Basket - 09 febbraio 2025, 19:16

Il bestiario di Masnago: è tutti contro tutti. Fermate questo stillicidio

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - La presentazione "truccata" che non evita la ferocia contro Mandole, i litigi tra Scola e tifosi, la curva che ammaina gli striscioni, la gente che se ne va prima: ecco i nuovi episodi della luna di fiele di una società e di una squadra mai così staccate dal loro pubblico. Ora tre settimane per non cadere nel baratro, tra mercato e una mossa ormai inevitabile, almeno da non voler essere irresponsabilmente e assurdamente cattivi...

La curva vuota prima ancora della fine di Varese-Trento (foto di Fabio Averna)

La curva vuota prima ancora della fine di Varese-Trento (foto di Fabio Averna)

I fischi a Mandole all’inizio, nonostante la “pietà” di “the Voice” Federico Pisanti di annunciare il suo nome - “en passant” e senza la solita enfasi - all’incipit (e non alla fine) della presentazione.

I fischi a Mandole al termine, al suo passaggio nel cul de sac che conduce agli spogliatoi, conditi da insulti, ferocia animalesca e deliri, proprio sotto i nostri occhi. La parola più dolce? “Dimettiti”.

Fin qui, niente di nuovo: in fondo è un anno che la Varese del basket si schiera contro i suoi allenatori, una domenica sì e l’altra pure. Quello che è stato un unicum dei momenti più duri in ottant’anni di storia è diventato una regola, un pezzo di una nuova normalità che però fa rima con assurdità. 

(Bialaszewski e Mandole, cambia nulla: due uomini mandati allo sbaraglio e fatti a pezzi allo stesso modo. Se le responsabilità sono TUTTE dell’allenatore, perché si continua a non procedere proprio come l’anno scorso? Sarà che non è così?)

Il bestiario di Masnago oggi però ha fatto segnare un bollettino molto più lungo del “dagli a Mandole”, arricchendo di altri episodi da censura la luna di fiele di una società e di una squadra mai così staccate dal loro pubblico a memoria nostra. Mentre Trento in campo faceva il suo dovere contro la Opnjobmetis, nell’ordine succedeva anche questo: un’accesa discussione/litigio tra Scola e un tifoso seduto nello spicchio di fianco alla curva, con botta e risposta al vetriolo; screzi tra tifosi vicino alla curva sud, con intervento degli steward per placare gli animi; paganti che hanno preso la via di casa ben prima della sirena finale, sempre più numerosi; Curva Nord che toglie gli striscioni e li “ammaina”, in un silenzio inquietante; altri fischi sonori - al 40’ - a piovere su tutto e tutti, fischi che portano molto più lontano di una “normale” sconfitta di 13 contro la capolista.

Due settimane fa - horribilis in fundo - gli insulti a Toto Bulgheroni (leggi QUI), 81 anni di età, una vita spesa per la Pallacanestro Varese, nessuna vera voce in capitolo nel "qui e ora" di stampo americano-argentino: solo tanto amore, soldi messi alla bisogna pur senza averne il dovere delle quote e un volto perennemente riconoscibile e messo sia nella buona che nella cattiva sorte.

È tutti contro tutti, ormai: non c’è cosa più fastidiosa, esecrabile, triste e preoccupante in un luogo che ha incarnato la felicità applicata alla pallacanestro. E non c’è allarme forse più grande, sempre che lo si voglia leggere come tale, al di là del botteghino che continua a sorridere, per El General e sodali tecnici (tecnici, lo ripetiamo: stiamo sempre e solo parlando di gioco e di campo… Sono queste le cose che non funzionano, da due anni, sono queste le cose che si criticano…) tutti.

Ora tre settimane per invertire la rotta e non finire in un baratro che si chiama A2.

La società, se riuscirà, andrà sul mercato, con tutti i vincoli del caso (0 visti) e del periodo. In discussione praticamente qualsiasi giocatore, a cominciare da un Sykes al quale piazzale Gramsci ha già fatto suonare l’ultimatum: a giudicare dalla prestazione trotterellante di oggi, pare non sia servito granché...

Questione allenatore. La sensazione della vigilia di Openjobmetis-Dolomiti Energia è che un altro -30/-40 non sarebbe stato tollerato e che Herman Mandole - questa volta - non l’avrebbe scampata. Con un -13 cosa accadrà? Si faranno ragionamenti non solo tecnici, ma anche economici (due allenatori esonerati a libro paga sono accettabili per Scola?), sperando che cocciutaggine, testardaggine e orgoglio argentino-americano restino fuori dalla porta delle riunioni.

Perché lo scriviamo noi, che forse siamo tra tutti i giornalisti e tutti i tifosi della Terra dei Sette Laghi quelli che più giustificano il coach della Pampa per una miriade di ragioni, tra cui quella più importante, ovvero che i risultati negativi partono da molto più in alto dell’allenatore (e due anni in tal senso sono una prova provata che solo i testardi non vogliono ammettere...): rimettere un uomo e un professionista davanti a questo stillicidio, davanti ai forconi puntati di un intero ambiente, davanti a umiliazioni che non conoscono tregua né misura, sarebbe un’assurdità.

Sarebbe un'irresponsabile e pericolosa cattiveria, anzi. Contro di lui e per tutti.

Fabio Gandini


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