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Busto Arsizio | 01 dicembre 2023, 20:01

Il recupero è completo, ora all’ex Mizar si può anche pattinare. «Intervento complicato che la città aspettava da anni»

Taglio del nastro a Beata Giuliana. L’acquazzone ha trasformato la pista di ghiaccio, da domani aperta al pubblico, in una piscina, e non sono mancati da parte del sindaco "confronti" con la Manara. Inaugurata anche la bacheca per il bookcrossing. Il plauso dell’amministrazione di Busto

Il recupero è completo, ora all’ex Mizar si può anche pattinare. «Intervento complicato che la città aspettava da anni»

Il recupero dell’ex Mizar a Busto Arsizio è completo. E ora nel complesso commerciale in corso Sempione si può anche pattinare. Questa sera, infatti, è stata inaugurata la pista di ghiaccio da 600 metri quadri, la più grande a nord di Milano. Il forte acquazzone, in realtà, ha costretto a rimandare a domenica 10 dicembre l’esibizione del gruppo Ice Emotion.
E non sono mancate le battute: «Altro che “Fontana”, oggi l’acqua è venuta giù a catinelle», ha scherzato Marco Reguzzoni, l’imprenditore che ha seguito l’operazione per conto della proprietà dell’ex Mizar, l’azienda bergamasca Sitip, riferendosi all’annunciata partecipazione del governatore lombardo, in realtà assente.
«Sapevi che alla piscina abbiamo grossi problemi e hai subito pensato di metterne qui una nuova», gli ha risposto il sindaco Emanuele Antonelli, sdrammatizzando sui problemi della Manara.
Dunque da domani, meteo permettendo, al Mizar Park si potrà pattinare anche a Beata Giuliana. E questa sera è stata inaugurata anche la bacheca per il bookcrossing.

Il plauso dell’amministrazione e la benedizione

«Sarà la terza o quarta volta che vengo a inaugurare qualcosa – ha affermato il sindaco Antonelli rivolgendosi a Reguzzoni –. E secondo me non è l’ultima, ti inveterai ancora cose nuove che servono alla città». Il primo cittadino ha “approvato” la pista: «Molto bella, hai investito tanto e hai fatto bene. Gli abitanti di Beata Giuliana se non vorranno arrivare fino in centro ne hanno un’altra qui a due passi».
“Promossa” anche l’iniziativa dello scambio di libri, che si inserisce nell’ambito dell’Agenda Onu 2030, le cui linee guida sono state il filo conduttore del progetto di recupero del sito industriale dismesso: «La copieremo. Nel parco di via Magenta c’è già, potremo replicarla altrove».

La vicesindaco Manuela Maffioli si è unita ai complimenti: «In questo luogo ci sono le mie deleghe, il commercio ma anche la cultura, con uno spazio cinematografico, in relazione con le altre sale della città, e questa bacheca di scambio-libri che verrà collegata alla biblioteca e che sposa la filosofia di portare la cultura nei diversi ambiti e quartieri della città propria del nostro Bibliobus e del progetto Reading Busto».
Era presente anche il consigliere comunale della lista Antonelli Alex Gorletta, residente nel quartiere.

Le nuove strutture hanno ricevuto la benedizione impartita da don Peppino Colombo. «Assistiamo al frutto di un grande lavoro che ha tolto questa parte di città dal degrado – ha osservato il sacerdote –. Sono stati recuperati spazi di verde, parcheggi, attività ricreative e sportive, sale cinematografiche». Il suo auspicio è che «l’esempio di chi ha investito qui sia emulato da altri», per una città dove «ognuno si trovi bene e nessuno si senta escluso».

L’applauso per gli operai

Reguzzoni, affiancato da Gian Battista Cortinovis del Cda di Sitip, non ha nascosto che si è trattato di un «progetto complicato di non facile realizzazione». Il ringraziamento è andato agli architetti Luca Macchi e Franco Ventura, ma anche all’ufficio Urbanistica del Comune e all’architetto Brambilla per la «collaborazione costante e continua».
Nonostante il Covid, la guerra e i rincari delle materie prime, «siamo riusciti a realizzare un intervento che la città aspettava da tanti anni».
Reguzzoni ha chiesto un applauso per gli operai: «Qui hanno lavorato più di cento persone per tre anni di seguito e lo hanno fatto senza mai fermarsi, anche con la pandemia»

Con l’inaugurazione di oggi si chiude idealmente il piano di recupero di un’area di 70mila mq. Nella sede del complesso industriale dismesso nel 2006 hanno trovato posto un supermercato, quindici negozi, una palestra, una lavanderia, un centro sportivo padel, tre ristoranti e un cinema multisala.
Circa 250 i posti di lavoro creati, tra questi negozi e gli spazi direzionali di quattro aziende multinazionali.
Il piano di recupero ha previsto anche la realizzazione di due rotatorie, un controviale, asfalto fonoassorbente sul Sempione e la cessione e riqualificazione di un’area boscata di circa due ettari.

Riccardo Canetta

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