Il sindaco di Varese Davide Galimberti ha partecipato questa mattina alla manifestazione contro la violenza di genere in cui associazione e società civile hanno voluto esprimere sostegno e solidarietà alla famiglia Limido dopo i gravi fatti di sangue di lunedì scorso in via Ciro Menotti. Il primo cittadino ha lanciato anche una proposta, suggerendo l'ipotesi di sottoporre a percorsi psicologici obbligatori chi è protagonista di episodi di stalking.
«La nostra comunità - ha dichiarato Galimberti - è stata colpita in questi giorni da una tragedia che coinvolge tutti noi. Un episodio di violenza a danno di una donna e di suo padre che ha provato a proteggerla, un dramma che ci investe con forza. Ma oltre al dolore è fondamentale attivarsi perché dobbiamo fermare lo stillicidio di aggressioni alle donne, che troppe volte diventa femminicidio e, come in questo caso, omicidio anche di un familiare. Oltre al dolore è fondamentale attivarsi perché la cronaca è ancora troppo piena di eventi brutali come questo. Basta relazioni tossiche, limitazioni alla libertà delle donne, a uomini che pensano che la donna sia un loro possesso, basta uomini che non accettano la fine di una relazione o uomini che costringono giovani donne, mogli, fidanzate con la forza della paura o della violenza, sia essa verbale, psicologica, fisica o economica».
«La risposta che ha dato oggi la nostra città, con la presenza in strada di molte associazioni, enti, cittadine e cittadini, per esprimere solidarietà a Lavinia e alla sua famiglia, è un appello collettivo a mettere in campo ulteriori azioni per contrastare in modo concreto ogni forma di violenza e prevaricazione sulle donne» ha aggiunto il sindaco.
«Il cammino culturale, sociale ed educativo che dobbiamo compiere è ancora lungo ma richiede azioni mirate da attivare con urgenza. È necessario educare al rispetto, all'affettività, all’uguaglianza totale tra donne e uomini, all’accettazione dell’altrui libertà e indipendenza, sia sociale che economica» continua Galimberti.
Da qui la proposta: «Credo sia importante anche lavorare in ottica preventiva: nel momento in cui si verificano episodi intrafamiliari di crescente attrito, con una separazione in presenza di minori la cui tutela è sempre prioritaria, bisogna fare di più. Forse è il momento di un intervento del legislatore, ad esempio introducendo una norma che consenta al giudice che ha avvisaglie di accese conflittualità, di prevedere l'obbligo di un percorso psicologico durante tutta la separazione in grado di intercettare e intervenire in modo adeguato prima che forme di disagio possano sfociare in minacce o lesioni, accompagnando il lavoro dei legali e dei servizi sociali dei Comuni».
«C’è poi un lavoro concreto per potenziare sempre più la rete di prevenzione e protezione delle donne e delle vittime di violenza o stalking. Per questo la sinergia e la collaborazione immediata tra istituzioni è indispensabile. Centri antiviolenza, enti, magistrati, forze di polizia, psichiatri, personale medico, reti di assistenza, associazioni, tutti insieme dobbiamo cooperare, sostenendo e tutelando con azioni mirate e tempestive le donne che denunciano, che non devono mai sentirsi abbandonate, e dare coraggio anche a chi non lo fa. Ma poi la rete deve funzionare ancora di più e la sinergia essere ancora più efficace. So che tutto questo non è facile ma dobbiamo farlo subito» ha concluso il sindaco.