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Attualità | 28 novembre 2024, 10:45

Jennifer Boldini, una voce contro lo stalking: «Rompere il silenzio. Oggi scelgo di parlare per chi non ce la fa»

Dalla pallavolista della Uyba Busto Arsizio, vittima di atti persecutori nell'ultimo anno, una testimonianza di coraggio e speranza: rompere il silenzio sullo stalking per sensibilizzare e offrire supporto a chi vive esperienze simili

Jennifer Boldini, palleggiatrice Uyba Busto Arsizio

Jennifer Boldini, palleggiatrice Uyba Busto Arsizio

«Mi sono ritrovata a dubitare di me stessa, della mia capacità di reagire e del mio valore come Persona, come Donna. Oggi scelgo di parlare perché spero che questa mia voce possa offrire supporto a chi sta attraversando esperienze simili». Lo dice Jennifer Boldini, pallavolista della Uyba Busto Arsizio, vittima di atti persecutori nell'ultimo anno (leggi QUI).

Il suo stalker, proprio nella giornata di ieri, è stato assolto per vizio di mente (la perizia psichiatrica ha ufficializzato la sua incapacità di intendere e volere) dal gup del Tribunale di Busto Arsizio. Ma all’uomo è stata imposta la libertà vigilata per 1 anno. In questo periodo dovrà frequentare un Cps e seguire le indicazioni terapeutiche. La persecuzione è iniziata a novembre del 2023 ed è sfociata nei fatti più gravi a gennaio di quest'anno.

Boldini, tramite il suo canale Instagram con oltre 98mila follower, ha deciso così di condividere la sua esperienza di vittima di stalking, una sfida che l'ha messa di fronte a difficoltà emotive profonde, minando la sua autostima e serenità. Dopo un periodo iniziale di isolamento e impotenza, ha trovato il coraggio di chiedere aiuto, riconoscendo che da sola non poteva farcela. Con il supporto di familiari, amici, società, forze dell'ordine e istituzioni, è riuscita a superare un capitolo doloroso della sua vita. Parlando pubblicamente della sua esperienza, spera di dare voce a chi affronta situazioni simili, ribadendo che nessuno deve mai restare in silenzio di fronte alla violenza.

ROMPERE IL SILENZIO

«Oggi scelgo di parlare.

L’ultimo anno mi ha messa di fronte a una sfida che non avrei mai pensato di dover affrontare. Essere vittima di stalking non lascia segni visibili, ma incide profondamente sulla percezione di sé e sulla capacità di affrontare la vita con serenità. Ogni gesto quotidiano, ogni luogo frequentato, era accompagnato da una sensazione costante di vulnerabilità e impotenza. Mi sono ritrovata a dubitare di me stessa, della mia capacità di reagire e del mio valore come Persona, come Donna.

Per cercare di proteggermi, inizialmente mi sono chiusa in me stessa, sperando che con il tempo tutto si risolvesse. Ma quel tentativo di difesa si è trasformato in una prigione emotiva, che mi ha fatta sentire ancora più fragile, incidendo non solo sulla mia mente, ma anche sul mio corpo. Ho iniziato a somatizzare il peso delle emozioni negative che stavo vivendo, rendendomi conto, a un certo punto, che da sola non potevo farcela. È stato allora che ho trovato il coraggio di chiedere aiuto.

Ed è proprio per questo motivo che ho fortemente voluto parlare oggi. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco persone e istituzioni che mi hanno supportata, ma so che non tutte le vittime possono contare sullo stesso aiuto, o magari non trovano il coraggio di parlare, come è successo a me all’inizio.

Un grazie di cuore a chi mi è stato vicino: alla mia famiglia e alle persone a me care, alla società e alle compagne, all’avvocato e alle forze dell’ordine.
Concludo oggi un capitolo doloroso, ma spero che questa mia voce possa offrire supporto a chi sta attraversando esperienze simili.
Ognuno di noi merita rispetto, protezione e ascolto.
E il silenzio non deve mai essere la risposta
».

A. M.

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