Un aiuto reciproco tra due “poteri” dell’ordine costituzionale italiano nel combattere l’atavico problema della carenza di personale, ma anche un modo per incrementare le competenze dello stesso.
Si incarna in questi due significati il protocollo d’intesa, firmato questa mattina a Palazzo Estense tra il Comune di Varese e la Procura della Repubblica di Varese, che prevede un imminente scambio di forza lavoro tra i due soggetti pubblici: 5 unità impiegate nella macchina amministrativa varesina verranno distaccate e andranno a svolgere part-time (alcuni giorni alla settimana) delle funzioni all’interno del tribunale di piazza Cacciatori delle Alpi. Le stesse sono state scelte nell’ambito dell’urbanistica, della tutela ambientale e dell’edilizia, in modo da poter essere d’ausilio alle attività investigative dei magistrati locali.
Firmatari della convenzione il sindaco di Varese Davide Galimberti e il procuratore della Repubblica di Varese Antonio Guastapane: «L’intuizione è del procuratore Guastapane e noi siamo stati felici di sposarla, con l’auspicio che altri enti locali del territorio possano fare lo stesso - ha affermato il primo cittadino - Si tratta di un protocollo davvero significativo perché ci consente di dare una mano nell’ovviare al problema delle carenze organiche al nostro tribunale ma anche di formare delle professionalità sempre più efficaci, proprio in virtù della doppia esperienza lavorativa: il nostro personale porterà delle competenze aggiuntive all’attività dei magistrati, ma al contempo acquisirà nuove competenze, soprattutto pratiche, sul campo, che ne arricchiranno il bagaglio di conoscenza».
Facile comprendere l’interscambio: i dipendenti comunali potranno essere una luce per gli uffici giudiziari nei meandri dei controlli amministrativi, ricevendo in cambio però una sorta di formazione sul diritto penale e sulla procedura penale.
«Ringrazio il sindaco Galimberti per la sensibilità con cui accolto il mio “grido” d’aiuto - ha detto Guastapane - La carenza in procura è un fatto non certo recente: su 37 posti in organico sono 20 quelli effettivamente occupati. Andare avanti così è difficile, perché in una situazione del genere il magistrato non viene adeguatamente supportato nel mettere in esecuzione gli atti di sua competenza. La città di Varese è attenta a comprendere le nostre difficoltà, lo dimostra anche l’esperienza degli ex carabinieri in pensione oltre a quella che inizia oggi: c’è la consapevolezza del fatto che la tutela della legalità parte dallo sforzo di ognuno di noi. Anche noi auspichiamo un futuro coinvolgimento di altre amministrazioni».




