«Vasco Rossi stava seduto proprio lì, in quell'angolo, insieme alla sua band e al chitarrista Maurizio Solieri, il mio idolo, dopo il concerto di Varese che ero appena andato a vedere. Ha ordinato spaghetti in bianco alle vongole e delle birre. Mi sono avvicinato per una foto ed è stato molto gentile e disponibile». Antonello Cioffi ricorda così uno dei suoi più bei ricordi legato al suo ristorante, la Piedigrotta di Varese, in questo ultimo mezzo secolo.
Lo storico locale nel cuore di Varese compie infatti questo mese di febbraio cinquant'anni. Un compleanno speciale per tutti gli amanti non solo della buona pizza, ma anche della gastronomia gourmet dedicata a questo piatto che ha reso il nostro Paese celebre nel mondo.
Da quel 1974 quando papà Gaetano, primogenito di otto fratelli, arrivò da Ravello animato dalla voglia di mettersi in gioco in quel campo della ristorazione in cui era cresciuto lavorando negli hotel più prestigiosi della Costiera Amalfitana. Qui, in questo angolo raccolto del salotto della nostra città in cui i muri hanno ancora l'atmosfera di una volta, aprì una tavola calda. «Il ristorante allora era un'idea nuova per Varese - continua Antonello - un self service innovativo per l'epoca che offriva piatti della cucina tradizionale e non solo la pizza. Noi abitavamo al piano di sopra ma praticamente questa era casa nostra: facevamo su e giù dal locale, e qui ho respirato fin da bambino la passione per questo lavoro. La prima volta che ho messo le mani in pasta, cimentandomi nella mia prima pizza, avrò avuto 4 anni».
Antonello si appassiona presto a questo lavoro: «Sin da ragazzino davo una mano. In quinta elementare ero qui al bar ad aiutare: allora la gavetta iniziava prestissimo e non era certo rose e fiori. Tutta la famiglia contribuiva a mandare avanti questo posto - aggiunge - L'idea di papà ha funzionato e i varesini si sono subito affezionati al nostro locale».
Sfogliando il libro dei ricordi, in cui sono impressi anche pranzi e cene indimenticabili come quelli di Liam Gallagher («Io ero via e mi chiamano per dirmi che c'era al tavolo il cantante degli Oasis. Non vi riferisco la mia risposta: pensavo a uno scherzo. Ha preso pizza margherita e sushi pizza»), Antonella Ruggiero, Mariangela Melato, Ugo Tognazzi o Samuele Bersani, Antonello dalla sua vetrina ha visto cambiare Varese in maniera anche inaspettata.
«Oggi la città è più viva - dice andando contro qualche luogo comune - Ai tempi si andava quasi sempre a Milano e il centro, soprattutto se dovevi uscire a cena, era visto come una zona depressa. Ho avuto la fortuna di cavalcare un'onda che prima non esisteva: siamo stati il primo ristorante a mettere i tavolini all'esterno, adesso è una cosa normale».
Guardare al futuro anche quando ci si potrebbe accontentare del presente è uno dei segreti e delle doti "di casa": è del 2014 l'ampliamento del locale - dove oggi collaborano una ventina di persone - con un'ottantina di posti in più («Prima del Covid avevamo la fila 7 giorni su 7, poi anche per lo smart working le abitudini sono cambiate» dice Antonello).
Per festeggiare questi 50 anni la Piedigrotta organizzerà da giugno una serie di eventi a tema, dalla serata Bellavista a quella Clicquot e a quella, attesissima, vintage nel segno di quella che è stata l'evoluzione nel modo di fare pizza di questo locale amatissimo dai varesini. Il forno di via Romagnosi crea non solo gli impasti più tradizionali ma da anni ha intrapreso il percorso di sperimentazione che l'ha portato a creare piatti innovativi dagli abbinamenti ricercati come le serate a tema bollicine, fino ad arrivare a un'attività di consulenza con Dolce & Gabbana a Milano, nel triangolo della moda, dove è stata creata una pizzeria su misura.
«Sono un appassionato di cucina gourmet - ci confida Antonello - mi piace quando viaggio provare sapori nuovi e frequentare ristoranti stellati, dall'Olanda alla Spagna, dove posso imparare. Proprio i contatti maturati con gli chef e la prima "spinta" da parte Ilario Vinciguerra mi hanno convinto anni fa ad andare oltre all'idea di pizza tradizionale cimentandomi in creazioni originali come la pizza scomposta, mettendo banalmente a parte anche soltanto la mozzarella o la burrata portata qui dalla Puglia, quando non era conosciuta come lo è oggi, o il sushi di pizza. Una serata di svolta? Nel 2013, quando abbiamo organizzato il primo evento con Krug per presentare il nostro menu con il sushi e le tagliatelle di pizza. Il mio sogno? Un progetto di altissima ristorazione a base di pizza, magari in una location come un grande albergo».
Un'attività in perenne trasformazione ha portato la Piedigrotta a finire nelle guide di settore più qualificate e riscuotere consensi tra clienti e critica. Anche grazie alla passione di Antonello per il buon bere da cui con cui ha arricchito una cantina che vanta oltre duemila etichette tra vini, spumanti, champagne e birre artigianali tra cui vere e proprie chicche come le lambic a fermentazione spontanea. «I clienti ci chiedono di tutto - dice lui - vanno molto le proposte a bicchiere. C'è tanta richiesta di Prosecco ma anche di Spritz, abbinato con la pizza soprattutto dagli stranieri».
«In tutti questi anni una delle soddisfazioni più grandi è stata vedere tanti clienti che entrano con il sorriso. Tra loro anche molti giovanissimi: io, da papà di famiglia, ho sempre puntato sui ragazzi, magari a differenza di altri, ed è sempre stata la nostra fortuna. Tutti, dal quindicenne che magari viene qui con la sua fidanzatina, all'imprenditore conosciuto, mi trasmettono il sorriso e io contraccambio: Varese mi ha dato tanto, ma questo è il regalo più bello» confida Antonello.
In attesa degli eventi che sanciranno l'importante traguardo raggiunto, è il tempo di rivolgere un pensiero a chi gli è stato a fianco in questa avventura: «Ringrazio la mia famiglia, mia mamma Anna e mia moglie Daniela in particolare, che mi è sempre stata a fianco, chi ha lavorato e lavora con noi e i varesini che mi hanno sempre voluto bene».
























