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Basket | 03 aprile 2022, 20:22

Vittorie salvezza, vittorie playoff. Nani che attaccano, Nani che difendono

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Facile vincere le partite perfette, molto meno farlo quando sei costretto per 40 minuti a interpretare un match il cui senso continuamente cambia. Solo le squadre vere ci riescono, anche grazie a metamorfosi come quella di Marcus Keene

Vittorie salvezza, vittorie playoff. Nani che attaccano, Nani che difendono

È facile portarsi a casa le partite perfette, quadri in cui le pennellate si adagiano l’una sull’altra senza esitazioni né sbavature, a formare un capolavoro di logica e precisione.

Meno semplice, molto meno, è restare a galla tra errori e difficoltà, doversi sudare ogni canestro, essere costretti a interpretare una contesa che cambia senso in continuazione, soffrire per 40 minuti senza alcuna certezza di spuntarla.

Le vittorie che ne derivano, nel caso, valgono di più: sono vittorie da squadra matura, vera, distinguibile da quelle che invece possono solo accontentarsi di seguire ogni volta un destino già scritto, bello o brutto che sia. 

Ci sono successi da salvezza e successi da playoff: quello di Brindisi, per Varese, è stato un successo da playoff.

Al PalaPentassuglia la Openjobmetis ha dovuto sempre trovare una risposta diversa, agli avversari così come al copione del match. La prima è stata la difesa, perfetta in area per 20 minuti, surrogato memorabile di triple che non ne volevano sapere di entrare (1/14 da 3 al 21’): ciò che da una parte i tiri sbilenchi (ma puliti, grazie al ritorno di Keene) disfacevano, dall’altra parte veniva prontamente recuperato grazie alle fila serrate da movimenti collettivi e concentrazione entrambi di gran fattura.

Poi quei quattro falli di squadra in nemmeno tre minuti del secondo tempo e l’impossibilità di tenere quindi lo stesso ritmo difensivo: Varese ha allora scelto di farsi infilare a ripetizione da Perkins, ma ha anche capito di dover iniziare a macinare in attacco per rimanere attaccata al match. E così è stato.

Quindi il gran finale, aiutato prima dalla buona sorte (Brindisi ha sbagliato a sua volta l’impossibile dall’arco), poi da un’ennesima metamorfosi, stavolta anche individuale: quella di Keene, l’eroe offensivo che si trasforma in eroe difensivo, con quel guizzo a rubare palla proprio a Perkins.

Il colpo di reni di chi, con la sola sua presenza, è in grado di aumentare la qualità del prodotto biancorosso, fornendo imprevedibilità sostanziosa a ciò che a volte (si è visto contro Pesaro e Milano) rischia di diventare solamente una bellissima ma disarmata filosofia? Certamente, ma vorremmo anche andare oltre nell’analisi: quando è arrivato alla corte di Vertemati, il Nano era poco più di un "clown" offensivo, buono per far strabuzzare gli occhi dopo una tripla presa da 9 metri… Oggi ha risolto una gara in difesa…

È il percorso, ancora una volta, a strabiliare. Un percorso da playoff.  

Fabio Gandini


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