Quale futuro per le Guardie ecologiche volontarie della Provincia di Varese? Dopo mesi di attesa, proprio ieri – giorno in cui se n’è discusso in consiglio provinciale – da Regione Lombardia è arrivata la richiesta di affrontare la questione.
L'interrogazione
Il servizio delle Gev – con sedi territoriali a Besozzo, Busto Arsizio, Mornago e Saronno – si era interrotto nel febbraio del 2020 a cause della pandemia. E la loro attività – fanno notare i gruppi consiliari provinciali Civici e Democratici e Varese Provincia Europea – «non è mai ripresa, nemmeno a seguito della cessazione dello stato di emergenza» risalente allo scorso 31 marzo. Per questo gli esponenti dell’opposizione hanno presentato un’interrogazione, considerando che la gestione operativa del servizio è disciplinata proprio dalla Provincia.
Nel testo, illustrato in assise da Maria Cecila Carangi, si sottolineava che «le altre Gev che operano sul territorio e nei territori limitrofi sono state riattivate non appena si è concluso il primo periodo di isolamento».
La situazione
Il problema riguarda la dotazione finanziaria e di personale, come emerso nella risposta del vicepresidente e consigliere delegato alla Protezione civile Alberto Barcaro. Il quale ha spiegato che questa realtà, che si occupa innanzitutto di educazione e informazione ambientale, è gestita dal settore Protezione civile provinciale. Una rarità nel panorama regionale.
Barcaro ha letto una lunga e dettagliata relazione, evidenziando che «al momento del mio arrivo in provincia di Varese nel 2018 quale consigliere delegato, ho potuto subito notare che le Gev venivano gestite dalla Protezione civile. E ciò era anomalo in quanto non vi era un’attinenza con la materia ambientale vera e propria». Tanto è vero che «in Regione fanno capo all’assessorato all’ambiente e si occupano di funzioni strettamente ambientali ed ecologiche, che nulla hanno a che fare con la Prociv».
Una riflessione, vista la scarsità di risorse a disposizione, era in corso anche prima della pandemia, poiché non è semplice conciliare il servizio e i numeri della Protezione civile che, ha ricordato Barcaro, svolge un «servizio pubblico essenziale, prioritario rispetto a qualsiasi altra attività».
«Il 21 luglio 2021 è stata inviata una nota all’assessore regionale all’ambiente nella quale si evidenziavano tutte le problematiche della materia, che non rientrava nell’intesa allora vigente. Non abbiamo avuto risposta formale», ha rivelato, ribadendo che «si ritiene che il servizio in materia di Gev non sia funzione obbligatoria ma facoltativa, cui la Provincia può rinunciare restituendo alla Regione i beni acquistati con i suoi finanziamenti e indirizzando i volontari presso altri enti organizzatori».
A distanza di un anno, proprio nel giorno del consiglio provinciale, «è arrivata la risposta dell’assessore Raffaele Cattaneo che, al fine di individuare possibili soluzioni, chiede la disponibilità a un incontro sul tema. La nostra volontà è quella di far proseguire il servizio», a patto però che ci sia la necessaria «dotazione finanziaria e di personale».
Auspicio condiviso da chi ha sollevato il tema attraverso l’interrogazione: «Il nostro augurio è che si riesca a riattivare il servizio, anche perché le Gev provinciali nel 1994 sono stati tra i primi a intervenire nell’alluvione ad Asti-Alessandria – ha ricordato Carangi –. Ci troviamo in un periodo in cui fenomeni estremi sono sempre più frequenti. Un aiuto sotto questo punto di vista è più utile che mai».
Approvato il rendiconto
Il consiglio si era aperto con l’approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio 2021 (dopo il parere favorevole dell’assemblea dei sindaci).
A votare a favore, oltre alla maggioranza, anche Giuseppina Lanza del gruppo Varese Provincia Europea (ed esponente di Italia Viva).
Nella seduta del primo pomeriggio, invece, era stata resa nota la comunicazione della Corte dei Conti sulla completa attuazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale.
«È il completamento del percorso iniziato tre anni fa, la cosa principale che abbiamo fatto», ha commentato soddisfatto il presidente Emanuele Antonelli (leggi qui).
L’assise ha anche espresso parere favorevole alla proposta del progetto di legge sulla fusione dei comuni di Bardello, Malgesso e Bregano.