E così, dopo due giorni, si viene a sapere per interposta persona che tappezzare vie e strade di Varese con migliaia di volantini raffiguranti il volto di un ragazzo (leggi QUI) è stata una performance cosiddetta artistica. La non motivazione e l'assenza del nome dell'autore si commentano da sole e meriterebbero una scrollata di testa, un bel tacer e un punto o, meglio, un punto e virgola, vista l'incompletezza della triste vicenda.
Triste perché la città è di tutti e non di un presunto artista che si alza una mattina e si mette a ricoprirla di fogli di carta che non lasciano nulla se non preoccupazione perché anche i volantini o i manifesti hanno una dignità e una finalità, quindi chi è dotato di un minimo buon senso è portato a pensare a una persona scomparsa o ricordata perché vittima di qualche ingiustizia, e trovandoseli di fronte ovunque, dallo stadio a piazza Repubblica, dalle scuole alla zona pedonale, non può nemmeno voltarsi dall'altra parte o non chiedersi perché.
Arte? Quale messaggio, emozione, creatività e linguaggio è stato mai espresso da migliaia di manifesti con un volto, peraltro, anonimo?
Performance? Se si può definire performance vagare di notte e all'alba ad appiccicare furiosamente fogli a tutto ciò che capita a tiro...
Questa "performance artistica", che a noi pare una stupidata, ci fa rimpiangere i tempi in cui in corso Matteotti comparivano sotto i portici le locandine delle trasferte di calcio e basket dove c'era scritto "Tutti a Como" oppure "Tutti a Cantù": almeno avevano uno scopo.
Se però all'"artista" in questione si è accesa una tal lampadina e il sacro fuoco della performance, sarebbe bastato che tappezzasse muri e facciate di casa sua: avremmo almeno saputo nome e cognome di cotanto "capolavoro".
Opinioni | 09 aprile 2024, 09:33
Tappezzare Varese di volantini una performance artistica? No, una stupidata
Dove sta l'arte e dov'è la performance nell'invadere con una foto riprodotta migliaia di volte le vie e le strade di tutti, e non di un cittadino che si alza una mattina con una "lampadina" accesa? Meglio le locandine di una volta in corso Matteotti con "Tutti a Como" o "Tutti a Cantù" prima dei derby di calcio e basket: almeno avevano uno scopo
La Famiglia Bosina racconta
Un viaggio nella tradizioni, nella storia e nel dialetto varesino in compagnia di una "Famiglia" speciale, quella Bosina che da anni è custode della varesinità più autentica. Dal Carnevale Bosino al Calandari, dai concorsi di poesia dialettale ai riconoscimenti ai cittadini benemeriti, la Famiglia Bosina tiene vivo il legame di Varese con le sue radici. In questo spazio troverete ogni settimana un angolo dedicato alla tradizione con aneddoti, storie e testimonianze che profumano di appartenenza.
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