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Salute | 21 marzo 2023, 11:42

Medici, fragili e ospedale: il punto sulla sanità in Valceresio

Un tema che tiene sempre banco, non solo a livello di Regione, ma anche territoriale. Giovanni Resteghini, sindaco di Bisuschio, ma anche presidente del collegio dei sindaci di ATS Insubria, offre un quadro della situazione nella valle: «Noi sindaci facciamo la nostra parte e rappresentiamo i cittadini. Il numero dei medici di base è in caduta. L’ospedale di Cuasso? Grave perdita togliere la radiologia e il laboratorio analisi»

L'edifico della Casa della Comunità ad Arcisate

L'edifico della Casa della Comunità ad Arcisate

Si è parlato tanto, e si continua a parlare, di sanità. Una questione che senza ombra di dubbio ha tenuto banco per tutta la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni regionali dello scorso febbraio.

Ma un po’ più nascosto rispetto al lavoro che viene svolto al Pirellone, c’è il lavoro di quella sanità che opera a livello locale. Un quadro della situazione reale su quella della Valceresio ce lo ha offerto Giovanni Resteghini, presidente del collegio dei sindaci di ATS Insubria, nonché sindaco di Bisuschio.

«Chiaramente la sanità è una questione che dipende prima di tutto da Regione Lombardia. Noi sindaci nel nostro piccolo facciamo parte di diverse assemblee, tra cui quella in campo sanitario del nostro distretto (che comprende i Comuni di Arcisate, Besano, Bisuschio, Brusimpiano, Cantello, Clivio, Cuasso al Monte, Induno Olona, Porto Ceresio, Saltrio, Viggiù)».

Il primo punto di appoggio dei cittadini è quello dei medici di base, i quali, però, sono sempre meno: «Il numero è in caduta a causa dei pensionamenti, non c’è ricambio generazionale e questo è un grave problema, perché la medicina territoriale è una rete che si basa su di loro».

Ma d’altra parte l’azienda sanitaria che misure può adottare? «I medici chiedono che sia sburocratizzato il lavoro, ma, oltre a ciò, si potrebbe aumentare il numero di assistiti per medico, poi aumentare il numero di medici di base utilizzando anche i medici specializzandi. E infine l’aumento dell’età pensionabile dei medici, ma questo è un problema che va oltre il campo».

Dal canto loro, i sindaci non possono fare altro che «monitorare la situazione, essere incalzanti e incentivare. I sindaci hanno un ruolo politico, ma tutti hanno come missione rappresentare i propri cittadini, al di là delle idee. In questi organi spesso conta il giudizio e la passione. Ci deve essere poi una particolare attenzione ai fragili, ovvero anziani, bambini e disabili, che possono sempre contare su Auser».

Un punto scottante, anche a livello territoriale, è quello dei tempi delle liste d’attesa: «quando una persona si approccia a un esame e si vede dare un appuntamento dopo settimane o mesi è un problema».

In questa prospettiva è stata avviata a dicembre la Casa della Comunità ad Arcisate: «Qui il cittadino si presenta e trova sempre disponibilità. Queste strutture sono state attivate ma non sono ancora totalmente operative: la continuità della guardia medica c’è, ma a esprimere tutta la potenzialità manca ancora tanto».

E per concludere una riflessione anche sull’Ospedale di Cuasso: «Offriva un grande servizio, era comodo anche perché era l’unico che aveva la linea di autobus che arrivava addirittura dentro l’ospedale. Una volta una persona con una serie di problemi andava a Cuasso e aveva tutto. Togliere la radiologia, e il laboratorio analisi è stato una grave perdita per il nostro territorio».

Lorenzo D'Angelo

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