Once upon a time… New York, La Grande Mela, nei primi anni 70 era il centro della cultura urbana underground, la capitale mondiale dell’arte contemporanea, in particolare la sua metropolitana che, oltre ad essere un luogo poco sicuro, era coperta di graffiti. Graffiti?
Sì, graffiti! Quella giovane ed involontaria arte nata dalla bizzarra mente di un ragazzino di origini greche di nome Demetrios, che con un pennarello imbrattò i muri di New York con il suo nome abbreviato “TAKI183”, inconsapevolmente diede vita all’arte dei graffiti. Quarant’anni più tardi Banksy, il writer più famoso al mondo, pensò bene di dare vita su un muro di Chinatown ad un’opera di street art, bollando così una nuova forma d’arte.
Da quei lontani anni 70 la street art si è evoluta e oggi questa new art ha influenzato l’evoluzione urbana delle città, che hanno iniziato a sfruttare il lavoro di questi artisti al pari dei progettisti. Negli ultimi anni questa arte di strada non ha interessato solo le mura di vecchie fabbriche abbandonate, ma anche le facciate condominiali accessibili dal pubblico passaggio.
A tal proposito è giunto un quesito da un lettore: «Stamattina è comparso un graffito su una delle facciate del condominio, privo di finestre. Cosa possiamo fare? Basta rivolgersi all’amministratore? Grazie».
Gentile lettore, la sua irritazione è comprensibile. Ma provi a guardare questo fatto da un’altra prospettiva, chiedendosi se tale tipo di arte possa dare all’immobile un valore aggiunto. Certo, il proprietario della facciata oggetto del restyling artistico, quindi il condominio, non può opporre limitazioni al pubblico passaggio e istintivamente si vedrebbe costretto ad installare telecamere esterne per monitorare e tutelarsi da “atti vandalici” con dei costi per la compagine condominiale.
Ma se ci si ferma a riflettere, l’edificio ha subito un incremento di valore con una rivalutazione immobiliare da cui ne conseguirà, anche, una riqualificazione del quartiere stesso. Inconsapevolmente, il condominio ha recuperato e restaurato una delle facciate dell’edificio con l’abbellimento e la personalizzazione delle stesso mediante un opera d’arte che ha conferito all’immobile un valore aggiunto artistico e creativo.
Quindi, con le opportune cautele, diamo spazio a questo strumento di gentrificazione definendola Wall Street Art.
IL PROGETTO “L’ESPERTO RISPONDE” A CURA DI CAMERA CONDOMINIALE VARESE
“La cultura è alla base della società, rendendoci indipendenti, liberi e spingendoci al ragionamento ad avere buon senso”. E in questo contesto di Welfare State, inteso come sistema sociale diretto a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, che si inserisce il percorso intrapreso dalla Camera Condominiale di Varese, in persona del direttore generale Andrea Leta.
Una visione futuristica “de la compropriété”, come direbbero i cugini d’Oltralpe, quella della Camera Condominiale locale. Visione favorevolmente accolta anche dall’Unione Nazionale Camere Condominiali, presieduta dall’avvocato Michele Zuppardi, il cui fine è promuovere la ricerca, lo studio e la formazione di base e permanente nel campo del diritto, della tecnica, dell’amministrazione e più in generale della gestione del condominio e diffonderne risultati e di altre attività indicate nello Statuto.
La sede di Camera Condominiale Varese è situata in viale Ticino 24 a Gavirate. Per tutte le informazioni sono a disposizione la mail info@cameracondominialevarese.it, il numero di telefono 0332629323, il sito internet www.cameracondominialevarese.it e la pagina Facebook @CameraVarese.














