La Varese Nascosta | 19 aprile 2025, 08:31

LA VARESE NASCOSTA. Quell'urna nascosta che custodisce un cuore nel parco di Villa Recalcati

Un cippo negli splendidi giardini della villa a Casbeno racconta una storia lontana: quella del polacco Taddeo Kosciuszko, che donò il suo cuore a una donna: la reliquia fu conservata a lungo in un'urna collocata proprio nel parco, prima di essere riportata in Polonia

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. 

Oggi la Varese Nascosta riporta uno scritto di Giampaolo Leopoldo, un storia da raccontare e poco conosciuta di cui è protagonista il parco di Villa Recalcati.

IL CUORE DI TADDEO KOSCIUSZKO A VARESE

In un angolo appartato del bel giardino della settecentesca villa già Recalcati, poi Morosini, poi Albergo Excelsior, ora sede dell'Amministrazione provinciale e della Prefettura, sorge un cippo che porta incise sul basamento le parole: “a Cor Taddaei Kosciuszko" ed, in alto, un vaso chiuso da un coperchio.

Il cippo e l'iscrizione sorprendono non poco i visitatori, figuriamoci poi se di nazionalità polacca o studiosi della storia di quella nazione. Ciò accadde, ad esempio, al polonista boemo Eduard Jelinek che soggiornando nell'Albergo Excelsior nel 1895, si trovò all'improvviso davanti al monumentino. Descrisse il suo stupore alla scrittrice polacca Elisa Orzeskowa: “A Varese ho trovato casualmente un monumento in cui, per lunghi anni, venne custodito il cuore di Kosciuszko, potete o gentile signora immaginare quale commozione tale fatto abbia destato in me, quando mi trovai d'improvviso, in quel si bel parco italiano, davanti ad uno storico cimelio del vostro eroe" (Da una segnalazione del prof. Luigi Benedetti di Roma).

Recentemente il professor A. Bronislaw Bilinski dell'Accademia polacca delle Scienze di Roma, venuto a conoscenza dell'esistenza del cippo varesino, venne appositamente a Varese per raccogliere informazioni in proposito: come mai a Varese, e in quel luogo, il cuore di Kosciuszko?

Le vicende dell'eroe polacco sono note. Nacque a Mereczowsczyzna il 4-2-1746, studiò a Varsavia nella scuola dei Cadetti e poi a Parigi; nel 1776 si portò negli Stati Uniti, arruolatosi, salì al grado di Comandante del Genio nell'esercito meridionale. Tornò in Polonia nel 1784. Dopo la seconda Spartizione (1792) capeggia la lotta contro i Russi e nel 1794 prese il comando dell'insurrezione che si estese a tutto il paese, ma dopo alcune vittorie, i patrioti furono sconfitti dai Russi e dai Prussiani.

A Maciejowice fu ferito e fatto prigioniero. Lasciato libero dallo Zar Paolo I, viaggiò per l'Europa, sostando qua e là, si ritirò infine definitivamente a Soletta, in Svizzera, dove passò gli ultimi anni della sua vita ospite della famiglia Zeltner (nel 1798 aveva stretto amicizia, a Parigi, con Pietro G. Zeltner di Soletta, ambasciatore elvetico presso il primo console francese).

Mori nel 1817. Lasciò con testamento il corpo alla Polonia e il cuore alla giovane Emilia Zeltner, figlioccia e allieva prediletta paternamente amata (vicino alla morte, durante il delirio, vaticinava la redenzione della Polonia e pregava la Zeltner di suonare ininterrottamente l'inno polacco sul clavicembalo).

Emilia Zeltner sposò il Conte Giambattista Morosini e si portò ad abitare nella bella villa settecentesca che egli possedeva a Vezia di Lugano. Portò con sé il cuore di Kosciuszko che era stato posto in un'urna di vetro.

Nel 1829 il conte Morosini acquistava a Casbeno, Castellanza di Varese, la villa Recalcati da Don Giuseppe Melzi che l'aveva ereditata da Giustina Lambertenghi, vedova del marchese Recalcati, morta a Milano nel 1825 senza discendenti diretti. I Morosini da allora scelsero come residenza prediletta la villa di Casbeno.

Portarono da Vezia il cuore di Kosciuszko, fecero costruire il cippo di cui ho parlato, sul modello del monumento che Soletta aveva dedicato all'Eroe polacco, fecero incidere sul basamento la dicitura «Cor Taddei Kosciuszko » e posero nel vaso sovrastante l'urna con il cuore.

Anche durante il possesso dei Morosini la villa di Casbeno fu un centro ospitale di ritrovo. Vi fu Verdi che vi compose il tenetto dei Lombardi su uno scrittoio settecentesco color bianco e verde, conservato come una reliquia (a sua disposizione fu messa anche una spinetta). Vi fu Angelo Fava che ivi dettava "L'educatore di se stesso", vi furono di famiglia Emilio ed Enrico Dandolo, intimi amici di Emilio Morosini figlio del Conte Giambattista. Le loro vicende sono note.

Lo storico varesino Luigi Brambilla vede soffermarsi davanti al monumento contenente il cuore di Kosciuszko, sostando muti, Enrico Morosini ed Enrico Dandolo a quasi presaghi del loro destino sbaglia però nell'affermare che l'eroe sia stato a Varese durante il suo esilio. Nel 1872 la Villa Morosini veniva venduta a cancelli chiusi con tutto l'arredamento in prevalenza settecentesco ad una Società formata dai Sigg. Limido, Garoni e Maroni, (tre cognati), costituita con l'intenzione di aprire in Varese, un grandioso albergo.

Essi avevano trovato la Villa Recalcati ed il suo splendido parco assai adatti allo scopo ed avevano avanzato proposte d'acquisto, accettate. Ne dava notizia il giornale Cronaca varesina il 3-3-1872:

Si dice che la villa Morosini, testé acquistata in società da signori nostri concittadini, sia destinata ad essere trasformata in un grande albergo ecc... Divenne infatti l'Hotel Excelsior presto notissimo in tutta Europa. Il conte Giambattista Morosini aveva allora novantun anni (morirà a Milano 1'8 aprile 1874, i Varesini lo considerarono sempre un loro concittadino).

I Morosini, prima della cessione della villa, provvidero a togliere dal cippo l'urna di vetro col cuore di Kosciuszko che fu riportata a Vezia e collocata in un edificio sorgente nel giardino, adattato a cappella di famiglia.

Il Conte polacco Alessandro Szczawinski-Brochochi, il 15 ottobre 1895 otteneva che il cuore di Kosciuszko fosse consegnato al museo polacco di Rapperswil in Svizzera (la città era diventata un centro di raccolta di documenti sugli emigrati polacchi) dove rimase fino al 1927, anno in cui il museo di Rapperswil fu consegnato alla Polonia e sistemato presso il Museo Nazionale di Varsavia.

Il cuore di Kosciuszko ritornò così in Polonia.

A Varese rimase il cippo sopra accennato e a Vezia nella cappella dei Morosini, posta nel parco, la seguente iscrizione: "Qui trovò pace e custodia devota il cuore di Taddeo Kosciusko" sino al 15 ottobre 1895, giorno in cui le sorelle Morosini figlie della nobile Emilia Morosini nata Zeltner trassero la gloriosa reliquia al Museo Nazionale polacco a Rapperswil per farne segno di perenne venerazione».

Leopoldo Giampaolo

da La Varese Nascosta

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