Se a volte capita che nel calcio il settore giovanile diventi solo un facile slogan, alla Varesina è sostanza e rispecchia con cura, competenza e amore le radici di una società giovane che dei giovani ha fatto davvero, nella realtà e non a parole, la sua bandiera e la sua linfa vitale. Lo si legge negli occhi giovani di Max e Matteo Di Caro - e in quelli di un grande padre di famiglia come Lino, sempre un passo indietro ma solo per vedere un passo avanti - quando entrano in campo con le formazioni del vivaio o dell'attività di base (c'è sempre qualcosa di bello da festeggiare nel pre-partita della prima squadra, ma anche dopo il 90' perché qui i ragazzi sono un patrimonio superiore a risultati di cui andare sempre più fieri). Lo si tocca con mano sui seggiolini del Varesina Stadium, spesso pieno degli oltre 600 giovani che a Venegono, Vedano, Castiglione, Cairate e anche oltre diventano uomini innamorandosi di questi colori indossati con orgoglio dai calciatori in arrivo dalla cantera (ultimi ma non ultimi Sali e Sassi), e lo si pesa anche dal numero degli spettatori alle sfide dei più grandi, altrove in calo e qui in crescita costante. È l'effetto di un mondo Varesina di cui scopriamo i nuovi orizzonti grazie ad Andrea Millefanti, direttore generale del settore giovanile che, come il resto dello staff del vivaio rossoblù, porta con sé la predisposizione, il fiuto e l'occhio di chi, da insegnante di educazione fisica al Liceo Manzoni di Varese e, nel passato, da osservatore delle giovanili dell'Inter, è l'uomo giusto al posto giusto e nel momento giusto. Cioè in un club che è un palazzo di vetro dove non esistono segreti e dove tutto è visibile alla luce del sole con i suoi valori, i suoi insegnamenti, le sue radici e le sue emozioni. Eccone alcune.
Andrea Millefanti, quando inizia la sua storia da direttore generale del settore giovanile alla Varesina?
Inizia 3 anni fa, dopo aver fatto per sei anni l'osservatore delle giovanili dell’Inter. Sono entrato con grande entusiasmo in un ambiente dove avevo un legame affettivo importante. Alla Varesina ho trovato mentalità professionale, strutture efficienti, grande organizzazione e competenza che portano a raggiungere risultati importanti: la famiglia Di Caro è in prima linea nel voler raggiungere gli obiettivi e sa motivare nella maniera giusta dirigenti e staff tecnici, ottenendo il massimo da chi scende in campo sia nel vivaio che nella prima squadra.
Avete vinto 4 campionati (Under 16 Élite, Under 15 Élite, Under 17 Élite e Under 14 Regionale), mandato ragazzi nelle rappresentative e in club professionistici, ma non è ancora finita: cosa c’e dietro questi risultati?
La programmazione degli anni precedenti e la competenza di persone come il direttore sportivo Paolo Masini che, in sinergia con Nicola Fiumicelli, Massimiliano Barisoni ed il grande Mario Belluzzo, hanno creato un gruppo straordinario, finalizzando e programmando gli obiettivi e coinvolgendo sia i bravi allenatori con i loro relativi staff tecnici e, con grande entusiasmo, i ragazzi nelle varie categorie. Sono i risultati di un meraviglioso gruppo di lavoro che in ogni modo ha contribuito a raggiungere tanti traguardi. Un grazie di cuore va a tutti loro per la dedizione, la passione e la professionalità messe in campo.
La Varesina nel tempo è diventata un punto di riferimento ed un modello: perché viene scelta dalle famiglie e dai ragazzi?
Credo che la scelta sia abbastanza facile: ci sono i risultati, ottime infrastrutture e persone di grande qualità professionale.
Qual è la soddisfazione più bella che sinora ha avuto e quella a cui ancora ambisce?
