"Vediamoci in sezione": è sera, sono le 20 e Marco Bordonaro torna dal lavoro a Milano e ci attende al primo piano di piazza del Podestà nella sede della Lega di Varese. Questa è "l'altra Varese" secondo il segretario cittadino leghista che, come sappiamo, non usa mezzi termini, ricorre spesso a metafore e al sarcasmo e interpreta la politica sapendo che lui, o la Lega, "è di qua" e gli altri "sono di là".
In questo caso gli "altri" sono sindaco, giunta e amministrazione di centrosinistra. L'altra Varese è riassunta in quattro parole: «Le rovine di Atlantide. Non lo dico io, ma i cittadini con cui la Lega parla». E il futuro sindaco dovrà essere come tutti quelli «precedenti della Lega precedenti a Galimberti - per le sue peculiarità, questa città "deve" essere amministrata da qualcuno che ha le idee della Lega - e cioè normale, competente, varesino e, per prima cosa, capace di amare e curare questa città». Tutto il resto, è qui sotto.
Da dove partiamo, Bordonaro?
Dal fatto che la gente a Varese si incazza.
Perché si incazza?
Perché mentre s'imbatte in una realtà di tutti i giorni che vede la città scivolare sempre più in basso, trova il sindaco e la giunta in prima fila a sempre nuove inaugurazioni: l'ultima, quella della facciata delle poste centrali, è stata voluta e pagata da altri, tra l'altro in una zona degradata dove rischi di inciampare in un sampietrino e dove, tra via Milano e via Como, ci sono problemi di sicurezza segnalati non da me ma dai residenti.
La sua immagine di Varese qual è?
Di una città degradata che si spopola e affonda. Più che Varese, siamo di fronte alle rovine di Atlantide. Va ricostruito tutto da zero perché la città fiorente di un tempo vista da chi ci è cresciuto o ci torna ogni tanto ormai è irriconoscibile.
Irriconoscibile e decaduta: perché?
Basta vedere il tipo di frequentazioni in cui ci si imbatte prendendo il treno ogni giorno e scendendo in stazione. Varese è insicura: sembra l'appendice della Milano peggiore.
Soluzione?
Manca personale di polizia locale: servono almeno quaranta agenti. Ma la carenza di uomini e donne in divisa si estende anche al resto dell'organico del Comune: mancano perfino gli addetti per spostare le transenne, come abbiamo notato durante la Tre Valli.
Cosa rimprovera la Lega all'amministrazione?
Fa finta di ascoltare ma poi fa di testa sua o non fa nulla. I rioni sono presi in giro dai consigli di quartiere, che noi abbiamo fatto saltare perché le segnalazioni si fermavano lì e non arrivavano in Comune, se non tramite i nostri consiglieri comunali. La giunta è a mezzo servizio: la gente non sa nemmeno che faccia abbia metà degli assessori, invece servono persone che lavorino indefessamente per il Comune di Varese. Ma alla base di tutto c'è un'altra cosa...
Quale?
La mancanza di amore e cura per il territorio, vedi la gestione dei cantieri, delle strade, dei marciapiedi. Non stai fabbricando bulloni, con tutto il rispetto per chi lo fa. È come se non interessi veramente se una cosa a Varese viene fatta bene, benino, in qualche modo o male.
Cosa dovrà fare la Lega per non riperdere come le ultime due volte?
Puntare sull'attrattività e sulle potenzialità turistiche, culturali e sportive di Varese. Una città di 80 mila abitanti come la nostra ha due patrimoni Unesco, l'Isolino e il Sacro Monte, mentre tutta l'Irlanda ne ha tre: dovrebbe valorizzarli rendendoli accessibili. Al Borgo si deve poter arrivare in ogni modo: funicolare, parcheggi in tutta la città... Ecco, fatemi dire dei parcheggi.
Prego.
Senza parcheggi, la città affoga. Prendete piazzale Kennedy, zona stazioni: togli 500 parcheggi e ne ridai 80. Perché? Un turista, un arcisatese, un indunese che vuole venire a Varese deve poter parcheggiare. Se resti in coda per ore e non trovi posto per l'auto, o lo paghi tanto, qui non torni più. E poi bisogna essere leader del proprio territorio.
Varese non lo è?
No, si è chiusa in se stessa e non è più un punto di riferimento né per l'alto né per il basso Varesotto.
Quando questa giunta taglierà il nastro delle opere in cantiere, da Largo Flaiano all'ex Caserma Garibaldi o all'area stazioni, la Lega che argomenti opporrà?
Non vediamo l'ora che questo accada. L'ex Caserma? Finanziata da Roberto Maroni e, anche oggi, da Regione Lombardia. Il punto è come sono stati spesi i tanti soldi che Varese non ha mai ricevuto, e che ha ricevuto in gran parte grazie alla Lega. Torniamo all'ex Caserma: il rischio che sia uno scatolone vuoto o, comunque, utilizzato al 50-60% è enorme. Aveva senso metterci dentro il teatro, anche per far rivivere la piazza, e invece si è scelto di costruirne uno nuovo da 800 posti che sarà insufficiente, sperando che l'attuale non venga demolito. Largo Flaiano? Verrà ricordato per le code infinite di questi anni sperando, poi, che la viabilità funzioni... Ma tanto in questa città sai quando iniziano i lavori, ma non quando finiscono. Stanno facendo contemporaneamente tante cose, ma le stanno facendo male. Insomma, tutte chiacchiere e distintivo.
