo zio Stefano che glielo ha fatto scoprire 25 anni fa, una scalata nella natura tra panorami unici