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Economia | 28 luglio 2021, 16:19

Intesa sul nuovo contratto dei tessili. Vago: «Un investimento sui nostri collaboratori»

Sistema Moda Italia annuncia di aver sottoscritto l'ipotesi di accordo con i sindacati, che ora sottoporranno il documento alle assemblee. Interessa 40mila aziende nel Paese: ecco le novità

Il presidente di Sistema Moda Italia Marino Vago

Il presidente di Sistema Moda Italia Marino Vago

Un rinnovo molto atteso, quello del contratto nazionale dei tessili, che offre speranze sul futuro da più punti di vista. Quello delle imprese è tratteggiato da Marino Vago, presidente di Sistema Moda Italia: «Le aziende si assumono un significativo aggravio di costi, che vogliamo interpretare come un investimento sui nostri collaboratori, le cui professionalità e competenze sono e saranno sempre più la ricchezza delle nostre imprese e la garanzia del loro successo nel mondo».

È la stessa Smi a comunicare come oggi, 28 luglio 2021, con le organizzazioni sindacali nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil sia stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore Tessile Abbigliamento Moda: interessa in tutto il Paese oltre 40mila aziende per circa 400mila addetti. 

Termini e ragioni

La durata del rinnovo contrattuale è stata definita di 4 anni, dal primo aprile 2020 al 31 marzo 2024. Il precedente contratto era infatti scaduto il 31 marzo 2020 e la trattativa, iniziata solo lo scorso dicembre per via  della crisi sanitaria, ne ha dovuto affrontare le pesanti conseguenze economiche e produttive, si ricorda.

Questo in un Paese come il nostro con le piccole e medie imprese cuore della filiera manifatturiera, che stanno pagando ancora un prezzo alto. Le previsioni per una piena ripresa operativa del settore si orientano sul 2022. «In questa situazione, in cui permangono gravi criticità ma che presenta anche segnali di speranza per un pieno recupero, Smi ha deciso di dare un forte segnale di coesione nel settore - viene affermato in una nota - per affrontare i prossimi decisivi mesi potendo contare sulla massima collaborazione di tutte le componenti, a partire dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali fino al Governo». A quest'ultimo, si rammenta, è stato presentato da tempo ormai un piano intensivo per il sostegno al comparto.

I contenuti del rinnovo contrattuale riguardano inizialmente  la parte normativa del contratto, che ha introdotto modifiche o nuove norme nella disciplina dei contratti a termine e della somministrazione a termine, del periodo di prova, delle modalità di fruizione dei permessi, della flessibilità dell’orario contrattuale, del cambio di mansioni, dei provvedimenti disciplinari. 

C'è tutta la parte economica, con un aumento dei minimi contrattuali a regime di 72,00 euro lordi medi, al 4° livello, erogati in 3 tranche: o  20,00 euro dal 1° aprile 2022 o  25,00 euro dal 1° gennaio 2023 o  27,00 euro dal 1° aprile 2023.

Per il periodo 1° aprile 2020 – 31 marzo 2022 (2 anni pieni) non sono stati previsti né aumenti retributivi né importi una tantum, quindi nessun aggravio di costo per le imprese.

Inoltre, a salvaguardia soprattutto delle PMI, è stata confermata l’attuale disciplina dell’EGR e il suo importo non ha subito alcun incremento. 

I due nuovi protocolli

Con il rinnovo contrattuale, oltre ai vari aggiornamenti del contratto rispetto alle nuove normative di legge, sono stati convenuti due nuovi importanti Protocolli.

Qui le parti hanno assunto prima di tutto l’impegno di collaborare tra loro e con le istituzioni preposte per «promuovere la legalità ed elevare il livello di qualità delle regole e delle relazioni lungo tutta la filiera produttiva, con uno specifico accordo per contrastare il dumping contrattuale, incentivando l’applicazione dei contratti sottoscritti dalle parti datoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale».

Inoltre, c'è quello di «procedere con una nuova fase di completamento e sviluppo del sistema di welfare contrattuale, denominato “Sistema Welfare Moda”, che ha già dato notevoli benefici a imprese e lavoratori del settore nel campo della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa e che ora potrà essere ulteriormente potenziato». Nell’ambito del Protocollo è già indicato un primo passo concreto: l’istituzione dal 1° gennaio 2023 di una nuova assicurazione contro la non autosufficienza (LTC) a beneficio di tutti i lavoratori, finanziata con un contributo di 2,00 euro/mese a carico delle aziende  

L’Ipotesi di accordo sarà ora sottoposta dai sindacati all’approvazione delle assemblee dei lavoratori nelle aziende, prima di divenire definitiva.   

Commenta il presidente Vago: «Pur in un momento ancora particolarmente critico per la filiera produttiva del tessile abbigliamento, per senso di responsabilità e per rasserenare il clima nelle aziende, Smi ha scelto di rinnovare il Contratto nazionale di settore, che è uno dei più importanti di tutta l’industria del Paese. Ci attendono mesi molto complicati, nei quali sarà necessaria ed essenziale la collaborazione di tutti per superare le attuali difficoltà e cogliere le opportunità che i nuovi mercati ci presentano».

Ma. Lu.

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