Il pubblico biancorosso sa stupire quando meno te l'aspetti, sa gettarsi nel fuoco come pochi altri - anche per l'abitudine a soffrire e, per questo, a stupire - quando vede salire un segnale di battaglia dal campo, sa fiutare quando la squadra e l'allenatore sono giusti, insomma "da Varese". È accaduto ieri al Franco Ossola dove 500 spettatori in alcune fasi della partita sono sembrati molti di più: ci fosse ancora il Peo, che a volte - soprattutto alla fine - teneva le finestre di casa aperte per ascoltare i rumori provenienti dallo stadio e capire se il Varese stesse vincendo o perdendo, direbbe che il boato del gol lo ha sentito anche da lui, un urlo liberatorio che ha fatto tremare i gradoni di Masnago dopo una stagione d'inferno e l'umana paura che qualcosa di simile potesse ripetersi. E invece non accadrà, come hanno capito tutti coloro che ieri erano presenti. Lo ha spiegato Furlan, che poteva magari restare in serie C ed invece ha scelto per la prima volta in carriera la D ed è tornato a Varese, rinforzando l'idea un po' appassita che questa maglia e questa piazza hanno ancora qualcosa di speciale per cui vale la pena sceglierle con alcune parole da incorniciare: «Avevo delle proposte tra i professionisti - ha detto - ma mi sono trovato in biancorosso, anche perché mia moglie è di Varese e abbiamo casa qui. Mi sono allenato con i ragazzi e con il mister e mi sono trovato talmente bene in questo gruppo da volerci rimanere». Lo spiega altrettanto bene un tifoso con questa lettera che vi proponiamo a cui non aggiungere altro se non: forza, vecchio Varese. (a.c.)
La lettera di un tifoso presente ieri al Franco Ossola
Vedere tutta la squadra che con un gesto spontaneo e non pianificato prima va a salutare applaudendolo un solo tifoso che per scaramanzia o vezzo o semplicemente per sua abitudine ha seguito tutta la partita sui gradoni della curva nord lontano da tutti gli altri tifosi è stato per me tifoso del Varese un gesto bellissimo, inaspettato e che mi ha conquistato. È stato come se volessero salutare e ringraziare singolarmente ognuno di noi.
Già prima della partita, cosa assolutamente inusuale e mai vista, la squadra ha salutato, avvicinandosi ed applaudendo, sia i tifosi nei distinti sia quelli del in tribuna.
Siamo di norma abituati a vedere una scena del genere alla fine ma mai prima del via.
Lo trovo un gesto unico, significativo ed apprezzabilissimo che avvicina e coinvolge chi ama questa maglia e ciò che rappresenta.
È come se dicessero a chiunque che insieme siamo tutti più forti. Loro con noi e noi con loro. Un coinvolgimento reciproco gratificante e bellissimo. Questo è ciò che mi è arrivato dai ragazzi in campo.
Un tifoso del Varese