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Territorio | 24 agosto 2022, 13:17

Nuova beffa burocratica per i frontalieri: bloccata l'erogazione dell'assegno unico universale

E' Mauro Fiorbianco che lavora in Svizzera da 15 anni a farsi portavoce di un problema che riguarda decine di migliaia di persone che hanno ricevuto una comunicazione dalla Ias sui 200 euro mensili per figlio: «Assegni sospesi fino a che l'Inps non risponderà ai chiarimenti, la legge non chiarisce la natura fiscale di questo sussidio». Uno stallo inaccettabile a cui va subito posto rimedio

La lettera dell'Ias ricevuta dai lavoratori frontalieri italiani

La lettera dell'Ias ricevuta dai lavoratori frontalieri italiani

Una nuova beffa burocratica per i lavoratori frontalieri italiani alle prese con la sospensione dell'erogazione dell'assegno unico universale decisa dallo Ias in attesa di chiarimenti, che non arrivano, dal pari grado italiano l'Inps, sulla natura fiscale di questo sussidio.

Tra luglio e agosto i frontalieri stanno ricevendo una lettera dallo Ias che comunica la sospensione dell'erogazione dell'assegno.

A farsi portavoce di un problema che riguarda decine di migliaia di lavoratori - tra i quali la rabbia sta montando sempre di più - anche residenti in provincia di Varese è Mauro Fiorbianco, frontaliere da 15 anni. 

«Sul territorio stanno nascendo spontaneamente richieste di aiuto - sottolinea Fiorbianco - che chiedono un'azione da parte delle autorità lombarde per sbloccare la situazione che si è venuta a creare e per la quale la Ias ha scaricato il 100% delle responsabilità di questa impasse sulle autorità italiane». 

E' lo stesso Fiorbianco a spiegare con chiarezza la natura del problema a cui va posto rimedio al più presto. 

«Tutto nasce dal varo della legge sull'assegno unico universale - spiega - il cui Decreto Attuativo non chiarisce la natura fiscale di questo sussidio nei meccanismi che regolano l’accordo bilaterale Italia-Svizzera sui frontalieri e per tanto l’Inps, l’ente preposto non sa cosa rispondere».

La questione è esplosa fra luglio ed agosto, con l’arrivo presso le abitazioni dei frontalieri, di una notifica Ias secondo la quale, le procedure di erogazione dell’assegno Ias in busta paga (200 euro mensili per figlio) per i figli in Svizzera sono ma poiché Inps in Italia non risponde in modo univoco l’erogazione degli assegni in busta paga verrà sospeso fino a chiarimento con l’ente preposto.

«Contattato l'Inps di Varese - prosegue Fiorbianco - si scopre che non essendo specificato, in Italia, in modo chiaro ed inequivocabile il collocamento della legge Assegno Unico Universale relativamente all’accordo sui frontalieri, al momento “sono in attesa” di una circolare che chiarisca la posizione e consenta quindi una risposta definitiva da Inps a Ias ma i mesi passano».

E qui arriva un'ulteriore beffa per i frontalieri. 

«Verrà a crearsi un paradosso - osserva Fiorbianco - poiché fiscalità svizzera è estremamente perequativa e favorevole alle famiglie; più passano i mesi più l’erogazione di questi “arretrati” in busta paga verrà penalizzata dal cambio di aliquota fiscale dettata dal maggior imponibile in busta paga. Il che vorrà dire che alla fine una parte di questa “immensa” somma di denaro tornerà nuovamente nelle casse cantonali anziché restare disponibile nelle tasche dei lavoratori frontalieri».

Un problema sollevato anche dal sindaco di Daverio Marco Colombo, al quale si sono rivolti alcuni frontalieri residenti in paese. 

«Si tratta di un tema che va risolto subito e non il 25 settembre dopo le elezioni - dichiara - riguarda 90 mila cittadini lombardi, senza contare le loro famiglie, di cui bisogna difendere i diritti. E' un argomento che non può non riguardare la politica lombarda in questa campagna elettorale. I rapporti con la Svizzera e lo dico anche da imprenditore vanno semplificati e sburocratizzati».

Colombo solleva poi un altro tema, che riguarda quei Comuni, come Daverio, dove la percentuale dei frontalieri residenti non supera il 4% e non dando così diritto alla ricezione dei ristorni.

«Stiamo lavorando in Provincia grazie al consigliere Premazzi per superare questo problema» conclude il primo cittadino di Daverio. 

Matteo Fontana

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