Varese - 29 novembre 2025, 12:24

Varese celebra la sua memoria: il consiglio comunale inserisce 23 nuovi illustri nel Famedio cittadino

Nella seduta straordinaria di questa mattina a Palazzo Estense, il sindaco Davide Galimberti e la presidente della Commissione per le Onoranze del Famedio, Francesca Strazzi, hanno annunciato i ventitré nuovi nomi che entreranno nel memoriale dedicato ai varesini che hanno dato lustro alla città. Tra loro anche Alfredo Ambrosetti, Rosita Missoni Jelmini e Antonio Tomassini

La seduta straordinaria del consiglio comunale di Varese di sabato mattina dedicata al Famedio

La seduta straordinaria del consiglio comunale di Varese di sabato mattina dedicata al Famedio

La sala consiliare di Palazzo Estense gremita, ha accolto la seconda seduta del Consiglio comunale dedicata alla compilazione del Famedio cittadino. Un momento che, come ha ricordato il sindaco Davide Galimberti aprendo i lavori, «non è solo un atto formale, ma un tributo alla storia viva della nostra città». 

A seguire, la presidente della Commissione per le Onoranze del Famedio, Francesca Strazzi, ha letto una relazione densa di storia e significato, intrecciando il passato e il presente della comunità varesina in un filo ideale che attraversa oltre un secolo di memoria civica.

Strazzi ha voluto innanzitutto ringraziare i componenti della Commissione — Manuela Lozza, Stefano Angei, Eugenio De Amici, Luca Paris, Roberto Puricelli, Guido Bonoldi, con la collaborazione di Fausto Bonoldi — sottolineando il loro «costante impegno e il servizio svolto nel pieno interesse della memoria cittadina». Un ringraziamento formale e sentito è andato anche al sindaco Galimberti «per aver creduto fermamente in questo progetto», che unisce ricerca storica, valorizzazione culturale e attenzione per il patrimonio collettivo.

Il lavoro della Commissione, ha spiegato la presidente, è continuato anche dopo la prima selezione di marzo, integrando segnalazioni provenienti da consiglieri comunali, sindaco, giunta, associazioni e privati cittadini. Pur riconoscendo l’alto valore di tutte le candidature, la Commissione ha scelto di attribuire una priorità alle proposte più documentate, mantenendo l’impegno a proseguire nei prossimi mesi l’esame delle numerose personalità ancora da valutare. «Questi nomi — ha affermato Strazzi — mostrano l’eclettico volto della città, che annovera eroi, artisti, imprenditori, giornalisti, medici, architetti e figure che hanno impresso il loro sguardo sul mondo, rendendo grande Varese e l’Italia».

Nel cuore della seduta è stata presentata ufficialmente la lista dei ventitré cittadini che entreranno nel Famedio. Si tratta di Alfredo Ambrosetti (1931-2025), economista e dirigente d’azienda, fondatore dell’omonimo forum economico; Giovanni Bagaini (1865-1940), giornalista e fondatore de La Prealpina; Luigi Bassani (1912-1968), imprenditore di spicco della BTicino; Carletto Ferrari (1919-1945), alpino e partigiano caduto per la libertà; Angelo Frattini (1910-1975), scultore tra i più importanti del Novecento varesino; Rosa Genoni (1867-1954), stilista, giornalista e pioniera del Made in Italy; Emma Macchi Zonda (1873-1912), benefattrice attiva nel sostegno ai più deboli; Giulio Macchi (1865-1935), ingegnere e imprenditore aeronautico; Giuseppe “comandante Claudio” Macchi (1921-1998), figura centrale della Resistenza; Silvio Macchi (1858-1924), amministratore e benefattore, promotore del nuovo ospedale varesino; Carlo Maciachini (1818-1899), architetto e restauratore, progettista del cimitero monumentale di Giubiano; Calogero Marrone (1889-1945), funzionario dell’anagrafe, antifascista, Giusto tra le Nazioni; Antonio Angelo Minonzio (1930-2022), imprenditore; Rosita Missoni Jelmini (1931-2025), imprenditrice e designer, cofondatrice della maison Missoni; Ermanno Montoli (1928-2016), medico, storico primario del pronto soccorso; Felicita Morandi (1827-1906), scrittrice ed educatrice; Mario Ossola (1921-1986), medico e politico; Angelo Poretti (1829-1901), imprenditore e fondatore del celebre birrificio; Luigi Prevosti (1897-1989), imprenditore dell’azienda Prealpi; Ernesto Redaelli (1918-2000), editore e mecenate culturale; Antonio Tomassini (1943-2025), medico e politico; Enea Torelli (1845-1919), ingegnere; Dante Trombetta (1925-2013), imprenditore. 

