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Storie | 27 luglio 2020, 07:00

«Quegli eroi dimenticati del Covid. Senza gli angeli della riabilitazione il calvario sarebbe infinito»

La testimonianza di Paolo Ghiringhelli, figlio del professor Robertino, oltre a ringraziare medici e infermieri getta una luce su una faccia spesso dimenticata della malattia: «C'è chi muoveva appena le dita ed è stato riportato a camminare»

«Quegli eroi dimenticati del Covid. Senza gli angeli della riabilitazione il calvario sarebbe infinito»

Questa è la testimonianza di Paolo Ghiringhelli, il figlio del professor Robertino, che a Varese e non solo tutti conoscono. Quello di Paolo è un intervento interessante perché pone l’accento sulla riabilitazione post Covid: giustamente tutti parlano e hanno parlato dei rianimatori, degli infermieri e degli operatori sanitari che ti strappano alla terapia intensiva. Ma quasi nessuno sottolinea il ruolo di quelli che, quando il virus se ne va, cercano di riportarti alla vita normale. Sappiamo che la malattia è devastante e la ripresa molto lunga. Se non ci fossero stati i fisioterapisti e i loro colleghi molte persone avrebbero potuto avere danni anche duraturi alla loro salute. Ecco le parole di Paolo Ghiringhelli.

Volevo  raccontare a tutta la comunità  che i veri valori umani ed etici alcune volte si trovano negli atti quotidiani di un lavoro instancabile. La storia che vi racconto riguarda la vita di tutti i giorni degli operatori Fisioterapisti della pneumologia riabilitativa, degli infermieri e degli operatori sanitari che lavorano con dedizione e professionalità alla Maugeri di Tradate.

La questione  mi riguarda personalmente però non voglio portare il mio caso ma quello di un paziente che chiamerò M.M . Questo signore ha contratto il covid in maniera molto pesante e soprattutto i lasciti del virus sono stati importanti. Quando è arrivato alla struttura Maugeri di Tradate muoveva appena le dita ed è qui che entra in gioco lo straordinario lavoro degli operatori, i quali in poco tempo lo hanno riportato a camminare per poi renderlo autosufficiente.

Queste azioni, secondo me, non vanno riconosciute solo come un dovere lavorativo ma come un qualcosa di più, un atto umano ispirato dal divino. Ricordiamoci sempre che il primo servitore è stato Gesù Cristo. Le infermiere e gli operatori socio-sanitari lavorano incessantemente senza mai aspettarsi un grazie da nessuno, ma facendolo come risposta amorevole ad un bisogno di accudimento.

Una mattina una operatrice socio- sanitaria parlando del suo lavoro, anche se stanca, mi ha detto: «Io do il massimo perché quando vedo i pazienti migliorare mi sento di aver fatto qualcosa di speciale o forse meglio dire di angelico».

La Maugeri  di Tradate è una struttura riabilitativa dove il rapporto stretto tra fisioterapisti, pazienti, infermieri e operatori socio sanitari è il vero segreto per una ottima riabilitazione, ovviamente con il supporto dei medici. A tutti voi operatori  dedico una frase che i latini dicevano sempre: «Memento audere semper et ventis adversis [ricordati  di osare sempr, anche con i venti contrari]. Quindi

siate uniti e aiutatevi vicenda anche nei momenti difficili.


Ovviamente il mio ringraziamento va anche alla Direzione della Maugeri di Tradate e alla Fondazione che permette tutto questo. Il mio unica suggerimento riguarda l'impegno economico per ammodernare la palestra pneumologica che ovviamente

possiede le strumentazioni di base ma che necessita di un rinnovo dei macchinari, secondo un parere personale, per arrivare a compiere dei miracoli quotidiani.


Il mio ultimo grazie va a una persona speciale che fa parte della struttura e che mi ha salvato la vita, e non solo la mia con il suo impegno straordinario il mio sentimento sarà sempre di infinito affetto.


cordialmente 

Paolo Ghiringhelli

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