Stagione dell’ippica varesina che si avvia verso la conclusione, con le ultime due serate di gare che si terranno domani e sabato. Appuntamento clou delle due giornate di agre saranno rispettivamente il Premio Bruno e Guido Ermolli e lo storico Gran Premio Città di Varese.
La vigilia dell’ultima settimana di gare è stata l’occasione per il fare il punto dell’andamento della stagione. A farlo è stato Guido Borghi, in qualità di presidente della Società Varesina Incremento Corse e Cavalli in un incontro tenutosi stamattina presso Le Bettole, assieme a suo figlio Giovanni (consigliere della SVICC) e a Orazio Cucinotta di Core Financial Organization, sponsor della società stessa.
«Se dobbiamo valutare l’andamento delle giornate credo che il pubblico ha apprezzato la struttura - ha iniziato Borghi - Le disgrazie e le difficolta che abbiamo incontrato ci hanno dato la possibilità di avere un minimo di notorietà. Qualcuno che è venuto a vedere cosa è successo alla struttura dell’ippodromo e si accorto che non è successo niente: l’ippodromo è una bomboniera, quello che manca sono le risorse da un punto di vista di giornate, di premi e remunerazione».
Il Gran Premio Città di Varese sarà nell’ultima giornata di corse della stagione, perché, afferma Borghi, «ci hanno tolto delle giornate di dicembre, non capisco perché».
Riflessioni sullo stato di salute del movimento dell’ippica, a proposito del quale Borghi afferma: «La parte più dolorosa è che non abbiamo le risorse per comunicare al pubblico che esistono le corse. Il problema più grosso dell’ippica è che il Ministero spende 9 milioni di euro per una tv inesistente, quando si potrebbero fare risultati incredibili con quei fondi. Solo per i giornali locali questa è una realtà importante. L’ippodromo di Varese in una serata registra una mole di scommesse dieci volte quella di Merano, in cui le gare hanno premi molto superiori».
Capitolo gestione dell’ippodromo, la cui concessione alla SVICC da parte del Comune di Varese scade quest’anno. La proroga richiesta è stata rigettata, e ora si attende l’esito del ricorso al Tar di Milano, la cui discussione è prevista tra il 18 e il 19 settembre, pochissimi giorni dopo la chiusura del bando comunale per la nuova gestione, prevista il 15 dello stesso mese (leggi QUI).
«Non so chi verrà dopo di noi o quale sarà il futuro, ma l’ippodromo è splendido e le piste sono straordinarie, secondo me non ne esistono di così tenute. Abbiamo fatto del lavoro con coscienza e sacrifici. Se la società non avesse investito un milione e mezzo si sarebbe chiuso tutto con diminuzione di corse e risorse. In un anno è stata distrutta l’immagine di sessant’anni di gestione».
«Con la pandemia - termina Borghi - abbiamo continuato comunque a pagare l’affitto al Comune, che ora si trova in mano una struttura in ordine e perfetta. Chi subentrerà sfrutterà gli investimenti di un’azienda che, quando l’ippica era all’apice, ha fatto numeri impressionanti. La famiglia Borghi ha investito nell’ippodromo, e il nuovo gestore non potrà entrare e prendersi tutto».