Un mosaico di storie che attraversano due secoli di vita varesina e che restituiscono il ritratto di una comunità operosa, colta, generosa e capace di innovare. La seduta si è chiusa con lo sguardo rivolto al futuro. Nei prossimi giorni verranno installate al Monumentale di Giubiano le nuove targhe commemorative. Un impegno che restituisce alla città non solo un elenco di nomi, ma la coscienza viva della propria identità e del proprio cammino.

L'intervento completo della presidente della Commissione per le Onoranze del Famedio, Francesca Strazzi
Ho deciso di portare, come premessa a questa relazione che apre la seconda seduta del consiglio comunale dedicato alla compilazione del memoriale dei Varesini, le parole del sindaco Cesare Veratti che il 2 maggio del 1880 inaugurava il cimitero monumentale di Giubiano, opera fondamentale per una città in veloce sviluppo, che guardava Milano e ne voleva eguagliare i fasti e sempre per citare il documento del 1880 "in quell'atto di civile pietà andava a sciogliere un lungo voto del paese". Per tale motivo venne chiamato l'architetto Maciachini già autore per monumentale di Milano con il neonato monumento del Famedio per progettare il nuovo camposanto cittadino.

Oggi, l'aver istituito questo momento così importante per noi e per la cittadinanza, sembra collegare con un fil rouge un antico progetto dei nostri avi con l'attività svolta dalla commissione che ho l'onore i presiedere. Inoltre la decisione di predisporre una lapide presso l'ingresso del Monumentale di Giubiano in ricordo dei varesini e delle varesini che hanno dato lustro alla città, ha permesso di eseguire dei lavori di restuaro nel porticato d'ingresso al cimitero che hanno svelato tesori di storia celati da secoli e hanno portato di nuovo alla luce il ricordo di una Varese ai più poco conosciuta.

Il lavoro della commissione è partito da alcuni nomi che erano rimasti in sospeso per rispettare il limite temporale che ci eravamo imposti per la presentazione delle candidature al consiglio comunale nel marzo scorso, a queste si sono aggiunte le proposte pervenute da consiglieri comunali, sindaco, giunta e cittadini singoli o uniti in associazioni. Premesso che tutte le candidature presentate sono state considerate pienamente meritevoli, riconoscendo il valore e il contributo di ciascun nominativo proposto, in alcuni casi è stata espressa la necessità di reperire ulteriore
documentazione. Altresì è stato deciso di attribuire priorità ad alcuni candidati selezionando quelli da proporre a codesto spettabile consiglio per l'approvazione formale.

Come i precedenti 34 anche questi nomi mostrano l'eclettico volto di una città che tra i suoi illustri vanta eroi, artisti, imprenditori, giornalisti, politici ma anche nomi della medicina, dell'editoria, dell'architettura e donne che hanno impresso il loro modo di vedere il mondo nel campo della moda, per questo non è solo giusto, ma dovereso ricordare e omaggiare questi uomini e donne perché atraverso il loro impegno hanno contribuito a rendere grande la nostra città e il nostro Paese. Terminato questo consiglio la commissione riprenderà il suo solerte lavoro a volte anche di scoperta, perché abbiamo ancora molti nomi da discutere e portare all'attenzione del consiglio comunale nella ferma convinzione che non dobbiamo abbandonare nell'oblio della memoria coloro che hanno gettato le basi per costruire il futuro di ognuno di noi.

Le biografie dei 23 nuovi nomi illustri inseriti nel Famedio

Silvio Macchi e Emma Zonda Macchi
Benefattori. (Varese, 1858 – 1924) Silvio Macchi è stato certamente uno dei più grandi benefattori della città di Varese e un validissimo amministratore di enti pubblici e privati salvando molte ditte dal fallimento. Insieme alla moglie Emma Zonda (1873 – 1912) fu tra i fautori della costruzione del nuovo Ospedale varesino e grazie al generoso lascito, permisero la costruzione del padiglione per tubercolotici. Insieme alla moglie fece costruire scuole per l’infanzia per bambini ed insieme si prodigarono per incentivare l’educazione dei bimbi e delle bimbe della città soprattutto nei confronti delle famiglie meno abbienti, I coniugi furono tra i principali fautori del rinnovamento che durante i primi decenni del XX secolo interessò gli asili di Bobbiate, Biumo Inferiore e Giubiano.

