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| 20 novembre 2021, 07:00

Ad Haiti il silenzio resiste e i bimbi vanno a scuola. Mentre la piccola Fedline lotta per la vita

Suor Marcella ha potuto finalmente portare in ospedale la bambina malata, poco più di cinque mesi e appena due chili e mezzo di peso

La dolcissima Fedline

La dolcissima Fedline

La tregua è terminata, ma ieri resisteva un misterioso silenzio su Haiti. Che cosa significasse, è difficile capirlo. Nella concretezza della vita quotidiana, ciò ha significato per i bimbi di suor Marcella Catozza poter andare a scuola. O ancora, aver portato un pulmino rotto dal meccanico. Gesti di normalità in un contesto così sofferente. «Esci e speri di riuscire a tornare» osserva suor Marcella e le sue parole così dirette spiazzano, ma spingono anche a ribellarsi nel bene.

Dei bambini, vogliamo continuare a parlare, perché di questo dolore non ci si scordi. La nostra promessa alla missionaria bustocca oggi affiora con la storia di Fedline, 5 mesi e mezzo appena: ieri è stata una giornata importante perché si è riusciti a portare Fedline in ospedale. «Era arrivata tre settimane fa da noi, pesava due chili e mezzo - racconta suor Marcella - Aveva la febbre alta e neanche la mamma stava bene».

Prima, non si era riusciti a recarsi in ospedale per il dilagare della violenza e delle minacce. Ci si è presi cura della piccola, come si poteva: «Oggi l'hanno ricoverata i Padri Camilliani, accolgono sempre i nostri bimbi gratuitamente. Noi avevamo aiutato la loro missione dopo il terremoto».

Il verdetto è pesante: questa bambina, così minuta, ha la tubercolosi. Con le cure e l'affetto si cercherà di aiutarla a guarire. Un cammino lungo e difficile, osserva suor Marcella, ma senza perdere la speranza: «Un nostro bambino era rimasto sei mesi in ospedale con la Tbc... Ora frequenta l'ultimo anno di asilo ed è sano come un pesce. Speriamo che Fedline ce la faccia».

Una preghiera per Fedline. Una preghiera che si estende per tutti i bambini in pericolo in questo momento nella surreale situazione di Haiti: «C'è un gran bel sole, come al solito, e a scuola sono iniziati gli esami. Dentro la tragedia quotidiana, il giorno in cui non c'è il problema (le azioni delle bande, ndr) tutti vanno in strada, sono felici... Poi magari tornano gli spari». Così la gente si rifugia in casa.

Questa è Haiti. E ha anche il volto di Fedline che sta lottando per vivere. 

Marilena Lualdi

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