Si è svolto ieri sera con la diretta di VareseNoi.it lo storico appuntamento con la Famiglia Bosina durante il quale, oltre a ripercorrere la tradizione della giornata della Giobia, è stato assegnato il premio Poeta Bosino dell'anno che è andato a Antonio Borgato. Presenti in primis il Regiù Luca Broggini, affiancato dal presidente dello storico concorso di poesia dialettale Marco Broggini, da consiglieri e amici della famiglia come Giuseppe Micalizzi (vicepresidente), Marco Dal Fior, Mario Zeni ed Elena Zoja. Ha condotto la serata il direttore di VareseNoi Andrea Confalonieri.
Il primo premio è andato a un volto e a una voce nota della Famiglia, ovvero Antonio Borgato, conosciuto anche per essere il Re Bosino, con la poesia “Anca par ti”. Un componimento in cui speranza e lirismo si fondono in un messaggio universale. Nelle motivazioni della giuria si legge che «il componimento è ben strutturato» e «utilizza un dialetto ricercato con particolare attenzione alla disposizione degli accenti nel cogliere un momento particolare di meditazione e riflessione sul destino dell’uomo, cercando di dare un segno di speranza, una piccola luce per tutti nel buio della notte che ci avvolge».
In seconda posizione si è piazzato Carlo Piccinelli, già viciniore di altre edizione del concorso, e quest'anno ha proposto la sua “Prima ch’ariva nòtt”. «La poesia riflette pessimisticamente sul senso della vita umana con la sua caducità e le sue ferite che si accumulano nel tempo, ma invita alla fine a sorridere e lasciar correre sui tanti problemi che affliggono il cuore dell’uomo. La profondità del massaggio si accompagna a un utilizzo di un dialetto che usa termini ricercati e inusuali» il commento dei giudici.
Sul terzo gradino del podio un altro volto noto della Famiglia Bosina, Lidia Enrica Munaretti con “Distraziùn… in utùbar”. «Il componimento delinea un quadretto autunnale in cui la natura partecipa della vita dell’uomo in maniere giocosa e positiva utilizzando un dialetto vivace e ricco di riferimenti all’allegria» le motivazioni della scelta dei giudici «fino ai due versi finali in cui emerge il tipico elemento umoristico a interrompere improvvisamente la situazione idilliaca».
«Queste poesie sono di un lirismo notevole, paragonabili a quelle scritte in lingua italiano. Il dialetto non è inferiore alla nostra lingua, anzi è più ricco di sfumature» il commento finale dal presidente del concorso, Marco Broggini.