Felicita Morandi
Scrittrice, educatrice cronista dal 1848 (1827 – 1906).  Nata a Varese nel 1827 Felcita Morandi fu tante donne in una: poetessa e scrittrice di opere per promozione culturale delle donne,  educatrice filantropa, Direttrice della Scuola Tecnica Femminile di Parma poi dell’ Orfanotrofio delle Stelline di Milano. Nel 1848, durante la Primavera dei popoli, partecipa al movimento delle donne di Varese a favore dei soldati.Nel 1874 fu promotrice - e dal 1876 Presidente - del Comitato Milanese per la fondazione di un collegio per i figli dei maestri in difficoltà economiche, con sede ad Assisi. Quale ispettrice governativa degli educandati femminili dell’alta Italia  visitò circa 460 collegi-convitti religiosi e laici; nel 1885 fondò la pensione benefica per giovani lavoratrici di Milano,  E’ sepolta al Cimitero Monumentale di Giubiano.

Angelo Poretti
Industriale (1829 – 1901). Dopo un viaggio in Austria, Boemia e Baviera, dove incontra i migliori Mastri Birrai e, in Boemia, anche la futura moglie Franziska Peterzilka, torna in Italia e nel 1877 apre il suo birrificio in Valganna – La purezza dell’acqua, assolutamente necessaria per la produzione della birra, garantita dalla fonte della Valganna nota come “fontana degli ammalati” che Angelo Poretti aveva acquistato farà della sua birra un modello  - Nel 1881 viene chiamato a partecipare all’Esposizione Nazionale di Milano – Oltre a importare le migliori botti di legno e i primi mastri birrai, la grande intuizione di Poretti fu capire e utilizzare i vantaggi che il territorio aveva da offrire, infatti dai vicini laghi di Ganna e di Ghirla, un tempo d’inverno ghiacciati per mesi, attinse il ghiaccio per la conservazione della birra –é sepolto al Cimitero Monumentale di Giubiano.

Enea Torelli
Ingegnere (1845 – 1919). Consigliere comunale per due lustri. Fu Presidente della Camera di Commercio oltre che Dirigente della “Scuola d’Arte Giuseppe Bernasconi”. Nel 1893  fu tra i fondatori della Società per l’Aquedotto, di quella tranviaria  e della Società Fratelli Macchi. Progettò il primo Ippodromo di Varese a Casbeno nel 1878 e l’ Ospedale Civico commissionatogli nel 1908 dalla Congregazione di Carità varesina. Fu autore di vari studi per la ferrovia di Valle Olona e la tramvia Angera - Sesto Calende, per il risanamento del lago  di Varese e la palude Brabbia, per la funicolare del Sacro  Monte e per  l’ ampliamento  del Teatro Sociale concepito nel secondo Settecento dal suo prozio Ottavio Torelli. Benefattore con donazioni alla Scuola d’Arte Bernascone e sostenitore dell’educazione tecnica professionale, divenendo egli stesso ideatore del metodo del ricalco che venne poi ripreso anche nelle scuole elementari.

Giovanni Bagaini
Giornalista 1865 - 1940. Compie quest’anno centrotrentasette anni di vita il giornale che lui fondò il 2 dicembre del 1888 con il nome di “Cronaca Prealpina” come bisettimanale ma divenuto tre anni dopo il primo giornale italiano a tiratura giornaliera con sede al di fuori di un capoluogo di provincia. Giovanni Bagaini, nato a Varese il 4 marzo del 1865 e scomparso nella sua città il 5 maggio del 1940, fu in gioventù studente di ragioneria a Milano e imparò il mestiere di giornalista al Pungolo di Leone Fortis, un’esperienza che gli consentì di fondare, nel 1885, l’Ape Varesina. Tre anni dopo, l’inizio dell’avventura editoriale che lo ha inserito a pieno titolo nei protagonisti della storia varesina. Il “sciur Giuan” tenne il timone della sua Cronaca Prealpina per quarant’anni, dalla fondazione al 27 ottobre del 1928, quando fu cacciato dai fascisti e sostituito con Gino Cornali. Riprese a collaborare con la Prealpina nel 1937, richiamato dal nuovo direttore Niccolò Giani. Fondamentale fu il suo ruolo nella battaglia per ottenere l’elevazione di Varese al rango di capoluogo di provincia. L’avventura umana e professionale del fondatore della Prealpina è ben raccontata nel libro di Maniglio Botti e Massimo Lodi “Giovanni Bagaini.Giornalista a Varese”, edito da Lativa nel 1987.

