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Economia | 07 ottobre 2023, 15:01

Lo Scoiattolo raddoppia: «La pasta fresca di Varese arriva in Svezia e America, ma resta il frutto del cuore e delle mani del nonno»

Dal nuovo stabilimento in costruzione a Lonate Ceppino pronto per il 2024 che raddoppierà la produzione allo sbarco in mercati enormi, il segreto restano passione e radici familiari. Il general manager Massimiliano Di Caro: «Vorrei che vedendo i nostri prodotti si arrivi a dire "do fiducia allo Scoiattolo perché è buono e del territorio"». La frase di papà Lino a mamma Anna quando tanti anni fa videro un furgone del Pastificio Rana ("Un giorno saranno i nostri camion ad andare in tutta Italia e nel mondo") e quella di nonno Tino ai nipoti prima di andarsene

La grande famiglia dello Scoiattolo e, sotto nella gallery, i rendering del nuovo stabilimento pronto nel 2024 (progetto architettonico e immagini di AGF architetti) e l'indimenticabile Umberto Belletti, da cui nacque il sogno della pasta fresca e dei ravioli made in Varese

La grande famiglia dello Scoiattolo e, sotto nella gallery, i rendering del nuovo stabilimento pronto nel 2024 (progetto architettonico e immagini di AGF architetti) e l'indimenticabile Umberto Belletti, da cui nacque il sogno della pasta fresca e dei ravioli made in Varese

«Anni fa i miei genitori stavano andando da un cliente (allora i cartoni di ravioli si consegnavano di persona) prima di essere superati in autostrada da un camion del Pastificio Rana. Quando mamma Anna disse a papà Lino "pensa te cosa è riuscito a fare Giovanni Rana...", lui le rispose: "Un giorno saranno i nostri camion ad andare in tutta Italia e nel mondo"».

Quel giorno è arrivato e così dallo Scoiattolo e dalla piccola, grande provincia di Varese non solo partono container pieni di pasta fresca e ravioli per l'Italia e l'Europa, ma anche per l'America e per il resto del mondo. 

Quel giorno immaginato da papà Lino e dalla sua famiglia viene raccontato oggi da Massimiliano Di Caro, general manager dell'azienda di Lonate Ceppino che dà lavoro ad altre 150 famiglie che, in periodi di super lavoro come questo, diventano molte di più e che è cresciuta difendendo la propria "squadra" e i propri valori. 

Quel giorno è arrivato perché tanto tempo fa, all'inizio di questa storia, nonno Tino iniziò a sognarlo e a farsi il giro dei mercati provinciali per vendere i tortellini di nonna Ebe. Proprio quel nonno che, prima di andarsene lo scorso giugno, pronunciò ai nipoti Massimiliano, Matteo e Valentina le parole che chiusero il cerchio e in cui è racchiusa la realizzazione del suo sogno («Chi l'avrebbe mai detto che avremmo venduto i nostri ravioli in tutto il mondo»).

Ma partiamo dal presente e cioè da uno stabilimento troppo stretto per contenere tutti i figli, i nipoti e la grande famiglia nati da quel sogno di nonno Tino, una "casa" pronta ad allargarsi con lo sguardo rivolto al mondo e le radici salde nella nostra terra, dove l'azienda delle famiglie Di Caro, Belletti e Guerra punta a diventare ancor più identitaria e a far sì che, vedendo i prodotti e il nome di famiglia, tutti possano dire "prendo lo Scoiattolo perché è del territorio".

I pilastri restano quelli delle origini: essere diversi e, se si può, più bravi dagli altri tenendo fede al proprio spirito - qualcuno direbbe alla ricetta segreta - aprendo strade non ancora percorse. «Dire una cosa e poi farla»: ecco il vero marchio di fabbrica che, qui, fa la differenza. 

Massimiliano Di Caro, quando nasce l'idea di raddoppiare la "casa" dello Scoiattolo?
Da lontano e cioè da quando mio nonno 10 anni fa vide la possibilità di espansione a Lonate Ceppino e pensò di acquistare i terreni qui vicino: è uno sbocco naturale figlio della lungimiranza della mia famiglia. Due anni fa abbiamo pensato di costruire il nuovo stabilimento visto che il nostro mercato si sta espandendo, così come la capacità produttiva, in maniera importante e che ogni metro possibile e immaginabile di spazio è saturo.
Otto mesi fa sono iniziati i lavori per edificare la nuova struttura che sarà composta da un prefabbricato con una pannellatura ecosostenibile e green che assorbirà Co2 trasformandola in aria pulita. 

Tempistiche per l'inaugurazione del nuovo stabilimento?
Tra maggio e giugno 2024 contiamo di avere attiva la parte inferiore dove sarà ospitata l'area logistica - collegata all'attuale stabilimento - con l'ingresso di materie prime come uova e semola. A fine 2024 puntiamo a partire con la linea produttiva. Attualmente produciamo tra le 75 e le 80 tonnellate di pasta al giorno. Raddoppieremo la produzione attuale della pasta ripiena e, come dimensioni, aggiungeremo 10 mila metri quadri ai 12 mila attuali. Per quanto riguarda la forza lavoro, da settembre a dicembre, cioè nei mesi di massima produttività, contiamo dai 160 ai 180 dipendenti. Con l'allargamento saliremo ancora: dipenderà poi, ovviamente, dalle commesse.

