“Sul nuovo accordo con la Svizzera e sui risvolti che comporta per i lavoratori frontalieri e per i comuni di frontiera stiamo vedendo una destra di lotta e di governo. Perché quando si tratta di affrontare i temi davanti ai rappresentanti sindacali – nuovamente convocati solo grazie a noi dopo due anni e mezzo – e dell’Anci fa la battaglia contro Roma, ma poi i problemi li creano gli stessi colleghi di partito che governano. Che decida una volta per tutte da che parte stare, perché dall’audizione che si è tenuta questo pomeriggio è emerso chiaramente che la destra è in confusione e che noi avevamo ragione a non voler approvare le mozioni di Fdi e Lega in consiglio”, lo dicono Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, consiglieri regionali del Pd, al termine dell’audizione, questo pomeriggio, in Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Svizzera, con Anci, Cgil, Cisl e Uil, Ocst, Syna e Unia, e l’Associazione dei Comuni italiani di frontiera, in merito ai tagli dei ristorni frontalieri e al contributo sanitario.
“Sui ristorni ci è stata data conferma che la nostra posizione coincide con quella del presidente dell’Associazione dei Comuni di frontiera: garantire gli 89 milioni, ma anche i soldi eventualmente in più, sempre ai Comuni. Il fatto che il surplus debba andare nel Fondo per lo sviluppo economico del territorio non è previsto da nessuna parte. Dimostra che era corretto quanto dicevamo noi e che per operare all’unanimità nell’interesse dei Comuni, erano giuste le nostre informazioni e le nostre posizioni, che potevamo approvare direttamente in consiglio regionale. Ma si è voluto andare avanti a testa bassa, con modalità che ora si rivelano errate”, proseguono i dem.
“Dopo di che, abbiamo anche sentito dire dalla Lega che sarebbero in atto delle interlocuzioni tra Lombardia e Stato per non rendere retroattiva la legge sulla tassa sulla salute. Ma siamo sicuri? Perché non c’è l’ufficialità? Perché non siamo stati informati? Attendiamo di capire come stanno davvero le cose”, commentano ancora Astuti e Orsenigo.
“Tuttavia, l’impressione che l’applicazione delle norme non sia chiara nemmeno a chi governa è forte. Infatti, sta attuando adesso una norma sui ristorni, ma se fosse come la interpreta la destra, cioè un obbligo previsto dal trattato, andava applicata anche prima. Stessa cosa sulla tassa salute: è prevista da una legge dello Stato fatta dal Governo Meloni, che è dello stesso colore politico di quello regionale. Ma alla Lombardia, la principale regione che ne subisce i contraccolpi, non piace. Perché non si parlano tra loro?”, si chiedono i consiglieri Pd.
“E ancora: il tavolo interministeriale non viene convocato da tempo e il presidente di Commissione, di Fdi, dice che è ingiustificabile questo comportamento, ma è il suo partito che non lo convoca. Insomma, è inutile fare la destra di lotta e di governo a seconda della convenienza. Per questo abbiamo invitato i colleghi consiglieri a mantenere un ruolo di stimolo nei confronti della Giunta e la Regione a sollecitare il Governo su questi temi. Non dobbiamo stancarci di essere propositivi, altrimenti Roma davvero si dimentica di noi”, concludono Astuti e Orsenigo.