Angelo Frattini
Scultore 1910-1975. Nel 1925 fu uno studente del corso serale di Giuseppe Motta e con il suo amico Flaminio Bertoni intagliò alcuni  piccoli bassorilievi al Campo dei Fiori. Nel 1931 studiò al Liceo Artistico e poi all'Accademia di belle arti di Brera, dove frequentò la classe di Francesco Messina. Varese ha fatto da sfondo-città per la sua crescita artistica dal 1930. Il suo primo contatto con l'arte sculturea segue Giuseppe Grandi e gli insegnamenti della Scapigliatura. Durante il periodo bellico fu in servizio come caporal maggiore presso l'Ospedale Militare "Colle Campigli" di Varese. Terminata la guerra, nel 1945, con l'amico Giuseppe Montanari collaborò alla rinascita del Circolo degli Artisti di Varese a cui diversi anni dopo aderì anche il figlio Vittore. La sua produzione artistica è numerosissima sia in campo pubblico che privato e diversi sono stati i riconoscimenti a lui tributati: nel 1937 vince la rassegna I Littoriali per la scultura a Roma al Campidoglio  e vince il concorso per eseguire il grande rilievo sul Palazzo delle Corporazioni in Piazza Monte Grappa a Varese. Nel 1965 Frattini è stato il portavoce artistico per l'Italia a New York e a Washington, dove è stato ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson, alla collettiva "Mostra degli artisti italiani"

Rosa Genoni
Stilista 1867-1954. Comunemente nota per essere stata tra le pioniere del Made in Italy, rilanciò l’artigianato femminile, lottò fattivamente per l’aumento salariale soprattutto delle lavoratrici. Durante la Prima Guerra Mondiale si battè per la causa della pace. Celebre il suo abito Tanagra che lei stessa indossò il 29 aprile del 1908 a Roma al primo Congresso Nazionale delle Donne Italiane, dove pronunciò un discorso epocale sulla moda come mezzo di espressione di cultura e di storia del nostro paese capace di aprire alle donne nuove strade. Assume il ruolo di docente alla scuola professionale femminile della Società Umanitaria di Milano, dove lavorerà fino al 1931, quando si dimetterà per non giurare fedeltà al fascismo.  Personalità poliedrica e vivace, grazie anche ad esperienze di lavoro in Francia, Rosa riesce a cogliere le potenzialità del settore moda in Italia e propone soluzioni di grande modernità per riorganizzare l'industria dell'abbigliamento italiana. Nel 1940 Rosa si trasferisce a Varese con la figlia Fanny e da qui scrive nel 1948 scrive una appassionata lettera al conte Folke Bernadotte, mediatore dell'ONU, riguardo la questione palestinese. Nello scritto, Rosa Genoni auspica la pace tra arabi ed ebrei.  

Carlo Maciachini
Architetto. 1818-1899 Nato da un’umile famiglia di Induno Olona, si  fa strada come ebanista e restauratore e frequenta i corsi serali a Brera per conseguire la laurea in architettura, le sue doti sono innegabili tanto che riesce a vincere il concorso per la costruzione della nuova chiesa serbo-ortodossa di S. Spiridione (detta anche degli Schiavoni) a Trieste, con un personale uso di marmi colorati e mosaici dorati che rivelano l'abilità del Maciachini nel combinare differenti linguaggi architettonici e questa rimarrà una costante della sua produzione. Altro importante progetto realizzato è il Cimitero Monumentale di Milano e negli anni Settanta dell’800 di quello di Giubiano. Sue sono i numerosi lavori di restauro in Italia. Particolarmente legato a Varese vi si trasferisce progettando la propria casa nei pressi di V.le Aguggiari e qui vi rimarrà fino alla sua morte.

