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Economia | 28 ottobre 2020, 15:36

La ricetta di Aime per uscire dalla crisi: «Utilizzare le risorse del Recovery Fund su politiche green, accesso al credito, abbassamento delle tasse e rilancio della pubblica amministrazione»

L'associazione varesina ha presentato i cinque punti per il rilancio dell'economia. Il presidente Albertini: «Fondamentale in questa fase avanzare proposte concrete per utilizzare le risorse in arrivo dall'Unione Europea»

Giuseppe Albertini

Giuseppe Albertini

Il rilancio dell'economia e il superamento della crisi legata all'emergenza sanitaria passano dalle risorse in arrivo dall'Unione Europea, attraverso il Recovery Fund e da proposte concrete su cui indirizzare i finanziamenti; ne è convinta Aime Varese che ha presentato la sua ricetta in cinque punti su cui convogliare le risorse.

«L'errore più grave che dobbiamo evitare in questo momento è quello di contrapporre la salute all'economia - ha spiegato il segretario generale di Aime Gianni Lucchina - siamo ovviamente vicini alle categorie in difficoltà e verificheremo che effettivamente i fondi del Decreto Ristori arrivino sui conti correnti a metà novembre. Sicuramente in questi mesi si poteva fare di più, ma la nostra associazione oltre alle critiche si distingue per le proposte a partire da quelle su come utilizzare i soldi del Recovery Fund»

Le cinque proposte di Aime sono state illustrate dal presidente dell'associazione Giuseppe Albertini e dal presidente di Aime Giovani Matteo Marchesi. «Fondamentale sfruttare le risorse che dovrebbero arrivare dall'Europa e altrettanto importante rispettare le regole anti contagio - ha premesso Albertini - che ha poi illustrato le ricette di Aime. «La vera rivoluzione green non si articola soltanto nella guerra alle autovetture diesel e in piccoli bonus per l’acquisto di autovetture ibride - ha detto Albertini - C’è l’esigenza di conversione di intere produzioni industriali in altre più efficienti: economicamente meno dispendiose e più sicure per l’ambiente. Questa riconversione dei processi deve avvenire con misure concrete, come degli sgravi, o dei crediti d’imposta sull’acquisto di beni a miglior impatto ambientale. Questo può essere il motore di investimenti che facilitino un’economia di filiera nuova, tutta da intercettare, e su cui costruire centinaia di business annessi».

Il secondo punto riguarda il rilancio della pubblica amministrazione che è la grande opportunità del prossimo decennio. Dopo i 190 mila pensionamenti degli ultimi due anni, si prevedono altri 83 mila dipendenti pubblici in corso di pensionamento nel 2021. «Il turnover - secondo Aime - deve essere un’occasione, per ridurre il personale in eccesso e selezionare giovani leve altamente specializzate che possano rigenerare la PA: accelerare la sua digitalizzazione, fungere da strumento efficace per le sinergie tra pubblico e privato, tra imprese e istituzioni territoriali. Occorre un investimento importante nell’istituzione di una, vera e propria, scuola di Alta Formazione per la Pubblica Amministrazione. La PA deve essere capace di rinnovarsi se desidera finalmente tornare ad essere l’anello esecutivo di avviamento dei processi di investimento industriale, e non più il suo limite. Da qui discende naturalmente la sburocratizzazione, tema imprescindibile quando si parla di impresa, che si lega indissolubilmente alla lotta alle inefficienze dello Stato».

«Terzo punto - ha proseguito il presidente - un preciso intervento di riforma complessiva della tassazione sul lavoro dipendente. Il sistema economico è cambiato proporzionalmente ai cambiamenti globali, nella facilità delle esportazioni, nel consumo di merce estera. Attualmente abbiamo problemi di calo dei consumi legati a salari mediamente bassi, più bassi di quelli europei, a fronte di un costo del lavoro molto alto per le imprese. Questa situazione crea una forte deterrenza per le nuove assunzioni: il che porta la singola piccola-media impresa (sostrato del motore economico del paese) a ridurre le maestranze accentrando su pochi uomini chiave mansioni differenti, con una conseguente diminuzione della qualità generale dei prodotti e dei manufatti. Tutto ciò crea insoddisfazioni nei lavoratori dipendenti che spesso sono spinti alla c.d. “ora di straordinario” per far fronte all’impossibilità di un sostituto o di un gregario. 

«Da ricercare c’è sicuramente un alleggerimento complessivo della rigidità sul rapporto di lavoro dipendente - ha spiegato Marchesi - una flessibilità chiara sul lavoro che non abbia come cardini il divieto ai licenziamenti ma gli incentivi alle assunzioni, con sgravi significativi contributivi per le giovani eccellenze. Tutto ciò deve transitare da una stabilità della legislazione giuslavoristica. Continue modifiche allo Statuto dei Lavoratori o presunte riforme complessive creano spesso molte difficoltà per le aziende ad adeguarsi ai nuovi dettami e impoveriscono strutture in continuo cambiamento della forma».

Quinto punto, l’accesso al credito. «Tema di primario impatto - ha dichiarato Albertini - Covid e ristrutturazione dell’Unione Europea spalancano grandi opportunità per nuovi orizzonti e opportunità di business, per intercettarli servono risorse disponibili da investire. I processi creditizi devono essere più semplici e i finanziamenti devono essere erogati. Le banche sono diventate strutture chiuse, rigide, e spesso i loro funzionari mancano di contatto umano con i loro imprenditori correntisti. C’è bisogno di più concretezza se si vuole davvero realizzare, con le peculiarità e gli eccezionali talenti di cui disponiamo, il “sogno italiano”: solo così possiamo produrre ricchezza e lavoro sui temi del terzo millennio, quali energia rinnovabile e rigenerazione urbana green»

Aime chiede anche la proroga fino almeno al 2023 dell'Ecobonus 110% e il rifinanziamento marcato di "Industria 4.0" anche dal 2022 e negli anni successivi. «Non saremo mai la forza del “no”, il nostro impegno sta nel valutare le proposte, presentare le nostre osservazioni al Governo qualunque esso sia, senza interessarci del colore politico, ma valutando la sostanza del suo agire. Ci impegniamo ad essere la giusta forza sinergica tra imprenditori e istituzioni per un virtuosismo collaborativo che produca veri risultati» ha concluso Lucchina. 

Matteo Fontana

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