Basket - 14 ottobre 2025, 17:08

È questo il vero Stefan Moody? A dircelo saranno tempo, lavoro, rapporto con Kastritis e… Renfro

Le prestazioni del playmaker viste in precampionato e nei primi due impegni ufficiali non sono state all’altezza, ma è già ora di una bocciatura senza ritorno? Il campione è ancora troppo ridotto per dare una risposta definitiva, anche perché chi l’ha portato a Varese ha visto ben altro

Stefan Moody, playmaker della Openjobmetis Varese (foto Fabio Averna)

Stefan Moody, playmaker della Openjobmetis Varese (foto Fabio Averna)

Ma Stefan Moody è sempre stato questo nella sua carriera? È una delle domande che ci si è posti nell’ultima puntata de L’Ultima Contesa (leggi QUI). Di sicuro, le prestazioni viste in precampionato e nei primi due impegni di campionato del playmaker non sono state all’altezza delle aspettative di tifosi e addetti ai lavori.

Problemi fisici? Problemi tecnici? Difficoltà ad adattarsi a sistema di gioco e/o ambiente? Innanzitutto, è giusto chiedersi se il campione di tempo sia già sufficiente per trarre una conclusione. Parlare di taglio appare, a oggi, quantomeno prematuro: è ovvio che chi ha deciso di portare sotto il Sacro Monte il regista abbia visto qualcosa di più e di diverso nel classe 1993 nativo della Florida.

L’ultima versione pre-varesina di Stefan Moody è stata quella del campionato turco (in mezzo una parentesi di circa un mese in Libano). Il giocatore ha vestito la maglia del Merkezefendi Denizli, scendendo in campo in venti partite e mettendo insieme statistiche di tutto rispetto in un campionato competitivo: 12,5 punti e quasi 6 assist di media, tirando con il 36,7% da tre. Ma al di là delle nude e crude statistiche, gli highlight (sempre pericolosissimo strumento nel valutare un giocatore) mostrano un giocatore sicuro di sé, coinvolto e senza esitazione nel prendersi responsabilità, anche nel tiro da fuori.

E proprio il tiro da fuori area è uno degli aspetti che più sta più preoccupando i tifosi. Moody ha fatto registrare contro Sassari e Milano un complessivo 0/7, ma in pre-season ha anche sfoderato una prestazione da 6/11 contro Bergamo. Qual è il dato che va preso per veritiero? Probabilmente uno che sta nel mezzo, senza scordarsi che i tiri vanno pesati e valutati più che per il loro risultato per la loro coerenza con il sistema di gioco e la manovra offensiva (finora non esattamente esaltante quella della Openjobmetis).

A discapito di una meccanica di tiro molto poco ortodossa, il giocatore ha messo insieme in carriera delle percentuali piuttosto dignitose, di seguito riportate.

  • 2016/17 - Trabzonspor (Turchia) - 28,7% (27/94 in 29 presenze)
  • 2017/18 - Rethymno Cretan Kings (Grecia) - 36% (50/139 in 26 presenze)
  • 2018/19 - Tsmoki Minks (Bielorussia) - 40,5% (15/37 in 9 presenze)
  • 2019/20 - Debreceni EAC (Ungheria) - 40,4% (44/109 in 15 presenze)
  • 2020/21 - Debreceni EAC (Ungheria) - 35,9% (46/128 in 16 presenze)
  • 2021/22 - Larisa Basket (Grecia) - 36,3% (37/102 in 16 presenze)
  • 2022/23 - Chorale Roanne Basket (Francia) - 39,1% (61/156 in 34 presenze)
  • 2023 - Trotamunods de Carabobo (Venezuela) - 42,5% (37/87 in 16 presenze)
  • 2023 - KK Igokea (Bosnia) - 44,8% (26/58 in 10 presenze)
  • 2024 - Qingdao Doublestars (Cina) - 31% (40/129 in 26 presenze)
  • 2024 - Nanjing Monkey King (Cina) - 32,6% (14/43 in 10 presenze)
  • 2024/2025 - Merkezefendi Denizli (Turchia) - 36,7% (44/120 in 20 presenze)

Il totale dei dati riportati dà un 441/1.202 da tre in 227 presenze, per un complessivo 36,7%. Può Stefan Moody essere diventato un tiratore così scadente a distanza di così pochi mesi? Questo sarebbe molto curioso…

Due presenze ufficiali sono un size troppo ridotto per trarre conclusioni, a maggior ragioni quelle date soltanto dai numeri delle statistiche. Più legittimo forse chiedersi per quanto tempo il giocatore vada aspettato, e dopo quanto tempo una decisione definitiva possa essere presa.

Il rientro di Renfro potrà dare una mano al giocatore, che potrà giovare di blocchi e roll più efficaci in attacco, ma anche contare su una seconda linea difensiva più propensa alla difesa del ferro sulle penetrazioni dei suoi pari ruolo.

È, quindi, quello visto finora, il vero Stefan Moody? Se così fosse, difficilmente coach e general manager avrebbe deciso di portarlo in biancorosso. Per avere una risposta certa, però, serve sicuramente più pallacanestro giocata e servirà capire se potrà crescere il suo rapporto con l'allenatore greco, finora non sbocciato. Servirà lavoro, uno dei mantra grazie al quale Kastritis ha già cambiato faccia a giocatori e squadra lo scorso anno in tre mesi di permanenza sulla panchina dei padroni di casa della Itelyum Arena.

Lorenzo D'Angelo


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