Basket - 11 febbraio 2025, 15:00

VARESE CAMBIA STRADA - «Abbiamo sbagliato. Ora deciderà l’allenatore: vogliamo un leader. Mandole? Paga colpe non solo sue»

Il giorno dopo le dimissioni del coach argentino, alla Itelyum Arena hanno parlato i due general manager biancorossi. Si cerca in fretta un successore esperto, che non sia solo un traghettatore e con doti di leadership: «Il nostro obiettivo è portare qui un coach velocemente, già da giovedì quando la squadra tornerà a lavorare. Cerchiamo un profilo con esperienza in Italia o Europa, è importante trovare chi capisca questa situazione. Mercato? Vedremo chi arriva e decideremo con lui. Non abbandoneremo il progetto, ma dobbiamo avere l’umiltà di comprendere che non sappiamo tutto»

Zach Sogolow e Maksim Horowitz, i due general manager della Pallacanestro Varese

Zach Sogolow e Maksim Horowitz, i due general manager della Pallacanestro Varese

Si, abbiamo sbagliato. Tutti. 

E sì, se bisogna cambiare, cambieremo.

Le parole, si sa, non sono importanti se non vengono seguite dai fatti: la regola è aurea, nessuno le scappa. Chi scrive come lavoro, chi parla per lavoro, chi per lavoro manda avanti una società e si trova i microfoni davanti al naso in uno dei momenti più difficili della sua storia: tutti devono farci i conti.

In attesa dei fatti, però, Zach Sogolow e Maksim Horowitz, i più alti responsabili tecnici e non solo della parte operativa della Pallacanestro Varese, oggi di parole ne hanno dette tante. Alcune hanno sorpreso, altre erano attese, tutte non sono state facili da pronunciare.

Perché “ho sbagliato” è la frase meno usata nel globo terracqueo. 

E le parole più difficili, nel caso di specie, sono quelle che abbiamo “parafrasato” sopra, il cui senso è chiarissimo e sembrerebbe segnare una cesura di spessore tra un prima e un dopo: se il bene della società, la salvaguardia di quel bene prezioso che si chiama serie A e l’amore dell’ambiente lo richiedono, Varese è pronta a cambiare quella “strada” tanto gelosamente e strenuamente difesa fino a oggi, da tre anni a questa parte.

Chissà…

Ecco tutte le dichiarazioni dei due dirigenti americani all’indomani dell’esonero di Herman Mandole: 

Sulla giornata di ieri: «È stata giornata difficile, siamo tutti delusi di essere arrivati a questo punto. In questo momento dobbiamo alzare anche noi le mani per dire che la colpa è anche nostra. Tanto. Non che Herman non avesse colpe, ma noi abbiamo preso delle decisioni che hanno portato squadra, allenatori e società a non rendere al meglio. Cosa è successo ieri? Abbiamo parlato e Herman ci ha detto che lui non si sentiva più in grado di continuare. Da parte nostra siamo stati d’accordo: non era possibile continuare con un allenatore che non crede nella capacità di cambiare la situazione. Herman ha voluto il bene del club: ha capito la situazione. Adesso tocca a noi».

La decisione di Mandole è arrivata domenica sera o lunedì? «No, domenica sera Herman non aveva parlato di dimissioni. C’è stato solo un confronto tra noi e lui. E comunque non avremmo preso una decisione a caldo, non siamo quelle persone».

PS: tutto esattamente come raccontato da VareseNoi per prima e unica ieri (QUI e QUI)

E se lui non si fosse dimesso? «Non sappiamo cosa avremmo fatto, ma comunque è successo».

Altra mansione per lui? «Non ne abbiamo ancora parlato, anche su un eventuale suo ruolo da player development. Lui ora può stare qui, nella sua casa, rimane un amico del club».