Giulio Macchi
Ingegnere e imprenditore dell’Industria Aeronautica. 1865 - 1935– Nel 1913 fondò la Società Anonima Nieuport iniziando con la costruzione, su licenza, di aerei francesi. Dopo la I Guerra Mondiale si specializzò nella costruzione di idrovolanti -  Negli anni ’30  diede il via alla costruzione di caccia e aerosiluranti – Collaborò anche con l’Arch. Giuseppe Sommaruga col quale aprì uno studio tecnico a Varese. E’ sepolto al Cimitero Monumentale di Giubiano in un’Edicola opera dello stesso Sommaruga.

Rosita Missoni Jelmini
Stilista, imprenditrice e creativa, matriarca della maglieria italiana 1931 - 2025. I disegni a zig zag, a righe, a maglia fiammata, ondulati, realizzati in colori insoliti, si dice, possano quasi essere raccontati come un movimento culturale, una corrente pittorica, un manifesto artistico che ha in Rosita e Ottavio Missoni i principali esponenti. La fine degli anni Sessanta apre le porte oltreoceano ai coniugi Missoni e la loro azienda diventa un punto di riferimento non solo per la moda italiana, ma internazionale. Il cuore pulsante dell’azienda rimane la casa, dove famiglia e radici si fondono diventato connubio perfetto di creazione e vita

Ermanno Montoli
Medico 1928-2016. Dall’anno della sua scomparsa gli è intitolato il Pronto soccorso dell’Ospedale di Varese e non potrebbe essere altrimenti perché Ermanno Montoli fece di quel reparto, in cui aiutò a crescere tanti giovani medici, un esempio di efficienza e di umanità. Montoli è stato uno di quei medici che restano nella memoria collettiva della comunità di cui sono stati al servizio. Per la sua professionalità, per la sua gentilezza, per la sua simpatia, per il suo modo di rapportarsi a pazienti di ogni tipo, e anche per la sua grande capacità progettuale. A lui, infatti, oltre che al dottor Giorgio Bignardi, allora direttore sanitario dell’Ospedale di Varese, va il merito di aver disegnato, e poi concretamente realizzato, il primo moderno servizio di Pronto Soccorso ed Accettazione, per usare la definizione tecnica coniata nella prima metà degli anni Sessanta. La vita e la crescita del giovane medico destinato al successo hanno conosciuto drammi personali terribili come la perdita della mamma, di una giovane figlia, madre di tre bimbe, e della moglie. Ermanno Montoli è stato un ammirevole, eccezionale figlio di Varese che egli ha amato veramente, senza dimenticare gli ultimi, e ha servito con generosità infinita.

Ernesto Redaelli
Editore, 1918-2000. Con la casa editrice Lativa fu attivo nella pubblicazione di opere di artisti, scrittori, critici e fotografi con spiccato interesse a esaminare le diverse sfaccettature della città. In veste di uomo pubblico come consigliere comunale, provinciale e presidente di Aci provinciale e dell’azienda di soggiorno e turismo combatté importanti battagli per la valorizzazione artistica e il salvataggio del patrimonio culturale (salvataggio degli affreschi di Arcumeggia e rilancio della collegiata di Castiglione e promozione dell’allora sconosciuto patrimonio liberty di Varese). Fu presidente dell’USPI e fondatore della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice. Sostenne in maniera anonima numeri enti benefici del territorio con donazioni e fattive collaborazioni.

DAnte Trombetta
Imprenditore, 1928 – 2010, presidente dell’ospedale di Circolo e della Centrale del latte. Molto attivo in campo sociale, nella vita produttiva, nello sport e nella chiesa.  Impossibile dimenticare il suo ruolo nello sport (in particolare nel basket – è stato presidente della Robur et Fides), all’oratorio di San Vittore, a cui è rimasto legato fino all’ultimo giorno di vita. E nella sanità: presidente dell’ospedale di Circolo negli Anni Ottanta, aveva gestito la fase di crescita e sviluppo del polo varesino vestendo i panni dell’amministratore competente ma soprattutto umano, infatti  ha dedicato tempo ed energie al rafforzamento del sistema sanitario locale, promuovendo una visione moderna e umana dell’ospedale come spazio di cura integrale della persona