L'intitolazione di una via a Berlusconi è stata bocciata dal consiglio comunale. Il vostro consigliere Angei ha chiesto di avviare l'iter per intitolarne una a Roberto Maroni: come finirà?
Ho il sospetto che qualcuno voglia oscurare sia il messaggio che la storia e l'eredità di Roberto Maroni perché è una figura scomoda per chi non la pensava come lui e come la Lega. Noi vogliamo onorare uno dei varesini più illustri degli ultimi cinquant'anni: mi auguro che faccia lo stesso in maniera compatta anche il consiglio.
Non ha la sensazione che sulle grandi questioni, vedi palaghiaccio e il centro federale del ghiaccio, ci sia una convergenza tra gli esponenti varesini di spicco della Lega, in particolare Giorgetti, e chi amministra la città?
La Lega vuole bene a Varese qualunque sia il sindaco di Varese, quindi continua a lavorare da Milano a Roma per il bene di questa città. I milioni per il teatro Politeama, pur dopo la vittoria di Galimberti, sono rimasti a Varese e ai varesini perché gli impegni si mantengono.
Con gli alleati come va?
Ci sono sintonia, collaborazione e convergenza di intenti.
Un giudizio sul dialogo minoranza-maggioranza a Palazzo Estense.
Da cittadino dico che questa giunta la fa da padre e padrone e che il consiglio comunale è uno strumento mortificato: ne vengono convocati pochissimi, sempre un po' di corsa. Per una città complessa che va dal monte al lago come Varese ne sarebbero necessari almeno 2-3 al mese: serve più dialogo, sia con le castellanze che con le minoranze. Loro non ci sentono ma noi continueremo a battagliare.
Natale a Varese: come lo vede?
Sposto la questione sul Capodanno, dove a Varese c'è il deserto, senza alcuna iniziativa, e sembra di vivere ancora in lockdown. È anche un po' la sensazione degli ultimi anni di tante sere in città... Ricordo una Varese diversa, che usciva e si divertiva di più. Sul Natale dico che punterei sulla sobrietà ambrosiana, sia per la situazione internazionale e per i costi dell'energia, sia perché ci sono altre priorità per investire denari, in primis le scuole ammalorate. Volete aiutare i commercianti? Fate i parcheggi, non le luci di Natale roboanti: sarebbero solo un bel fiocchetto su una città nuda.
La Lega come sta?
Bene, ma tutta la politica attraversa un momento particolare e difficile. Il Covid ci ha lasciato il trionfo della virtualità, zoom e call ma il rapporto tête-à-tête è un'altra cosa. Soprattutto per un partito come la Lega che è un movimento territoriale fatto di riunioni, cene, gazebo. Oggi il cittadino parla direttamente con il leader senza passare dal partito, ma la Lega è e rimane il punto di riferimento della gente sui territori, forse è l'unica a credere ancora in una politica artigianale. E non temiamo che l'intelligenza artificiale ci rubi il lavoro.
E a Varese?
Teniamo botta. Il 1° dicembre al Centenate faremo la cena dei militanti con Giorgetti e Fontana, a proposito delle radici che la Lega continua a coltivare, poi avremo qualche iniziativa per parlare direttamente ai cittadini di ciò che facciamo visto che non tutto riesce a passare dai canali dell'informazione canonici.
Giorgetti e Fontana sono riconosciuti e riconoscibili sul territorio: il vertice della Lega è presente. Manca un "piano intermedio"?
Prima la tv e, oggi, i social danno ai leader la possibilità di arrivare direttamente all'elettorato, dal singolo cittadino al militante. I politici di vertice non sono più in una bolla di vetro e hanno anche l'opportunità di rispondere, in un rapporto simbiotico, con l'elettorato: tutto ciò che c'è in mezzo è stato un po' tritato, anche grazie al Covid. O alla tentata abolizione delle Province, oggi zoppe per colpa del centrosinistra, là dove si formava la classe politica soprattutto della Lega. O sei sul piano regionale e nazionale, o su quello comunale: manca il livello di governo intermedio elettivo, che speriamo di ripristinare dando alla gente la possibilità di mettere la X su un nome.
Alla Lega, per tornare a crescere a Varese, manca un sindaco?
Non avere un sindaco della Lega ha danneggiato Varese, non la Lega. Per le sue peculiarità, questa città deve essere amministrata da qualcuno che ha le idee della Lega. Quando c'era, le cose funzionavano.
Esiste oggi un candidato della Lega a sindaco?
A me questa scelta non mette ansia. Il sindaco non deve e non dovrà essere Superman, ma una persona normale, come è stato con Fassa - una persona normalissima - e Fumagalli, preside di Liceo, ma anche con Fontana, che era un avvocato e un presidente del consiglio regionale, ma comunque un uomo normale. Normale, competente, varesino e, per prima cosa, capace di amare e curare questa città: sono le caratteristiche del prossimo candidato sindaco perché se tieni a qualcosa, la fai bene.