Il nostro Giovanni Toia, compagno di tante trasferte per narrare le imprese della Pro Patria, racconta il suo Luciano Pistocchini. Ricordiamo che i funerali dello storico direttore del Tigrottino verranno celebrati mercoledì alle 14.30 al Buon Gesù (LEGGI QUI).
Ciao Direttore, sei sceso per l'ultima volta dalla nostra macchina. Non avremmo mai voluto. Hai chiuso per sempre la portiera che avevi aperto per tanti anni. Vi salivi con il Gianni, l'Antonio ed il sottoscritto per seguire la Pro Patria sui campi della nostra bell'Italia. L'appuntamento era al Buon Gesù, al mattino presto. Ci attendeva un lungo viaggio che si allungava o si accorciava sulla scorta del risultato della nostra Pro. La vittoria dei nostri tigrotti rendeva tutto più leggero il ritorno a casa, altrimenti l'autostrada pareva non finisse mai.
Anche se fisicamente siamo scesi tutti e quattro da un decennio, idealmente siamo sempre rimasti a bordo. Non ci siamo mai persi di vista. Quella macchina, caro Direttore e tu lo sai, non era solo un mezzo di trasporto; su quella macchina abbiamo vissuto, riso, scherzato ed ovviamente parlato di calcio. Su quel mezzo abbiamo raccontato le nostre storie, i nostri momenti felici ed anche confidato i nostri dispiaceri.
Ti ricordi eccome che siamo diventati anche scaramantici. Se la trasferta era in Veneto, ci obbligavi a fermarci all'autogrill del Bauli a Verona mentre se la direzione era verso la Toscana era imperativo fare sosta all'autogrill Cantagallo di Bologna. Portava bene ai colori biancoblù. Ed anche se qualche volta non andava per il verso giusto, noi ostinatamente andavamo sempre lì.
Bramavamo durante la settimana che arrivasse velocemente la domenica mattina per il rito del caffè sotto i portici del Buon Gesù prima della partenza, ma soprattutto era per ritrovarci assieme talmente affiatati che ognuno aveva il proprio posto in macchina. Quasi ci fosse il nome.
Direttore, che dire poi di qualche zingarata sulla quale è meglio sorvolare anche se è caduta in prescrizione, ma certo non dimenticherai la battaglia di noi quattro a palle di neve sulla piazzola lunga l'autostrada della Cisa mentre eravamo diretti a La Spezia. Ci eravamo fermati ad ammirare il panorama degli Appennini innevati ed illuminati da uno splendido sole di gennaio e tu fosti il primo a scatenare la bagarre. Eri quello più avanti di tutti noi, ma avevi un incredibile spirito giovanile che ti abbiamo sempre invidiato e che noi ci portiamo dentro come tua eredità.
Ciao Direttore, ti immaginiamo mentre scendi dalla macchina per sempre e, mentre ti avvii, ti volti e ci rivolgi un tuo ultimo sguardo e ci saluti; noi abbiamo il volto incollato al finestrino, gli occhi umidi per la malinconia ed un cuore in subbuglio combattuto dalla tristezza per il tuo addio, ma gonfio di orgoglio per averti avuto come amico.
Grazie Luciano.