Luigi Bassani
Ingegnere 1912-1968. Nel 1936 fondò l’azienda A.L. Bassani che nel 1948 si trasferì a Bizzozero specializzandosi nella produzione di interruttori elettrici, divenendo la celebre BTicino. Sotto la sua visione imprenditoriale, l’azienda crebbe fino a impiegare tremila dipendenti ed esportare in 72 nazioni, rivoluzionando il settore con innovazioni come il salvavita negli anni ’60. Fu sempre molto attento all’istruzione professionale; istituì laboratori nelle carceri e negli istituti psichiatrici, per favorire il reinserimento sociale. Promosse un vasto programma per l’acquisto della casa e numerose iniziative ricreative e assistenziali per i dipendenti. Numerosi sono i brevetti della Bticino e le innovazioni in campo del design e della sicurezza. Generoso filantropo, creò un nuovo padiglione dell’Ospedale di Circolo di Varese e un Asilo Nido a Tradate.

Alfredo Ambrosetti
Imprenditore 1931-2025. Nato a Varese nel 1931 aveva fondato uno dei primi studi di consulenza aziendale in Italia. Figura centrale dell’economia italiana e ideatore del Forum di Cernobbio, un appuntamento di rilievo non solo nazionale ma di richiamo internazionale, fondamentale per acquisire consapevolezza sulla situazione economica domestica anche alla luce della complessa realtà geopolitica, Nel 2008 gli fu conferita la laurea honoris causa in Economia e Commercio all’università degli studi dell’Insubria.

Francesco Luigi Prevosti
Imprenditore 1897-1989. Di origini lodigiane decise di aprire un piccolo burrificio nel centro di Varese, in via Robbioni, a poca distanza da Palazzo Estense. La produzione e distribuzione rimasero inizialmente a carattere vicinale. Negli anni 1950 la produzione e il fatturato del caseificio aumentarono (accompagnati da un progressivo investimento in pubblicità), rendendo necessario uno stabilimento di maggiori dimensioni: nel 1955 l'azienda si trasferì nella nuova sede in viale Luigi Borri. Prevosti ebbe la capacità di trasformare un piccolo burrificio in una delle più importanti aziende lattiero-casearie italiane. Appassionato di ciclismo fece eseguire la punzonatura delle biciclette che parteciparono alle Tre Valli tra cui quella del campionissimo Fausto Coppi. Ancora oggi la Prealpi è un esempio di azienda familiare che non ha mai tradito le origini del suo fondatore e il suo territorio.

Antonio Tomassini
Medico e politico 1943- 2025. Ha diretto per anni il reparto di Ostetricia e Ginecologia, distinguendosi per rigore scientifico, dedizione al paziente e capacità di innovazione. Migliaia di donne hanno trovato in lui non solo un professionista eccellente, ma un uomo capace di ascolto, rispetto e cura autentica. La sua vocazione al servizio pubblico lo ha condotto al Senato della Repubblica, dove ha rappresentato il territorio varesotto per quattro legislature consecutive, dal 1996 al 2013, nelle file di Forza Italia. In qualità di Presidente della Commissione Igiene e Sanità e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN, ha contribuito in modo decisivo alla definizione delle politiche sanitarie nazionali, promuovendo riforme strutturali e difendendo con fermezza i principi di universalità, equità e qualità del sistema sanitario.

Carletto Ferrari
Militare 1919-1945, nato da una da una famiglia borghese di Bizzozero, all'epoca proprietaria dell'area oggi denominata "La Villa". Tenente degli alpini ha partecipato da protagonista alla resistenza varesina, costituendo e dirigendo uno dei gruppi della celebre 121^ Brigata Garibaldi "Walter Marcobi", attivo in particolare nell'area tra Bizzozero, Gazzada, Schianno, Gurone, Malnate, Vedano Olona e Castiglione Olona. In seguito il gruppo di Carletto Ferrari fu protagonista di uno scontro a fuoco a Bizzozero, con una pattuglia della Guardia Nazionale Repubblicana di Varese. Si prodigò eroicamento per la libertà e l’indipendenza italiana, lottando per la libertà umana. Arrestato, non fu condotto in carcere perché fucilato con una vera e propria esecuzione.

