C'è trambusto, sotto il palazzo: un uomo ha ricavato un giaciglio di fortuna per la notte. Cartoni e coperte, o stracci, addossati sotto un balcone: subito c'è la preoccupazione e lo sconosciuto viene invitato ad andarsene. Sembra che dica che non sa dove andare. D'impulso, vengono chiamate le forze dell'ordine, che però sono alle prese con un altro intervento. Alla fine, il senzatetto si allontana con le sue cose. La paura iniziale viene via via scavalcata da una preoccupazione in alcuni: davvero non sa dove dormire? E che farà con queste temperature invernali? Probabilmente l'uomo aveva scelto quel punto perché vicino al locale caldaia, da cui arriva un po' di aria calda: ne vediamo di clochard sulle griglie dei marciapiedi a caccia di calore.
È questo però il punto: li vediamo lontano, sul suolo pubblico, oppure non li vediamo affatto. Per la maggior parte, si tratta di invisibili. Anche nelle nostre città si sente di sotterranei degli ospedali intercettati come loro rifugio oppure le stazioni o ancora a Malpensa dove periodicamente assistiamo a operazione per cacciarli. Per mandarli via...
Ma mandarli dove? A Busto Arsizio c'è il dormitorio. E proprio a Busto, in un tranquillo quartiere come Sant'Edoardo dove c'è anche grande fermento edilizio, nuovi palazzi in costruzione (e crescenti alloggi sfitti), è accaduto l'episodio in questi giorni. Tra le case, come superando un argine che ci faceva stare così "tranquilli".
Dopo che il giovane - da quanto sembrava nel buio - si è allontanato, un paio di persone sono andate a cercarlo per capire come aiutarlo, se davvero aveva bisogno. Hanno chiamato nel frattempo dei volontari per dei consigli: hanno appreso che il dormitorio era pieno. «Se vi servono delle coperte o altro ditelo» la premura di chi ogni giorno cerca d dare sollievo all'emergenza.
Poco più avanti, le stesse persone trovano i cartoni e gli effetti personali dell'uomo, ma di lui nessuna traccia: quando torneranno lì poco più tardi, saranno spariti anche quelli. Un giro alla stazione Nord quella sera conferma la visione di persone che stanno andando all'aeroporto ma senza una valigia: ormai i volti sono riconoscibili e lui non c'è.
Ci spostiamo, ma non di molto. Poche ore dopo, a Milano viene trovato un barbone senza vita in un parco: tra le ipotesi del decesso (si esclude una causa violenta), c'è il freddo. Questo dà ulteriore vigore al confronto su questo tema e ci scuote la coscienza. Ma ci pone anche un quesito. Che cosa fare in queste situazioni, che purtroppo sembrano destinate a crescere? Sappiamo aiutare realmente i disperati - al netto dei pochi rifugi e degli splendidi volontari che si danno da fare ogni giorno - o la paura e l'apparente decoro prevalgono? Chi ci aiuta ad aiutare i disperati? come comportarci?
L'unica certezza è che in questo periodo in cui la città si illumina di festa, ci sono angoli di buio dove un invisibile può cercare aiuto. E quel buio può essere proprio sotto i nostri occhi.