Ravioli e pasta varesini conquistano i mercati mondiali: dove e a chi li vendete?
Mio fratello Matteo ha fatto un grande lavoro sul mercato estero, che per noi pesa sul totale della produzione di pasta ripiena e pasta liscia (tagliatelle, tagliolini...) per il 70%, approcciando clienti sempre più importanti che cambiano i numeri dell'azienda: da qui è partito il progetto di ampliamento.
Negli ultimi 6 mesi con un grosso cliente svedese come Ica, prima catena del Paese con 1600 punti vendita, abbiamo quasi saturato la capacità produttiva della pasta liscia. Inoltre a settembre Matteo ci ha fatto un bellissimo regalo chiudendo un accordo con Costco Usa, uno dei più grandi retailer del mondo che raggiunge anche Canada, Cina, Uk, Francia, aprendo ulteriori confini di crescita: dovremo produrre 600 mila chili di tagliatelle e riempire 60 container da consegnare tra fine dicembre e inizio gennaio. Dovremo farci trovare pronti, leggere il mercato come siamo stati in grado di fare in questi anni e cogliere le occasioni di mercati enormi come quelli di Stati Uniti, Cina, Taiwan e Giappone.

Cosa apprezzano all'estero nel vostro prodotto?
Ve lo spiego con un aneddoto. Matteo "puntava" Ica Svezia da tanti anni finché l'anno scorso hanno aperto una gara per cambiare il fornitore e ci si è presentata l'opportunità giusta. A fare la differenza è stato il clima familiare che hanno trovato allo Scoiattolo, questo attaccamento all'azienda, la nostra passione... In un settore dove sono rimaste solo due famiglie, tra cui noi e Rana, e tutti gli altri competitor si sono affidati a fondi di investimento o partecipazioni, questa "familiarità" ha inciso parecchio, anche se poi non basta essere belli o simpatici ma serve la qualità del prodotto.

Come vanno le cose sul mercato e nelle catene italiane?
Siamo radicati, riconosciuti e apprezzati in Tigros ma dopo 30 anni siamo entrati anche in Esselunga. In Puglia e Calabria abbiamo una quota di mercato alta grazie a Coop e a catene locali.

Cosa rimane di quei primi tortellini di nonna Ebe che nonno Umberto Belletti vendeva nei mercati di provincia ora che sbarcate in America?
Le parole che ho letto in chiesa nel giorno dell'addio a Tino: "Siamo il frutto del tuo cuore e delle tue mani. A te che hai creduto con amore in tutto questo, ogni giorno, permettendo che diventasse realtà".
Ricordo uno degli ultimi giorni in cui lo abbiamo visto... Io, Matteo e Valentina eravamo andati a trovarlo in clinica e, alla fine della visita, dopo aver saputo che saremmo sbarcati in America e Cina, trovando un po' delle ultime energie disse: "Chi l'avrebbe mai detto che avremmo venduto i nostri ravioli in tutto il mondo". Mi piace pensare che con quella frase se ne sia andato sapendo che siamo riusciti a realizzare il suo sogno, quello di un uomo che, aiutato dai miei genitori e dai miei zii, è partito da una cantina. Ecco ciò che rimano del nonno: il suo sogno. Quello che ogni giorno mi riempie di responsabilità ma anche della voglia di "spaccare il mondo" con passione e amore, provando sempre a imparare qualcosa in più. 

Qual è l'atteggiamento giusto della vostra azienda guardando al futuro: accelerare o non fare il passo più lungo della gamba?
L'ho detto anche ai ragazzi della Liuc con cui sono andato a parlare qualche giorno fa: a volte capita di vedere una cosa nera mentre per chi è accanto a te sul lavoro magari appare verde. L'insegnamento del nonno di fronte a decisioni come quelle di espandersi o acquisire sta nell'equilibrio e nella capacità di trovare la giusta via, e mio padre in questo è maestro. Anche per il senso di responsabilità che dobbiamo avere nei confronti delle 150 e più famiglie che dipendono da noi.

Qual è la vostra sfida nei confronti del territorio in cui siete nati e cresciuti?
Quella di far percepire ciò che stiamo facendo. I nostri competitor sono in Veneto o in Emilia Romagna, noi a Varese: per il tipo di prodotto che facciamo, cioè pasta fresca e per le specificità industriali di questo territorio, siamo un po' una mosca bianca. Credo che lo Scoiattolo nella nostra provincia e in Lombardia dovrebbe essere più conosciuto.

Come?
Chi entra al supermercato a comprare il nostro prodotto dovrebbe dire: "Do fiducia allo Scoiattolo perché è del territorio". Ma per farlo deve sapere che noi siamo davvero figli di questa terra. Se vendiamo in tutto il mondo, non possiamo permetterci di non essere riconosciuti nella nostra roccaforte. Dovremo uscire un po' dal guscio, raccontare chi siamo, cosa facciamo e cosa faremo. Dopo tutto siamo il secondo marchio di pasta fresca in Lombardia dopo Rana...

Andrea Confalonieri

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