Domanda difficile per dare una risposta senza andare nella retorica. Credo che la soddisfazione più bella sia la quotidianità della partecipazione dei ragazzi che con i loro allenatori ogni giorno fanno gruppo sia con gli allenamenti che nello stare insieme: questo saper creare la sinergia giusta è il collante per raggiungere ogni obiettivo. Cosa auspico? Che i ragazzi, i veri protagonisti della Varesina, abbiamo sempre entusiasmo e voglia di fare sacrifici, dedicandosi al calcio ma anche impegnandosi nello studio. Questo per loro deve essere un momento formativo e rappresentare quella scuola di vita che lo sport contribuisce a dare.
I vostri giovanissimi passano ai settori giovanili di squadre professionistiche come Inter, Milan e Como: ci parla dei rapporti con queste società?
Con i club menzionati abbiamo ottimi rapporti di collaborazione e ogni anno circa una decina di ragazzi partono da qui per fare un'esperienza maggiore in società professionistiche. Siamo uno dei Centri di Formazione Inter e con loro il rapporto è privilegiato, visti anche i miei trascorsi da osservatore nerazzurro.
Con i grandi della serie D adesso c’è Sassi, che sta facendo un percorso bellissimo, oltre al "veterano" Sali ma spesso in panchina si vedono anche i ragazzi della Juniores: ci parla del rapporto con la prima squadra?
Ci sono collaborazione e sinergia. Per i ragazzi del vivaio vedere dei compagni convocati in prima squadra è molto stimolante, crea aspettative e giusta mentalità. Sassi sta facendo bene, ha giocato diverse partite, ma c'è anche Sali che da tempo si sta mettendo in evidenza. La mission Varesina si basa proprio sul legame importante con il settore giovanile e questo chiaramente coinvolge anche la prima squadra.
Se la Varesina un giorno raggiungesse la serie C, cosa cambierebbe per il settore giovanile?
Ovviamente i campionati non sarebbero più regionali ma nazionali, crescerebbe la competizione e si alzerebbe notevolmente l’asticella. Noi siamo pronti e la C per tutto il settore giovanile rappresenterebbe un gigantesco stimolo e un grande sbocco per poter crescere.
Qual è la mission del settore giovanile e cosa trasmettete agli oltre 600 giovani che indossano la maglia rossoblù?
I genitori generalmente portano i loro figli in società che hanno strutture adeguate, servizi idonei e professionalità che aiutano a far crescere i ragazzi sia dal punto di vista calcistico che umano. I settori giovanili servono a creare soprattutto valori che poi occorrono nella vita. La società predilige il valore ed il merito, e a ogni ragazzo diciamo che arrivare a giocare a calcio ai massimi livelli non è assolutamente facile, anzi... Trasmettiamo passione per il calcio, facendo rimanere tutti con i piedi per terra e, sopratutto, facendo capire quanto sia fondamentale lo studio per trovarsi una professione per il futuro.
Parliamo dell'attività di base: cosa significa per la Varesina?
È il settore da cui parte tutto, rappresenta le radici del nostro club. La sezione è gestita da persone formate per stare con i più giovani, veri e propri insegnanti del movimento e dei valori dello sport.
Sui camp estivi cosa può dirci? Partirete per la Val di Fassa...
Per l'estate viene riproposto a Venegono il Summer Camp con indirizzo multisportivo garantito dalla straordinaria presenza di 8 realtà sportive del territorio. La novità è un camp tecnico residenziale in Val di Fassa, dall'8 al 14 Luglio, in collaborazione con Experience Summer Camp, leader per vacanze sportive dei giovani sul territorio nazionale.
Novità per la stagione 2025/2026?
È giunto il momento in cui la Varesina apra una sezione femminile e che sui nostri campi ci si sia anche tante ragazze. La nostra presenza sul territorio, il rapporto privilegiato con i comuni e le scuole ci permettono di guardare con ottimismo a questa nuova entusiasmante sfida.
Chi si deve ringraziare se il settore della Varesina è arrivato a questi livelli?
La famiglia Di Caro per quanto ha fatto e fa, investendo risorse oltre che in infrastrutture anche in capitale umano. Un ringraziamento va ai collaboratori di ogni ordine e grado e ai ragazzi per il loro impegno: sono loro il motore della Varesina e il nostro futuro.