Antonio Angelo Minonzio
Imprenditore 1930-2022. Ereditata l’azienda dal padre e dal nonno, ha avuto la capacità, non solo di adattarsi ai tempi, ma anche di creare un prodotto riconosciuto a livello nazionale, e oltre: l'autonegozio. L'autonegozio Minonzio non è un semplice furgone ma un contenitore di alta tecnologia con impianti alimentati in autonomia. La sua creazione parte da telai omologati Minonzio, su cui si sviluppa una struttura dinamica, contenitore di un arredo personalizzato il tutto con progettazione ad hoc.  Ognuno di essi è un pezzo unico L'attività nasce in Varese, dove oggi vi è una targa in ricordo dell'azienda che ha dato visibilità a Varese su territorio nazionale Negli anni novanta gli ambulanti di Roma che gestiscono paninoteche vengono a Varese per chiedere aiuto alla Carrozzeria Minonzio in quanto il Comune aveva dato indicazioni e normative sul mezzo da utilizzare che non avevano riferimento a nessun prodotto esistente in commercio. L'azienda se ne fa carico e omolaga un nuovo telaio e progetta un furgone di dimensioni ridotte ma autosufficiente per tutta l'impiantistica: impianto elettrico, idrico, frigorifero. Radio Montecarlo chiederà di progettare e realizzare il primo "palco itinerante", e anche aziende quali come aziende  Alitalia, Star, Eldorado, Cinzano e Danone chiederanno alla Carrozzeria Minonzio di realizzare mezzi pubblicitari personalizzati.

Giuseppe Macchi  
(Comandante  Claudio)
Partigiano 1921-1998. Nacque a Varese nel 1921. Nominato comandante della 121a Brigata Garibaldi "Walter Marcobi" e dei GAP di Varese, organizzò numerose azioni di guerriglia contro i nazifascisti, spesso partecipandovi personalmente. Nei giorni della Liberazione, come membro del Comando di Zona del CVL, diresse le operazioni partigiane nel territorio di Varese e, dopo la sconfitta dei nazifascisti, toccò a lui, sino al 1947, il comando della Polizia Ausiliaria della provincia. Consigliere comunale del PCI a Varese negli anni '50 e nei primi anni '70, Macchi è stato il presidente dell'ANPI varesino, del Consiglio federativo delle Associazioni partigiane e del locale Comitato antifascista. E’ sepolto nel Cimitero Monumentale di Giubiano.

Mario Ossola
Medico e politico. 1921-1986 Tisiologo di fama e eccellente conoscitore e organizzatore della sanità pubblica tanto da avere un incarico importante nella prima riforma nazionale. Ossola aveva fatto parte di un gruppo di cattolici, laici e appartenenti al clero, che si era distinto nella Resistenza. Fu sindaco di Varese dal 1964 al 1978. La gestione Ossola non conobbe soste, fu contraddistinta dal carattere dell’uomo d’azione: sotto la sua guida venne realizzato il palasport e la piscina di via Copelli, alle quali vanno aggiunti i lavori allo stadio, gli interventi per la viabilità, il parco della Schiranna e la palazzina e i campi da tennis dell’azienda di Soggiorno in una zona che avrebbe visto nascere il palaghiaccio. A questi si aggiunge il “piano scuola”  caratterizzato da forti investimenti: vennero eliminati i doppi turni nelle scuole elementari le cui capacità ricettive non rispondevano più alle esigenze dello sviluppo della città. Scuole nuove, palestre, aree per le attività sportive in diverse zone della città: un servizio eccellente per l’educazione dei giovani e la tutela della loro salute. Seppe infine cogliere, meglio di tutti, l’importanza sociale  dello sport che nei 14 anni del suo mandato davvero raggiunse grandi mete e contribuì a dare una notorietà come un made in Varese.

Calogero Marrone 
Eroe e funzionario pubblico (1889-1945). Marrone trasferitosi a Varese da Favara, per le sue doti umani e professionali si fece strada nel lavoro tanto da diventare presto capo dell’Ufficio Anagrafe del comune di Varese e proprio in qualità del suo ruolo salvò molti ebrei dal campo di concentramento, fornendo loro passaporti falsi per evitare le deportazioni. Tradito, non scappò, venne arrestato e condotto al campo di concentramento di Dachau dove morì. Dopo anni di oblio il suo impegno è di nuovo stato portato all’attenzione pubblica e venne insignito del riconoscimento di Giusti tra le Nazioni.

Alice Mometti

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