Sulle tempistiche per la nomina del nuovo coach: «Il nostro obiettivo è portare qui un coach velocemente, già da giovedì quando la squadra tornerà a lavorare. Stiamo cercando. Sappiamo che non stanno andando bene tutte le cose in questa stagione, è il momento di portare un altro modo di lavorare e un pensiero non completamente diverso ma con caratteristiche complementari al nostro lavoro. Cerchiamo un profilo con esperienza in Italia o Europa. Stiamo parlando davvero con tante persone, è importante trovare chi capisca questa situazione. Abbiamo l’obiettivo di giocare meglio con il talento dei giocatori che per ora abbiamo. Per noi questa sarà come una preaseson, non possiamo perdere tempo. Il suo contratto? Non sarà solo per tre o quattro mesi, vogliamo una partnership più lunga».

Mercato: «Ora non è proprio il momento, perché deve arrivare il nuovo allenatore e vogliamo decidere cosa fare insieme a lui. Dobbiamo aspettare di capire come lui vuole procedere. Finora noi non siamo stati bravi, dobbiamo comprenderlo».

Gli allenamenti troppo corti e player friendly sono stati un problema? «Gli allenamenti sono decisioni dell’allenatore e ora cercheremo persone diverse da prima: se il nuovo allenatore penserà che dobbiamo allenarci di più, o che dobbiamo avere delle nuove strategie, così sarà. Deciderà tutto il nuovo coach. Però ci teniamo a dire che anche oggi non ci alleniamo poco: rimangono in palestra almeno 4 ore, non solo due».

Se Pallacanestro Varese imparerà dagli errori commessi: «Siamo in un momento importante, un momento di cambiamento per il club: non abbandoneremo il progetto, ma il modo con cui vogliamo arrivare ai nostri obiettivi non è fisso. Gli obiettivi sono lì, dobbiamo avere l’umiltà di comprendere che non sappiamo tutto. Se il nuovo allenatore vuole fare post basso, che noi non facciamo mai ora, e tramite questo ci fa raggiungere delle buone statistiche e dei buoni risultati, non sarà un problema, tanto per fare un esempio. I principi che non vogliamo toccare sono lo sviluppo dei giocatori e prendere dei buoni tiri. E i problemi che abbiamo sono soprattutto difensivi, da tre anni. Siamo aperti a nuove idee».

Sul pericolo di retrocedere e sull’ambiente che si è creato a Masnago: «Abbiamo capito bene la situazione, che è difficile ma non impossibile. Abbiamo quattro squadre sotto e siamo padroni del nostro destino, ma ora contano i passi che faremo. Conteranno le nostre azioni, non le parole. I tifosi vogliono sempre che vinciamo e che lottiamo: è chiaro che in questo momento non stanno vedendo queste cose e noi dobbiamo sentire le loro lamentele. Anche personalmente mi sono sentito delle parole dei tifosi domenica sera: posso arrabbiarmi, ma la persona che me le ha dette ha pagato il biglietto e ha diritto a dirmele. E lui vuole la stessa cosa che vogliamo noi, vincere. L’ambiente al momento non è facile, ma la situazione l’abbiamo creata noi non loro: dobbiamo sistemarla».

«Sui singoli e su come la squadra reagirà alla situazione: «Abbiamo informato ieri i giocatori e hanno capito la situazione. Le caratteristiche che cerchiamo per eventuali altri giocatori sono leadership e talento. Abbiano tante aree dove dobbiamo migliorare, e dobbiamo vedere se all’allenatore vadano bene i giocatori che abbiamo. Sykes? È stato infortunato, le ultime due partite non sono state perfette, le nostre aspettative per lui sono più alte. In questo momento aspettiamo l’allenatore, e non dobbiamo mettere una persona in una situazione in cui non gli piacciono i giocatori. Tutte le cose sono sul tavolo: allenatore e giocatori. Ora dobbiamo stare insieme, parlare e preparare la squadra in modo diverso».

Dal nuovo coach ci si aspettare soprattutto leadership? «È importante trovare la persona giusta. Il nuovo allenatore che entra ora dovrà essere il leader di cui abbiamo bisogno. Quella è la parte più importante. Se possiamo trovare un giocatore con più talento, che all’allenatore piace, per noi va bene, perché cerchiamo leadership nel coach».

Fabio Gandini & Lorenzo D'Angelo


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