Gentile direttore,
da un po' di tempo ormai si paventano i nuovi pericoli per chi va in montagna: lupi, vipere, maremmani a guardia delle greggi, caprioli e cinghiali lungo le strade di vallata e non solo; ma al contempo si illustrano i nuovi percorsi per mountain bike, specie elettriche. Infatti esse ormai possono permettersi quasi qualsiasi mulattiera e sentiero di montagna, ma in discesa rappresentano un vero nuovo pericolo per escursionisti appiedati, specie quando scendono quasi in acrobazia.
Pochi giorni fa, su un noto sentiero dove mi trovavo, nel tratto più stretto ed anche esposto, quattro ragazzi scendevano a rotta di collo incitandosi a vicenda. A me hanno urlato "pista!" all'ultimo momento e ho fatto in tempo ad addossarmi alla parete; ma mia moglie, più avanti, è stata urtata ed è finita a terra, per fortuna senza precipitare nella scarpata a precipizio sul torrente.
Ovviamente i ciclisti non si sono fermati; niente targhe, niente assicurazioni, nessuna possibilità di riconoscimento. All'estero, per esempio in alcune zone della parte francese del Colle della Maddalena, parco Mercantour, Vallone dell'Ubayette verso i laghi Lauzonnier, il bellissimo tracciato escursionistico vieta le bici, soprattutto elettriche, e quindi famiglie con bambini non rischiano, scendendo, di essere inforcate.
Recentemente sono stato in vacanza in Val d'Aosta, sopra Cogne. Anche là occorreva guardarsi continuamente alle spalle dalle bici elettriche in discesa. Qualcuna di esse grida "pista!", le donne più gentilmente "permesso!", ma ormai la pratica della montagna troppo spesso appartiene a loro. E chi, ormai anziano, ama scarpinare, che cosa deve fare?
Grazie